Emergenza giustizia in Sicilia



Le inchieste
diario d'informazione civile



Ragusa, 2 maggio 2005

Cari amici, come potrete rilevare dal documento e dall'appello che seguono,
il lavoro civile di <http://www.leinchieste.com>www.leinchieste.com giunge
a uno snodo di particolare impegno. Si tratta di impedire che i potentati
dell'est siciliano continuino ad arrecare offese alla democrazia. E'
importante allora che ci giunga una vostra presa di posizione forte, perché
sia chiaro che nell'assunzione di tali difficili compiti non si è soli. A
tutti un fraterno saluto

Carlo Ruta


Il procuratore Agostino Fera venga rimosso da Ragusa

A questo punto è necessario e urgente, per porre fine ai problemi che
sempre più gravano sulla gestione della giustizia. Dalle istituzioni dello
Stato vengano atti conseguenti. La società civile, a tutti i livelli,
faccia sentire la sua voce.

Agostino Fera, attuale procuratore della Repubblica presso il tribunale di
Ragusa, costituisce un problema non più eludibile in ordine al
funzionamento della giustizia negli Iblei.

Da sostituto procuratore, nel 1972 tale magistrato ebbe in cura, con
l'allora procuratore Francesco Puglisi, la prima fase dell'istruttoria
riguardante il delitto Tumino, antecedente diretto del delitto Spampinato.
Su tale fase istruttoria, in ordine ai sospetti che ricadevano su Roberto
Campria, figlio del presidente del tribunale di Ragusa, già Giovanni
Spampinato ebbe modo modo di ipotizzare, su L'Ora di Palermo, omissioni
gravissime. Fu tuttavia dopo l'uccisione del giornalista che le condotte
dei magistrati ragusani, inclusa quella del Fera, vennero censurate con
asprezza da esponenti della cultura, del giornalismo, della politica: in
particolare da Miriam Mafai, Achille Occhetto, Mario Genco, Giorgio
Chessari, Salvo Riela, e, significativamente, nessuno per quelle accuse
pregiudizievoli mosse a mezzo stampa fu condotto in tribunale. Ebbene, i
deficit gravissimi dell'istruttoria allora subodorati e denunziati vengono
confermati oggi in maniera inoppugnabile dalle carte venute alla luce dagli
archivi del palazzo di giustizia.

Nel corso di un primo grado di processo tenutosi a Messina, conclusosi il
23 ottobre 2004, Fera ha fatto dichiarazioni che da esponenti della
cultura, del giornalismo italiano e della società civile, fra cui l'ex
direttore de L'Ora Etrio Fidora, sono state considerate gravissime. Ha
detto fra l'altro che responsabili dell'uccisione di Spampinato furono i
giornali, alludendo ovviamente a quelli su cui scriveva il cronista
ragusano, "L'Ora" di Palermo e "l'Unità". Tali dichiarazioni offendono
effettivamente la memoria di Spampinato e la dignità dell'informazione
civile. Sono quindi oggettivamente intollerabili, e il procuratore di
Ragusa non ha avvertito neppure la necessità di rispondere, pubblicamente,
alle censure mossegli.

Per quanto emerge dai documenti anzidetti e da nuove testimonianze,
assumibili pure in via giudiziaria, esistono per intero le condizioni
perché venga riaperta l'istruttoria sul delitto Tumino e perché si faccia
piena luce sulle circostanze che portarono all'uccisione del giornalista
Giovanni Spampinato. Non può tuttavia essere sottaciuto un dato di fatto:
il Fera, per il ruolo che ricoprì nella vicenda e il ruolo che ricopre oggi
al palazzo di giustizia, costituisce un obiettivo ostacolo, di là dalle sue
stesse intenzioni, perché avvenga tale riapertura. E potrebbe essere
sintomatico, in tal senso, il silenzio con cui gli uffici giudiziari
ragusani hanno accolto finora i reclami espressi su "accadeinsicilia", su
"leinchieste.com", infine con il libro-dossier "Morte a Ragusa".

Il foglio on-line "accadeinsicilia", che ha reso pubbliche le dichiarazioni
del Fera e le testimonianze di sdegno che ne sono seguite, è stato
oscurato, in via preventiva e in sede accortamente civile, dal magistrato
Vincenzo Saito del tribunale di Ragusa, su sollecitazione di un avvocato,
Carmelo Di Paola, che tra l'altro risulta strettamente legato al
procuratore medesimo per ragioni di patrocinio professionale. Tale
oscuramento, ancora una volta, ha fatto insorgere l'opinione pubblica oltre
che sedi assai significative del paese civile. E le movenze espresse da
tale provvedimento, che lede profondamente l'articolo 21 della
Costituzione, e che pure nel dettaglio della competenza territoriale
risulta essere illegittimo, dal momento che il titolare-responsabile del
sito ricade sotto la competenza del tribunale di Modica e il provider,
Aruba Technorail, ricade sotto la competenza del tribunale di Arezzo,
alimentano, in via oggettiva, gravissimi dubbi sui modi in cui vengono
concepiti e gestiti a Ragusa alcuni uffici giudiziari.

