Asilo- Parlamento Europeo



Cari amici dell'ASGI,
 il Parlamento ha adottato, con una strettissima maggioranza, la relazione
di Wolfgang KREISSL-DÖRFLER (PSE, DE) sulla proposta di direttiva recante
norme minime per il riconoscimento e la revoca dello status di rifugiato .

In particolare :

- Per i deputati gli Stati membri non devono raccogliere i richiedenti
asilo in un centro di accoglienza chiuso e, prima di trattenerli, devono
sempre prendere in considerazione misure alternative «non custodiali». Il
loro eventuale trattenimento, poi, E' possibile «solo se si E' appurato che
tale misura E' necessaria, legale e giustificata» e deve avvenire in luoghi
chiaramente separati dalle carceri.


- I deputati hanno adottato un emendamento che sopprime la facoltà del
Consiglio di stilare, a maggioranza qualificata, un elenco comune, valido
in tutta l'Unione, di paesi cosiddetti "super sicuri" che autorizzerebbe
gli Stati membri a rifiutare automaticamente le domande d'asilo alle
persone da essi provenienti, senza ricorrere quindi all'esame della
domanda. Essi, pur accettando l'istituzione di un elenco unico europeo
"minimo", respingono la definizione di liste nazionali integrative e
auspicano garanzie supplementari per i richiedenti asilo..

- I deputati hanno adottato una serie di emendamenti volti a garantire che
i diritti dei rifugiati siano rispettati in tutte le tappe della procedura:
-i rifugiati debbono poter ricorrere in appello contro le decisioni che
negano la qualifica di rifugiato e, nel frattempo, restare nel paese
fintantoché non siano esauriti tutti i livelli di ricorso;
- deve essere loro  assicurata la facoltà di richiedere un colloquio
individuale con le autorità, di usufruire di un rappresentante legale e di
ricevere tutte le informazioni relative alle procedure di asilo in un
lingua ad essi conosciuta.

- Particolare attenzione, infine, va accordata alle domande d'asilo
presentate dai minorenni, che devono avere la precedenza.


Cari saluti

ASGI
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Norme minime europee per lo status di rifugiato
Il Parlamento ha adottato, con una strettissima maggioranza, la relazione
di Wolfgang KREISSL-DÖRFLER (PSE, DE) sulla proposta di direttiva recante
norme minime per il riconoscimento e la revoca dello status di rifugiato.
La maggior parte degli emendamenti approvati mira a garantire i diritti dei
richiedenti asilo e il rispetto della Convenzione di Ginevra sui rifugiati
da parte della legislazione comunitaria. In caso contrario, i deputati si
riservano il diritto di adire la Corte di Giustizia.

La proposta in esame ha spaccato l'Aula in due. Le ampie divergenze tra i
deputati si riscontrano nel fatto che la relazione ha ottenuto 305 voti
favorevoli, 302 contrari e 33 astensioni. Il Parlamento E' solamente
consultato sul progetto di direttiva, ma le misure derivanti dalla politica
d'asilo saranno adottate con la procedura di codecisione, che attribuisce
ai deputati poteri pari a quelli del Consiglio.

I deputati hanno adottato un emendamento che sopprime la facoltà del
Consiglio di stilare, a maggioranza qualificata, un elenco comune, valido
in tutta l'Unione, di paesi cosiddetti "super sicuri" che autorizzerebbe
gli Stati membri a rifiutare automaticamente le domande d'asilo alle
persone da essi provenienti, senza ricorrere quindi all'esame della
domanda. Tale disposizione, a loro parere, sarebbe ingiusta nei confronti
dei cittadini di questi paesi in quanto non imporrebbe la valutazione
individuale dei casi e potrebbe avverarsi contraria al principio di "non
refoulement" (espulsione o respingimento) previsto dalla Convenzione di
Ginevra.

Il testo del Consiglio prevede anche l'elaborazione di un elenco «minimo»
di paesi terzi di origine sicuri, valido per tutta l'Unione, consentendo
però agli Stati membri di designare come sicuri, con valenza esclusivamente
nazionale, paesi terzi diversi da quelli figuranti nell'elenco comune. I
deputati, pur accettando l'istituzione di un elenco unico europeo di questo
tipo, respingono la definizione di liste nazionali integrative e auspicano
garanzie supplementari per i richiedenti asilo.

