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GIUSTIZIA: SI' A RIFORMA, LA MAGISTRATURA CAMBIA VOLTO
 ROMA - Concorso unico, ma scelta definitiva, dopo cinque anni, del tipo di
funzione che si vuole esercitare, se giudice o Pm; possibilita' di far
carriera piu' velocemente tramite concorsi per titoli ed esami; azione
disciplinare obbligatoria. Questi i punti salienti della riforma dell'
ordinamento giudiziario definitivamente approvata dalla Camera.

SEPARAZIONE DELLE FUNZIONI
Il magistrato dopo 5 anni di servizio, due dei quali, come uditore, dovra'
scegliere se fare il Pm o il giudice. Per cambiare funzione dovra'
sostenere un esame orale, frequentare un corso di formazione presso la
Scuola della magistratura e ottenere una valutazione positiva. Ma
soprattutto dovra' cambiare distretto giudiziario. La scelta poi diventa
irrevocabile. Prima delle prove scritte e orali il candidato dovra'
indicare nella domanda, pena l'inammissibilita', se preferisce la funzione
giudicante o requirente.

COLLOQUIO PSICO-ATTITUDINALE
Nel primo testo della Camera si parlava di 'test psico-attitudinale'. Poi
si e' preferita la versione piu' soft di 'colloquio di idoneita'
psico-attitudinale'. Si prevede che l'aspirante 'toga' sia valutata anche
da un punto di vista psicologico durante le prove orali. E' un punto,
questo, su cui Forza Italia ha puntato i piedi.

SISTEMA DEI CONCORSI
Per fare carriera velocemente il magistrato dovra' affrontare concorsi per
titoli ed esami. Novita' introdotta dal maxiemendamento del governo e' che
la prova deve riguardare la soluzione di un caso pratico.

ORGANIZZAZIONE DELLE PROCURE
Solo il Procuratore Capo e' titolare dell'azione penale e gli atti che
incidono sulla liberta' personale o su diritti reali devono essere assunti
con il suo preventivo consenso. Solo lui potra' avere rapporti con i
giornalisti. Il procuratore avra' inoltre l'obbligo di segnalare al
consiglio giudiziario tutti i magistrati 'disobbedienti'.

SCUOLA DELLA MAGISTRATURA
Ha il compito di gestire la formazione degli uditori giudiziari;
organizzare i corsi di aggiornamento professionale; valutare la
professionalita' dei magistrati; promuovere iniziative di studio e ricerca.
La scuola gode di autonomia contabile, giuridica e funzionale e puo'
utilizzare anche personale del ministero in numero non superiore a 50
unita'.

AZIONE DISCIPLINARE
Diventa obbligatoria e nella riforma si indicano tutti i possibili 'reati'
che vanno dall'iscrizione ai partiti o ai movimenti politici, fino al
rilasciare dichiarazioni o interviste. La esercita il Pg presso la
Cassazione entro un anno dalla notizia del fatto e la puo' promuovere anche
il ministro della Giustizia. Il Guardasigilli non potra' piu' impugnare la
decisione di non luogo a procedere a meno che non sia stato lui a
promuovere l'azione o a chiedere un' integrazione della contestazione.

LE NOMINE
Il Csm potra' assegnare incarichi semidirettivi senza sentire prima il
parere del Consiglio direttivo della Cassazione e sara' necessario il
concerto con il Ministro solo per le funzioni direttive di secondo grado.
Tra le novita' c'e' la riduzione dal 40% al 30% dei posti per quei
magistrati che vorranno arrivare prima in Corte di Appello sostenendo
l'esame invece che attendere i 13 anni di attivita' previsti.

ANNO GIUDIZIARIO
Gia' da quest'anno l'inaugurazione dell' anno giudiziario potrebbe
cambiare. Il Guardasigilli cioe' potrebbe fare la sua relazione alle Camere
indicando le linee di politica giudiziaria, cosi' come prevede la riforma,
entro 20 giorni dall'inizio dell'anno giudiziario. Entro i successivi 10
giorni si terranno le celebrazioni con le relazioni del primo presidente
della Cassazione e dei presidenti di Corte di Appello. Potranno intervenire
anche il Pg e il rappresentante dell'avvocatura.

INCARICHI EXTRAGIUDIZIARI
Piu' pubblicita' per gli incarichi extragiudiziari dei magistrati. Ogni sei
mesi sara' reso noto un elenco, messo a punto dal Csm, di incarichi
autorizzati dallo stesso Csm, in cui si indicano l'ente che conferisce
l'incarico, l'eventuale compenso percepito, la natura e la durata e il
numero degli incarichi svolti in precedenza dal candidato.