Le inefficienze che riguardano la procura di Ragusa hanno superato ormai
ogni limite. Sono infatti documentabili parecchie decine di casi di
denunzie, querele ed esposti che, per ragioni mai spiegate, sono finiti su
binari rigorosamente morti. Se ne segnala uno fra i più emblematici, tenuto
sotto osservazione da "accadeinsicilia". Dagli inizi del 2002 sono state
presentate denunzie circostanziate e documentate su condotte assolutamente
anomale della BAPR, il potentato finanziario più forte del sud-est
siciliano, ma in oltre tre anni non è venuto dalla procura alcun atto
determinante, al punto che più volte i denunzianti, soci della banca
medesima, hanno richiesto, senza successo, l'avocazione del caso alla
procura generale di Catania. Evidentemente, da parte dell'ufficio
requirente, per ragioni che vanno sicuramente spiegate, non si dà esempio
di buona amministrazione. E tutto questo finisce con il corroborare i
dubbi, sempre più diffusi, di una giustizia monca e ausiliaria.

6) Agostino Fera opera presso il palazzo di giustizia di Ragusa da circa
trentasette anni, e una tale longevità di servizio negli ambiti della
magistratura costituisce un'anomalia. Ha potuto ambientarsi con ampiezza,
stringere amicizie, legarsi a circoli esclusivi come il Lyons Club. Come
può avvenire in simili circostanze, tale presenza duratura ha finito poi
con l'alimentare, non importa per responsabilità di chi e se per motivi di
ruolo, inimicizie e ostilità particolari. Alle voci legittimamente critiche
sul conto del magistrato da tempo si sovrappongono quindi voci eterogenee,
che se arrivano a ledere la dignità personale del medesimo, aggiungono
sicuramente confusione, alimentano il malanimo nelle popolazioni iblee, con
ulteriori pregiudizi per l'immagine della giustizia.

In definitiva, per numerose ragioni documentabili, la rimozione di Agostino
Fera da capo della procura di Ragusa costituisce una necessità. E questa
iniziativa di informazione critica, garantita dall'articolo 21 della
Costituzione, procederà fino a quando non verranno, dalle sedi competenti,
atti risolutivi in tale senso.

Carlo Ruta



Appello

Invitiamo le persone oneste e le espressioni del paese civile che hanno
seguito fino ad oggi il nostro impegno, nell'isola come in ogni altra
regione d'Italia, a farci pervenire la loro testimonianza, ad animare un
dibattito che possa diventare una impetuosa valanga in favore della
giustizia e della libertà di critica. In questa area della Sicilia si è nel
pieno di una gravissima emergenza, di un attacco a tutto campo che ci
sollecita moralmente a una risposta, ed è importante poter contare sulla
condivisione aperta di chi ha a cuore le cause giuste. I poteri forti
dell'est siciliano sono arrivati ad oscurare accadeinsicilia, un archivio
di oltre duemila documenti, che per fortuna si è riusciti a salvare. E dopo
il ripristino dell'attività informativa, attraverso "leinchieste.com",
hanno dimostrato di essere in grado di concepire altro. Sono arrivati
segnali. Sono stati compiuti atti. Sono avvenuti fatti. In ultimo è
arrivata una veloce ma significativa presa di posizione da parte della
procura di Messina, che viene riportata nella pagina dei documenti. Negli
anni sessanta e settanta i giornalisti siciliani sotto attacco erano
costretti a chiedere il trasferimento dei processi che li riguardavano
oltre lo Stretto. E così avveniva puntualmente. L'impressione è che, nel
caso nostro, si stiano creando le premesse per simili situazioni, e la
cosa, in sé gravissima, potrebbe essere sintomatica. Nell'est siciliano si
sta facendo una battaglia di democrazia, utilizzando appieno le risorse
comunicative espresse dal web. A qualsiasi costo non si intende quindi
tornare indietro.


<http://www.leinchieste.com>www.leinchieste.com: 

Le inchieste sotto attacco e le risposte dal paese civile:

<http://www.leinchieste.com/inchieste_sotto_attacco_testimonianze.htm>le
testimonianze;
<http://www.leinchieste.com/inchieste_sotto_attacco_dibattito.htm>il
dibattito;
<http://www.leinchieste.com/inchieste_sotto_attacco_iniziative.htm>le
iniziative;
<http://www.leinchieste.com/inchieste_sotto_attacco_documenti.htm>i
documenti

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