uccisa nel nome della legge e della religione!!



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Da altra lista :

IL CORAGGIO INAUDITO DI ATEFEH
5 settembre 2004



Lei si chiamava Atefeh Rajabi, e aveva sedici anni. Abitava in un paese nel nord dell'Iran, provincia di Mazandaran, e io me la immagino simpatica, sveglia, intelligente e con una grande voglia di vivere e fare quello che le ragazze fanno o cominciano a fare alla sua età: scoprire il mondo, e dunque il proprio corpo, e i desideri e la voglia di sognare e innamorarsi un po'. Me la immagino così Atefeh, e non posso aggiungere altri dettagli al mio immaginarmela, perché lei è morta il giorno di ferragosto, il 15 agosto scorso,mentre noi facevamo le nostre vacanze, e le nostre sorelle o le nostre figlie dell'età di Atefeh andavano al mare con le loro amiche. Morta impiccata, appesa a una gru in mezzo a un strada della provincia di Mazandaran, per decisione di un giudice, il mollah Haji Reza che ha applicato la sharia, la cosiddetta legge islamica. Che crimine aveva commesso Atefeh? Viene detto che è stata sorpresa in "atti incompatibili con la castità". Il rapporto di Amnesty International che racconta il suo caso non precisa quali fossero questi atti, è stata sorpresa insieme a un ragazzo, è stata arrestata. Lei era troppo povera per potersi permettere un avvocato, e cosa ha fatto, si è difesa da sola, anche se la legge iraniana esige la presenza di un avvocato durante un processso. Quello che il rapporto mi dice ancora è che questa ragazzina si è difesa da sola, con un coraggio "inaudito", così dice un testimone, e però il suo coraggio inaudito l'ha spinta ad attaccare e accusare il regime iraniano, il giudice stesso, l'ha portata a strapparsi di dosso per spregio alcuni pezzi del suo vestito (non vengono detti quali). Il suo coraggio le è costato parecchio, perché ha reso il giudice furioso, gli ha fatto chiedere la condanna al'impiccagione, da eseguirsi nel più breve spazio di tempo possibile. Questo giudice ha ottenuto il permesso immediato dalla corte suprema della repubblica islamica e dal ministro della giustizia. Non è finita. Il giudice Haji Reza ha voluto, ha preteso, di essere lui in persona a mettere la corda al collo di Atefeh. È stato lui a dare l'ordine di ucciderla. L'amico della ragazza, che era stato arrestato insieme a lei, è stato condannato a cento colpi di frusta e subito rilasciato. Adesso è un uomo libero.
Quello che sappiamo ancora della breve storia di questa ragazza è che il suo corpo è stato preso da sconosciuti e è sparito. Non resta dunque più nessuna traccia al mondo di questa adolescente uccisa da barbari violenti nel nome della legge e della religione.
Non resta niente della sua intelligenza, del suo coraggio della sua curiosità.

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queste cose accadono quando si seguono ciecamente la legge e la religione invece che la propria coscienza. Se così fosse sì che il mondo sarebbe veramente in pace!!! 
Una proposta per costruire la pace dentro di noi e fuori di noi: superare tutte le leggi, superare tutte le religioni!!! (che non significa anarchia, bensì autonomia).
cordialità Associazione Partenia.

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