Solidarietà ai rom: presidio mercoledì 17



Mercoledì 17 ottobre dalle 17

presidio di informazione e solidarietà con i rom vittime dell’attacco incendiario della notte tra il 13 e il 14 ottobre. Il campo di via Vistrorio è stato completamente distrutto dalle molotov: 61 persone – 11 i bambini – hanno rischiato di morire ed hanno perso tutte le loro cose.

 

Appuntamento in via Oxilia angolo Corso Giulio Cesare

Organizza l’assemblea antifascista e antirazzista riunitasi all’Asilo occupato il 14 ottobre

 

In merito l’articolo in uscita sul numero di questa settimana di Umanità Nova

 

Torino

Attacco a campo rom

61 persone, tra cui 11 bambini. Nella notte tra il 13 e il 14 ottobre hanno cercato di bruciarli vivi. Non ci sono riusciti solo per un caso: un ragazzo ha sentito il rumore delle molotov e ha dato l’allarme. Poteva essere una strage. Una strage razzista, perché la colpa di questi 61 uomini, donne e bambini è essere poveri e rom. Il giorno successivo il TG regionale sostiene che i rom potrebbero aver incendiato le loro baracche e roulotte per ottenere un posto migliore, perché ormai certi di un prossimo sgombero. Il giorno successivo Stampa e Repubblica sono più sfumate, ma sempre alludono alla “stranezza” di un incendio senza vittime, alla perdita nel rogo di tutti i documenti.

L’assessore Borgogno dichiara che non era previsto nessuno sgombero e aggiunge, bontà sua, che se venisse confermata la matrice razzista sarebbe un fatto molto grave.

Il console romeno usa parole dure contro i suoi connazionali rom, minacciando di collaborare al loro allontanamento.

Il tutto in un clima cittadino di crescente intolleranza e razzismo: si annunciano per i prossimi giorni nuove iniziative di comitati spontanei di cittadini e commercianti che invocano polizia e repressione. Evidentemente abitare in Italia, un paese con una delle più alte percentuali di tutori del disordine statale in rapporto alla popolazione non basta: serve di più.

Sin qui quello che ogni buon cittadino torinese che legge un quotidiano o ascolta un tg può sapere.

Quello che la cortina fumogena dell’informazione di regime cela è ben altro.

I rom che occupavano abusivamente uno straccio di terra in via Vistrorio vicino alla Stura sono romeni, ossia cittadini europei con tutto l’interesse a conservare i preziosi documenti che hanno sinora impedito al governo italiano di deportarli come succedeva sino allo scorso anno. Il gruppo che ha subito l’attentato è composto di gente cacciata via dal cosiddetto campo “emergenza freddo” che il comune ha chiuso a primavera, altri sono reduci da Mappano, dove un altro campo bruciò lo scorso anno, un ultimo gruppo proviene dallo sgombero di lungo Stura Lazio.

Un mese fa erano stati minacciati da un gruppo di italiani, tre uomini e una donna, che, piombati di notte nell’accampamento di baracche e roulotte, avevano intimato loro di andarsene altrimenti il campo sarebbe bruciato. Nelle settimane successive alcuni anarchici solidali avevano fatto avere loro degli estintori, che purtroppo si sono rivelati inutili di fronte al dilagare del fuoco da più fronti.

L’immagine del campo distrutto tra cenere e miserabili macerie è lo specchio di una società che sta alimentando un seme d’odio che produce frutti velenosi.

Si tratta di gente che lavora, chi in regola, chi in nero, gente che sta cercando una prospettiva di vita, lontano dalle persecuzioni e dalla povertà della Romania.

Uno di loro ci racconta che guadagna, facendo straordinari e lavorando anche il sabato, circa mille euro al mese: a noi sembra una miseria ma per lui è la cuccagna. In Romania, dalle parti di Timisoara, la città del sud da cui proviene, poteva ambire ad un salario di 150/200 euro; in compenso da quelle parti un chilo di carne costa il doppio che a Torino. Spera di essere assunto stabilmente e di poter affittare una casa dove vivere: la roulotte andata in fumo in via Vistrorio gli era costata 200 euro.

Dopo l’incendio il comune ha allestito due tendoni all’interno del campo emergenza freddo di Basse di Stura aperto in anticipo per far fronte all’emergenza ma l’assessore Borgione si è affrettato a chiarire che a Torino non c’è posto per un altro campo.

La sera del 14 ottobre, una bella domenica di autunno, accompagniamo in macchina alla nuova tendopoli uno dei rom che, grazie alla solidarietà dei soliti sovversivi ha messo insieme un po’ di abiti per se e per la figlia che il giorno dopo deve andare a scuola. Via Basse di Stura è una strada senza uscita, priva di illuminazione che corre tra i muri degli orti abusivi scendendo verso la Stura. Imboccarla è come entrare in un altro pianeta: immondizia ovunque e, surreale, una famiglia rom con l’abito buono che fa la passeggiata serale. Il campo, illuminato da luci potenti, è un grande piazzale chiuso da un cancello: all’ingresso i vigili urbani controllano i documenti di chi entra, al centro si vedono i due grossi tendoni che ospitano i rom vittime dell’incendio di via Vistrorio. I giornali lo definiscono come posto privilegiato perché c’è acqua e luce: probabilmente hanno ragione ma noi, allontanandoci da questo non luogo, ci sentiamo accapponare la pelle.

onan

 

Per approfondimenti vedere anche:

http://piemonte.indymedia.org/article/336

 

Di seguito il comunicato della Comm. Antirazzista della FAI

Solidarietà ai Rom

 

Esprimiamo piena solidarietà ai sessantuno Rom, donne uomini e bambini, fatti oggetto di un attentato incendiario avvenuto nella notte tra il 13 e il 14 ottobre alla periferia di Torino. Fortunatamente, tutti si sono salvati ma hanno perso tutte le loro cose.

Chiunque si sia reso responsabile di questa vergognosa intimidazione - che avrebbe potuto trasformarsi in una tragedia di vaste proporzioni - ha di fatto suggellato un lungo periodo di sgomberi, minacce e provocazioni ai danni dei Rom, sempre più schiacciati dal clima xenofobo e reazionario alimentato dall'amministrazione Chiamparino e dai mezzi di comunicazione.

Più in generale, la tendenza alla repressione istituzionale contro i Rom troverebbe la sua realizzazione nell'imminente "pacchetto sicurezza" voluto dal ministro dell'interno Amato in cui si prevedono espulsioni e deportazioni di Rom per semplici ragioni di ordine pubblico e in palese dispregio degli stessi diritti borghesi per i quali i Rom rumeni godono a pieno titolo della cittadinanza europea.

Questa pesante atmosfera di sospetto e ostilità che ormai da mesi dilaga esponenzialmente in tutta Italia nei confronti del popolo Rom può essere spezzata solo dalla solidarietà e dalla capacità di andare ben oltre le generalizzazioni, i luoghi comuni e le infamie di cui si serve il potere per isolare e criminalizzare gli oppressi e tutti i soggetti marchiati come pericolosi.

Commissione antirazzista della Federazione Anarchica Italiana - FAI

fai-antiracism at libero.it

www.federazioneanarchica.org/antirazzista