E' infatti chiesto di concedere loro la possibilità di «confutare la
presunzione di sicurezza», considerata dai deputati conditio sine qua non
per l'accettazione del principio di "paese sicuro", ritenendo che la
valutazione del rischio nel paese d'origine vada effettuata sempre su base
individuale e non secondo una presunzione generale di sicurezza basata su
criteri nazionali. L'elenco deve poi essere definito - ed eventualmente
modificato - ricorrendo alla procedura di co-decisione e non dal solo
Consiglio previa consultazione del Parlamento.

Per i deputati, inoltre, gli Stati membri non devono raccogliere i
richiedenti asilo in un centro di accoglienza chiuso e, prima di
trattenerli, devono sempre prendere in considerazione misure alternative
«non custodiali». Il loro eventuale trattenimento, poi, E' possibile «solo
se si E' appurato che tale misura E' necessaria, legale e giustificata» e
deve avvenire in luoghi chiaramente separati dalle carceri.

I deputati hanno anche adottato una serie di emendamenti volti a garantire
che i diritti dei rifugiati siano rispettati in tutte le tappe della
procedura. I rifugiati, pertanto, debbono poter ricorrere in appello contro
le decisioni che negano la qualifica di rifugiato e, nel frattempo, restare
nel paese fintantoché non siano esauriti tutti i livelli di ricorso.

Ad essi deve, inoltre, essere assicurata la facoltà di richiedere un
colloquio individuale con le autorità, di usufruire di un rappresentante
legale e di ricevere tutte le informazioni relative alle procedure di asilo
in un lingua ad essi conosciuta. I casi di domande non ammissibili, poi,
devono essere esaminati dagli Stati membri nel rispetto della Convenzione
di Ginevra. Particolare attenzione, infine, va accordata alle domande
d'asilo presentate dai minorenni, che devono avere la precedenza.

Infine, va notato che, adottando un emendamento proposto dal PSE, il
Parlamento «si riserva il diritto di adire la Corte di Giustizia ai fini di
una verifica della legalità della proposta e della sua compatibilità con i
diritti fondamentali».

Dibattito: interventi dei deputati italiani

Giusto CATANIA (GUE/NGL, IT), a nome del gruppo, ha ringraziato il relatore
ma ha sottolineato che, «purtroppo, il Consiglio ha già deciso» e,
stigmatizzando l'assenza dall'Aula della Presidenza, ha affermato che molto
probabilmente essa «non terrà in alcun conto le indicazioni che verranno
dal Parlamento». A parere del deputato, la relazione in esame migliora la
direttiva, in particolare con la cancellazione del concetto di «paese
supersicuro» e con l'ampliamento dei margini per i ricorsi contro eventuali
dinieghi.

Tuttavia, ha notato, rimangono aperte «grandi questioni» come quella
relativa al ruolo delle autorità consolari che non devono incontrare in
nessun caso i richiedenti asilo, o la questione della detenzione dei
richiedenti. Ricordando la sua recente visita a Lampedusa, ha sottolineato
come la commistione tra richiedenti asilo e migranti irregolari «generi la
barbarie nei rapporti all'interno dei centri di permanenza». I richiedenti
asilo,pertanto, non dovrebbero mai essere «reclusi» e, qualora fosse
necessario, occorre provvedere che non siano tenuti nello stesso luogo dei
migranti irregolari e, comunque, «non per sei mesi».

Il deputato si E' poi detto preoccupato per l'uso che viene fatto nella
relazione del concetto di paese terzo sicuro, sui criteri per la sua
definizione e su come sarà stilato l'elenco di tali paesi. Questo concetto,
ha spiegato, impedisce per definizione la valutazione caso per caso, in
quanto si «delega a un altro paese - considerato sicuro secondo criteri
abbastanza flessibili - il compito che spetta a noi». L'asilo, ha quindi
aggiunto, «non E' una concessione, E' un dovere morale e politico
dell'Europa ed E' un diritto per gli uomini e per le donne perseguitati o
in fuga dalle guerre». Quali sono i paesi sicuri? Si E' poi chiesto.
Secondo i criteri potrebbero essere considerati paesi sicuri addirittura il
Marocco o la Bielorussia, per esempio. A suo parere, il concetto di paese
terzo sicuro mette «a repentaglio la vita dei richiedenti asilo» e,
pertanto, «non ce lo possiamo permettere».

Infine, il deputato ha lamentato il potere troppo limitato del Parlamento,
in quanto la codecisione sarà applicata solo per modificare l'elenco dei
paesi terzi sicuri ed ha affermato che il tipo di armonizzazione che si va
delineando «peggiora perfino alcune legislazioni nazionali».

