Myanmar, Amnesty: nuove prove su arresti di massa, presa di ostaggi, morti in carcere e sparizioni



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COMUNICATO STAMPA
CS128-2007

MYANMAR: DA AMNESTY INTERNATIONAL NUOVE PROVE SU ARRESTI DI MASSA, PRESA
DI OSTAGGI, MORTI IN CARCERE E SPARIZIONI

Amnesty International ha inviato oggi alle autorita' di Myanmar un
documento in cui denuncia le gravi violazioni dei diritti umani, tuttora
in corso dopo la svolta repressiva di settembre.

L'organizzazione per i diritti umani ha preparato questo documento alla
vigilia della visita nel paese, prevista la prossima settimana, del
relatore speciale dell'Onu sui diritti umani, Paulo Sergio Pinheiro.

'Le prove su arresti arbitrari di massa, presa di ostaggi, sparizioni,
percosse e torture ai danni dei detenuti smentiscono senza ombra di dubbio
qualsiasi pretesa del governo di Myanmar che la situazione sia tornata
alla calma' - ha affermato Catherine Baber, direttrice del Programma
Asia-Pacifico di Amnesty International. 'Anziche' denunciare le
interferenze nella sovranita' del paese, le autorita' di Myanmar
dovrebbero onorare l'impegno a 'collaborare pienamente' con le Nazioni
Unite, dando pieno accesso al relatore Pinheiro e attuando le richieste
del Consiglio Onu dei diritti umani e del Consiglio di sicurezza'.

Il documento diffuso oggi da Amnesty International denuncia tra l'altro:

- la perdurante detenzione di circa 700 prigionieri politici, tra cui
almeno 15 persone che stanno scontando condanne fino a 9 anni e mezzo di
carcere;
- la politica ufficiale di prendere in ostaggio familiari e amici di
persone ricercate, per convincere queste ultime ad arrendersi;
- la morte in carcere di prigionieri, a seguito di pestaggi brutali e
altre forme di tortura;
- condizioni di prigionia agghiaccianti, comprendenti il diniego di acqua,
cibo e cure mediche e la reclusione dei detenuti in gabbie per cani;
- la sparizione di almeno 72 persone, di cui si e' persa ogni traccia dopo
il giro di vite di settembre e su cui le autorita' non stanno fornendo
informazioni;
- la mancata comunicazione, da parte del governo, del numero esatto delle
persone uccise durante la repressione;
- la presenza di tiratori scelti a bordo dei carri armati e lungo i ponti,
dotati di armi letali, la cui azione durante le manifestazioni di
settembre ha provocato la morte di almeno due studenti e il ferimento
grave di altri dimostranti;
- il divieto di transito alle ambulanze e l'ordine agli ospedali privati
di non prestare cure mediche ai feriti.

Amnesty International ha chiesto al governo di Myanmar di fornire
informazioni sul numero dei dimostranti uccisi e delle persone scomparse
dopo l'arresto. Le autorita' del paese dovranno inoltre consegnare al
relatore Pinheiro l'elenco delle persone arrestate e di quelle condannate
e garantire a quest'ultimo pieno accesso a tutti i centri di detenzione e
ai crematori.

FINE DEL COMUNICATO
Roma, 9 novembre 2007

Per ulteriori informazioni, approfondimenti e interviste:
Amnesty International Italia - Ufficio stampa
Tel. 06 4490224 - cell. 348-6974361, e-mail: press at amnesty.it

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