Urge una riforma globale del pubblico impiego. Documento da inviare e diffondere se condiviso



Movimento per la società di giustizia e per la speranza
Cari amici,
                 il Movimento ha preparato questo intervento sulla riforma della Pubblica Amministrazione, sulla quale il Ministro Brunetta sembra segnare il passo, non tocca i punti essenziali; per questo chiede il vostro aiuto nell'invio e nella diffusione. Il documento può sempre essere fatto proprio e anche mutato. Gl'indirizzi:
Ministro Renato Brunetta, urpdfp at funzionepubblica.it

Segr. Dario Franceschini, d.franceschini at partitodemocratico.it

Un saluto fraterno da Arrigo Colombo
 

Movimento per la Società di Giustizia e  per la Speranza

Lecce

 

 

Al Ministro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta

al Segretario PD Dario Franceschini

Urge una riforma globale del pubblico impiego

 

Il Ministro Brunetta si è presentato come un riformatore della pubblica amministrazione italiana ma finora, pur nel suo dinamismo, ha colpito un solo obiettivo, l’impegno nell’orario di lavoro (i cosiddetti “fannulloni”).

Siamo lontani da quella riforma che tutti si aspettano; quella di una burocrazia borbonica, e per di più clientelare, lenta, oziosa, complicata, irresponsabile; un duro peso per il cittadino; una causa di sperpero e di arretratezza per la Nazione.

Un risanamento globale è necessario.

1. A cominciare dalla giornata lavorativa, con quell’orario indiviso di sei ore; che spesso diventano cinque in quanto scompaiono le due mezz’ore d’inizio e fine.

Orario anomalo che ha le sue origini nella Seconda guerra mondiale, quando lo sfollamento dalle città soggette a bombardamento rendeva impossibile il rientro pomeridiano. La guerra è passata da oltre sessant’anni ma non si è mai riusciti a recuperare quell’orario diviso di otto ore che sarebbe normale, che hanno tutte le nazioni. Con una gravissima perdita di tempo, di lavoro, di resa.  

2. Cui si aggiunge il posto a vita, posto sicuro che nessuno può rimuovere: il dipendente pubblico non può essere licenziato perché – si dice – ha avuto quel posto per concorso. Ma il concorso serve solo a garantire l’imparzialità, l’assunzione dei migliori, per quanto ci si riesce; non a garantire il posto a vita. Il pubblico impiegato dev’essere licenziabile per “giusta causa” come ogni altro lavoratore.

3. Un terzo punto è lo snellimento degli organici, spesso resi ipertrofici dal clientelismo, dal fatto che ogni politico ci ha messo i suoi. Un’agenzia specializzata dovrebbe compiere uno studio degli organici e stabilire il reale fabbisogno. In questo punto si collocano anche gli enti inutili che non si è mai riusciti a sopprimere, e che vanno urgentemente soppressi; si pone anche il problema delle province con tutto il loro carrozzone.

4. Un quarto punto è la valutazione del rendimento, dell’operosità dell’impiegato; attraverso l’introduzione di precisi parametri, di commissioni valutatrici, di comitati ispettivi; di cui sia sicura l’efficienza.

5. Un ultimo punto è la formazione di una coscienza nuova; in cui lo stato e il suo patrimonio non siano più considerati res nullius ma assumano un alto valore, come patrimonio dell’intera Nazione. La formazione di impiegati e funzionari di tipo weberiano, con un alto senso dello stato, e di ciò che allo stato appartiene. Sarebbero opportuni dei corsi di riqualificazione etica, i valori etici dovrebbero assumere il primo posto.

Il Movimento riconosce che questo compito è di enorme difficoltà. Spera  tuttavia che il dinamico Ministro vi s’impegni e vi riesca; per il bene della Nazione.

Lecce, il 22 giugno 2009.

per il Movimento il responsabile

          Prof. Arrigo Colombo

                                                                      Arrigo Colombo, Centro interdipartimentale di ricerca sull'utopia, Università di Lecce

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