ASGI - Comunicato stampa- decreto legge sicurezza




Comunicato Stampa 

2 novembre 2007

          

L’ASGI  esprime la più ferma contrarietà al decreto legge sulla “sicurezza”
emanato dal governo, nel merito e nella forma . 



I disegni di legge elaborati su questo tema, nel prevedere nuove ipotesi di
reato, aggravamenti di pena per reati già esistenti, limitazioni della
sospensione condizionale della pena, limitazioni nella fruizione di misure
alternative alla detenzione,  forniscono già  un quadro sconcertante in cui
viene data una risposta carceraria e repressiva a problemi sociali, i
quali, stante la loro complessità,  avrebbero bisogno di un approccio ben
diverso da quello che si sta attuando e che, contrariamente agli scopi
dichiarati, rischia di colpire i soggetti più deboli.

Il gravissimo delitto avvenuto a Roma va, in quanto tale va punito e
perseguito con gli strumenti del diritto penale vigente. Tuttavia è
insostenibile che ne debba derivare un’ennesima normativa emergenziale, ove
si  prevede un ulteriore allargamento di provvedimenti espulsivi, anche nei
confronti di cittadini comunitari (leggasi rumeni e in particolare “rom”),
con una incredibile dilatazione del concetto di sicurezza,  dalla sicurezza
nazionale alla sicurezza pubblica e ai “motivi imperativi” di pubblica
sicurezza, con allontanamenti forzati ad esecuzione immediata  e divieti di
reingresso la cui violazione è sanzionata con un  reato punito gravemente.

 A questo si aggiungono forme di allontanamento nei confronti di cittadini
comunitari,  semplicemente privi di mezzi di sostentamento, con previsione
di ipotesi di reato in mancanza di attestazione dell’ obbligo di
adempimento dell’allontanamento, da presentare presso il consolato italiano
nel paese di provenienza.

Al di là di gravissimi dubbi di costituzionalità e di evidenti violazioni
della normativa comunitaria in tema di libera circolazione, è intollerabile
che in una società democratica si continui a trattare il tema migratorio
sull’asse portante del binomio: più carcere / più espulsioni.

L’iniquità, l’illegittimità, ma anche l’inefficacia di tale approccio è
stata ampiamente dimostrata dalla storia stessa dei fenomeni migratori.

Il fulcro della nuova politica migratoria doveva essere il superamento dei
Cpt e dell’ottica straniero/ordine pubblico/criminalità : assistiamo invece
al consolidamento dell’impianto della legge Bossi - Fini, tuttora
pienamente in vigore ed anzi in tal modo rafforzata.

Ne discende che il dissenso non può che essere totale nei confronti di
queste misure, che si pongono  in contrasto insanabile con il percorso che
è stato fatto nella tutela dei diritti dei migranti.




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