(Fwd) [IxT] Antibufala: Simona e Simona superstipendiate?



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Date forwarded: 	Thu, 28 Oct 2004 11:23:32 +0200
Date sent:      	Thu, 28 Oct 2004 09:23:17 +0000
From:           	Paolo Attivissimo <topone at pobox.com>
To:             	ixt <internetpertutti at peacelink.it>
Subject:        	[IxT] Antibufala: Simona e Simona superstipendiate?
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[IxT] Antibufala: Simona e Simona superstipendiate?

Sta circolando da giorni in Internet un appello riguardante la 
vicenda
delle italiane Simona Pari e Simona Torretta, rapite a Bagdad insieme
all'iracheno Raad Abdul Aziz e all'irachena Manhaz Bassan il 7
settembre scorso mentre lavoravano a Bagdad per l'organizzazione non
governativa "Un ponte per" e rilasciate il 29 settembre.

Secondo l'appello, le due Simona avrebbero percepito uno stipendio di
8000 euro l'una per insegnare "la raccolta differenziata ai bambini
iracheni". Lo stipendio sarebbe stato pagato dai "nostri cretini
governativi che finanziano ste associazioni". Si cita come fonte il
Corriere della Sera, senza però indicare date o articoli specifici, e
viene tirato in ballo anche l'ex presidente della Repubblica Cossiga,
al quale si fa dire "ma non è che si sono rapite da sole?".

L'appello contiene numerose altre accuse, ma la principale è quella
del superstipendio.

La fonte più remota nel tempo che ho trovato è un blog del 6 ottobre
2004, che cita l'appello e lo descrive come un testo ricevuto da 
altra
fonte:

http://comgas.clarence.com/permalink/167517.html

Le prime segnalazioni al Servizio Antibufala risalgono al 7 ottobre
2004, data alla quale risalgono anche le prime tracce dell'appello 
nei
newsgroup, secondo Google Groups. L'appello compare infatti nel
newsgroup it-alt.politica.lega-nord, a firma di un certo "Axell", che
però afferma in un messaggio successivo dello stesso newsgroup di non
essere l'autore dell'appello.

C'è un problema di fondo in quest'indagine: procurarsi informazioni
obiettive su un caso così controverso, che ha suscitato un fortissimo
clamore politico nella stampa italiana, è estremamente difficile. I
giornali italiani si sono schierati tutti così esageratamente da una
parte o dall'altra che si sono resi sostanzialmente inaffidabili.

Le fonti di stampa sono utilizzabili soltanto come fonte di dettagli
non contestati, come per esempio le date di rapimento e di rilascio, 
o
di informazioni "neutre" rispetto alla loro ideologia o addirittura
contrarie ad essa, secondo il "Principio di Belzebù" (se un religioso
mi dice che ha visto Belzebù, è una conferma "debole", perché 
avvalora
le sue tesi; se me lo dice un ateo, è una conferma forte, perché
contraria alle sue idee). Ho considerato più affidabili le agenzie di
stampa e le fonti non italiane, in quanto probabilmente più
distaccate.

Di conseguenza, questa non è un'indagine chiusa, ma un sunto 
preliminare. Il vostro aiuto, con segnalazioni di informazioni tratte
da fonti che rispettino il Principio di Belzebù, sarà prezioso per
completare il quadro.

Nel frattempo, classifico l'appello come ad alto rischio di bufala
diffamatoria, e quindi da non diffondere, per una ragione di fondo: 
si
tratta di un messaggio anonimo, privo di fonti e pieno di accuse non
documentate. Ha senso diffonderlo senza chiedersi se per caso, vista
la sua origine, si tratti di disinformazione? Siete disposti a
sottoscrivere, tramite il vostro inoltro, una diceria di cui non 
avete
alcuna conferma e di cui non si conosce l'autore?

L'anonimo estensore dell'appello ha lanciato il sasso e nascosto la
mano senza fornire alcuna conferma. In queste condizioni, diffondere
un'accusa del genere prima di averne conferme è irresponsabile.
Occorrono prove, e chi ha scritto l'appello si è guardato bene dal
darne.

Ci sono anche altre ragioni per dubitare seriamente dell'appello.
L'organizzazione "Un ponte per..." ha pubblicato una smentita di
alcune delle accuse, in particolare quelle riguardanti il presunto
"stipendio" da 8.000 euro attribuito alle due ragazze.

http://www.unponteper.it/liberatelapace/article.php?sid=1101

Secondo "Un ponte per...", lo stipendio reale ammontava a "in soldoni
circa 1500 euro netti al mese comprensivi tredicesima e fine
rapporto". Anche aggiungendo assicurazione, vitto, trasporti e
quant'altro, da 1500 a 8000 euro il passo è molto lungo (dire "da tre
a sedici milioni di lire" rende forse più chiaro il divario). Il
bilancio di "Un ponte per..." è pubblicamente consultabile via
Internet.

Inoltre lo stipendio non proverrebbe dal governo italiano, come
afferma invece l'appello. Infatti ci sono le dichiarazioni in tal
senso di "Un ponte per...", che parla di "finanziamenti pubblici"
soltanto nel senso di finanziamenti provenienti da organizzazioni
europee e da enti locali italiani, e c'è un articolo de Il Tempo
secondo il quale il governo italiano avrebbe erogato un unico
finanziamento estremamente modesto (circa 15.000 euro) a "Un ponte
per...".

http://guide.supereva.it/alleanza_nazionale/interventi/2004/10/178634.
shtml

In un caso come questo, il bufalatore ha il coltello dalla parte del
manico: a lui costa pochissima fatica partorire nell'anonimato una
sventagliata di accuse, mentre chi indaga deve affannarsi a trovare
conferme o smentite documentate per ciascuna delle affermazioni. Dato
che le mie risorse sono limitate e ci sono molte altre indagini in
coda, c'è un limite al tempo che posso dedicare a ciascuna delle
accuse fatte dall'anonimo accusatore.

In realtà l'onere della prova spetta a chi ha scritto questo 
messaggio
d'accusa, che però probabilmente non si farà avanti con prove di ciò
che ha incautamente diffuso in Rete.

L'indagine antibufala è ancora aperta ed è a vostra disposizione, con
maggiori dettagli e link alle fonti, presso

http://www.attivissimo.net/antibufala/2simone/strapagate.htm

Ciao da Paolo.


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(C) 2004 by Paolo Attivissimo (www.attivissimo.net).
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