STRALCIO SU ETA' PENSIONABILE
Al Senato e' stata stralciata la norma sull'abbassamento dell'eta'
pensionabile da 75 a 72 anni. Fara' parte di una successiva proposta di
legge.





ROMA - Dopo tre anni di iter parlamentare, l'Aula della Camera ha dato il
via libera definitivo alla riforma dell'Ordinamento giudiziario. Il testo
e' stato licenziato dall'Assemblea di Montecitorio con 273 si', 158 no e
quattro astensioni.

Piu' che soddisfatto il Guardasigilli Roberto Castelli, che ha sottolineato
''la capacita' riformatrice dell'Esecutivo''. E soddisfatta e' la
maggioranza di centrodestra per l'approvazione di questo provvedimento che
Luigi Vitali di Forza Italia ha definito come ''epocale''; compresa l'Udc,
che, come ha rilevato in Aula Erminia Mazzoni, oggi ha votato ''un si' ben
piu' convinto di qualche mese fa''.

Durissima l'opposizione del centrosinistra, che ha votato no compatta,
ribadendo fino all'ultimo come questa riforma sarebbe solo una ritorsione
nei confronti dei giudici, i quali da ora in poi saranno meno liberi. E si
e' appellata, con il Verde Paolo Cento, al Capo dello Stato ed alla Corte
Costituzionale ''perche' ne smascherino l'anticostituzionalita''', mentre
Antonio Di Pietro ha annunciato che promuovera' un referendum per abrogarla.

''Questa riforma e' stata attesa per decenni'', hanno detto il responsabile
Giustizia di Fi Giuseppe Gargani e, in Aula, Luigi Vitali; quest'ultimo ha
osservato che ''se una riforma di questa portata non era stata finora fatta
e' stato solo perche' i governi che si sono succeduti sono stati animati da
uno spirito di sudditanza. Noi non siamo sudditi della magistratura: la
rispettiamo e da essa pretendiamo il rispetto che ci spetta''.

E, mentre Sergio Cola di An ha ribadito che ''nel votare questa riforma il
Parlamento compie la scelta giusta'', la leghista Carolina Lussana ha
lodato la ''caparbieta''' del ministro Castelli, evidenziando che la
riforma ''e' un primo passo importante per avere una giustizia piu'
professionale, piu' efficiente, piu' giusta e piu' vicina ai cittadini''.

Il centrosinistra e' insorto ancora una volta contro il testo, approvato,
secondo Giannicola Sinisi (Dl) ed Anna Finocchiaro (Ds) ''senza nessun
confronto con la maggioranza e respingendo ogni indicazione giunta dalla
magistratura, dagli avvocati e dai costituzionalisti''. ''La riforma della
giustizia non e' finalizzata a migliorare il servizio ai cittadini'', ha
detto il leader del Pdci Oliviero Diliberto, sottolineando come con questa
riforma non si risolvano i problemi veri della Giustizia, primo fra tutti
la lunghezza dei processi, mentre ''il governo mira solo a mettere in
discussione l'autonomia e l'indipendenza della magistratura intervenendo
sulle carriere di giudici e magistrati''.

E, mentre il verde Paolo Cento ha parlato di ''una vera e propria
manganellata contro la Costituzione e l'indipendenza della magistratura'',
lo Sdi ha evidenziato che ''si e' persa una occasione importante per
riformare con il concorso di tutti, maggioranza e opposizione, uno dei
settori piu' importanti e delicati dello Stato, mentre e' prevalso lo
spirito vendicativo di questa maggioranza verso la magistratura nel suo
insieme''.

''Si consuma - ha detto in Aula Giannicola Sinisi (Dl) - una ritorsione
stupida nei confronti dei giudici e dei cittadini che chiedono giustizia
che si troveranno davanti a magistrati meno liberi e meno professionali in
base a misure ingiuste e sballate contenute in questo provvedimento''.

E di ''puro desiderio di rivalsa del governo e della maggioranza'' ha
parlato la diessina Anna Finocchiaro. ''Se fossimo ispirati dalla logica
del 'tanto peggio tanto meglio' - ha aggiunto - oggi non potremmo non
nascondere la nostra soddisfazione; ma siamo piu' che preoccupati: quando
il circo mediatico su questa riforma sara' finito, allora la gente si
accorgera' che si tratta solo di illusionismo di Stato''.

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