Il pubblico impiego richiede un risanamento globale.



Movimento per la società di giustizia e per la speranza
Cari amici,
                 il Movimento ha preparato questo intervento per la riforma della pubblica amministrazione; per il quale chiede il vostro aiuto.
Un saluto fraterno da Arrigo Colombo

 

Movimento per la Società di Giustizia e  per la Speranza

Lecce

 

 Al Ministro della Pubblica Amministrazione Renato Brunetta

e  p.c. al Premier Silvio Berlusconi

al Segretario PD Walter Veltroni

Il pubblico impiego richiede un risanamento globale

L’azione del Ministro Brunetta sul Pubblico Impiego, anzitutto per ottenere l’osservanza e il giusto impegno nell’orario di lavoro, contro i cosiddetti “fannulloni”; in un ambito che è tra i peggiori nella situazione italiana; quest’azione è altamente apprezzabile, nell’impegno di risanamento di quell’ambito. Che risente di una tradizione borbonica, amplificata dal clientelismo e dalla diffusa irresponsabilità; e costituisce per la Nazione una causa di sperpero e di arretratezza.

Un risanamento globale è però necessario:

1. A cominciare dalla giornata lavorativa, racchiusa ora in quell’orario indiviso di sei ore; che spesso diventano cinque in quanto si sottraggono due mezz’ore, all’inizio e alla fine. Orario anomalo che ha le sue origini nella Seconda guerra mondiale, quando lo sfollamento di molti dalle città soggette a bombardamento rendeva impossibile il rientro pomeridiano. La guerra è passata da oltre sessant’anni ma non si è riusciti mai a recuperare quell’orario diviso di otto ore che sarebbe normale, e che hanno tutte le nazioni. Con una gravissima perdita di tempo, di lavoro, di resa. Orario che è urgente recuperare.

2. Cui si aggiunge il posto a vita, posto sicuro, che nessuno può rimuovere: il dipendente pubblico non può essere licenziato perché – si dice – ha avuto quel posto per concorso. Ma il concorso serve solo a garantire, per quanto si riesce (e purtroppo spesso non si riesce), l’imparzialità, l’assunzione dei migliori; non a garantire il posto a vita. Il pubblico impiegato dev’essere licenziabile per “giusta causa” come ogni altro lavoratore.

3. Un terzo punto è lo snellimento degli organici, spesso resi ipertrofici dal clientelismo, dal fatto che ogni politico ci ha inserito i suoi, e ancora li va inserendo. Un’agenzia specializzata dovrebbe compiere uno studio degli organici e stabilire il reale fabbisogno. In questo punto si collocano anche gli enti inutili che non si è mai riusciti a sopprimere, e che vanno urgentemente soppressi; e qui si pone anche il problema delle province con tutto il loro carrozzone.

4. Un quarto punto è la valutazione del rendimento, dell’operosità dell’impiegato; attraverso l’introduzione di precisi parametri, e di commissioni valutatrici, di comitati ispettivi; di cui sia sicura l’efficienza.

5. Un ultimo punto, che è anche il più difficile, è la formazione di una coscienza nuova; in cui lo stato e il suo patrimonio non siano più considerati res nullius ma assumano un alto valore, come patrimonio dell’intera Nazione. La formazione di impiegati e funzionari di tipo weberiano, con un alto senso dello stato, e di ciò che allo stato appartiene. Sarebbero opportuni dei corsi di riqualificazione etica, i valori etici dovrebbero assumere il più alto ruolo.

Il Movimento confida che l’opera del Ministro, la sua sollecitudine, riesca in questo compito che è di enorme difficoltà.

Lecce, novembre 2008

per il Movimento il responsabile

      Prof. Arrigo Colombo

                                                                 Arrigo Colombo, Centro interdipartimentale di ricerca sull'utopia, Università di Lecce

Via Monte S..Michele 49, 73100 Lecce, tel. 0832-314160

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