Romano Maria LA RUSSA (UEN, IT), a nome del gruppo, ha espresso i propri
complimenti al Consiglio «per la sua assenza» sostenendo che ciò «sia
sintomatico di quanto sia tenuto in considerazione questo Parlamento».
Dicendosi d'accordo con la relatrice nel rivendicare una maggiore
collaborazione tra le Istituzioni e nel ritenere che il Parlamento debba
essere sempre consultato prima che il Consiglio possa raggiungere ogni
sorta di accordo, ha tuttavia espresso il proprio disappunto sui contenuti
della relazione.

Per il deputato, infatti, non E' sufficientemente presa in considerazione
la diversa percezione che uno Stato può avere in merito al «problema
dell'immigrazione». E' indiscutibile, ha aggiunto, che i paesi cosiddetti
periferici dell'Unione soffrano e risentano maggiormente di «autentici
assalti di immigrati che talvolta arrivano sì con buoni propositi, ma sono
comunque clandestini».

In mancanza di una politica comunitaria di immigrazione, «una politica
intelligente e concreta», per il deputato E' legittimo che gli Stati si
riservino di esaminare solo le domande ritenute gravi ed eventualmente
rifiutarle. Forse, ha aggiunto, «alcuni colleghi si ostinano a voler
considerare l'immigrazione un problema non comunitario, immaginando che
siano i singoli Stati a doversi fare carico degli esorbitanti costi che
queste ondate migratorie comportano».

Sono stati adottati emendamenti contrari alle proposte del Consiglio, E'
stata di fatto eliminata la definizione di paese terzo sicuro impedendo
agli Stati di rifiutare le domande non ritenute idonee nonostante la
provenienza da paesi considerati rispettosi delle libertà e dei diritti
umani, ha proseguito. Ma questo Parlamento - «forse perché troppo
politicamente corretto» - vuole ignorare che, quasi sempre, gli immigrati
che si introducono in Europa, «finiscono col delinquere e mettere a
repentaglio la sicurezza dei cittadini». Per il deputato, allora, «forse
sarebbe meglio avere il coraggio di affermare che ogni Stato si regoli come
meglio crede», cioE' con venti legislazioni diverse. Tuttavia, ha concluso,
«la sinistra non parli di Europa unita, l'ipocrisia appartiene solo ad
essa, non certo a noi di destra».

Claudio FAVA (PSE) ha ringraziato il relatore «per l'eccellente lavoro» e
la Commissione per la sua proposta che considera «un tentativo onesto per
uniformare in tutta l'Unione il trattamento dei richiedenti asilo». Il
contributo del Parlamento europeo, ha spiegato, E' volto a riallinearla
allo spirito del Consiglio di Tampere, ma tende anche a «superare il
primato della paura come unico elemento politico, come unico criterio
d'azione delle nostre politiche sull'immigrazione e sul diritto d'asilo».
Adesso, ha aggiunto, occorre vigilare sull'applicazione della direttiva
così come sarà stata emendata e fare in modo che sia davvero la nuova
normativa europea applicata in tutti gli Stati membri.

Affermando di voler evitare «alcune interpretazioni da operetta che sono
arrivate oggi dai banchi della destra», per il deputato occorre adottare,
con la partecipazione del Parlamento, una lista europea di paesi sicuri
fondata su condizioni oggettive e precise, «che E' esattamente l'opposto di
quanto oggi sta accadendo». Da Lampedusa, ha spiegato, partono migliaia di
migranti per essere espulsi in Libia, «che tutto può essere tranne che un
paese sicuro».

Il Parlamento, ha proseguito, chiede «norme certe, rigorose e responsabili»
e occorre far capire al Consiglio e a tutte le Istituzioni europee che oggi
l'Europa «non può semplicemente difendersi», deve anche difendere i diritti
«di chi oggi subisce la violenza della guerra e l'umiliazione di una
persecuzione». E' necessario chiedersi, ha concluso, se di fronte a tutto
ciò «il problema per noi E' ricevere la richiesta d'asilo o piuttosto E' un
problema per quei profughi la guerra e la persecuzione da cui sfuggono».

Fonte :PE

Riferimento :
2005/09/27 08:30:00
Wolfgang Kreissl-Dörfler (DE) - PSE
Doc.: A6-0222/2005
Procedura: Consultazione legislativa
Dibattito: 27.9.2005
Votazione: 27.9.2005