ATTACCO ALL'EUROPA di Magdi Allam;





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it/Primo_Piano/Esteri/2004/08_Agosto/29/attacco_europa.shtml

ATTACCO ALL'EUROPA
di Magdi Allam
Per la prima volta il terrorismo islamico che ha individuato in Iraq il suo
fronte di prima linea tenta di imporre la sua legge all'Europa e di
ipotecare il controllo delle comunità musulmane. La minaccia di assassinare
due giornalisti francesi se il governo di Parigi non abrogherà entro 48 ore
la legge che vieta il velo islamico nelle scuole pubbliche, costituisce un
salto di qualità nella strategia della rete del terrorismo islamico
globalizzato.

L'Europa non è più solo una formidabile roccaforte logistica dove forgiare i
combattenti egli aspiranti «martiri» islamici, ma un terreno fertile per
scatenare la jihad, la «guerra santa» islamica. E' come se all'improvviso i
terroristi islamicisi fossero trasformati in un partito clandestino europeo,
in grado di coniugare le nostre logiche politiche con i suoi micidiali
strumenti di morte. Esordendo con una sfida frontale incentrata su una
questione identitaria cruciale, quella del velo islamico, attorno cui i
terrorist iislamici sanno di poter raccogliere il consenso del popolo delle
moschee, dei gruppi integralisti islamici e persino di molteplici
organizzazioni cristiane e laiche contrarie al veto francese nel nome della
libertà individuale.

Ed è proprio questa ibrida galassia politico-religiosa che ha promosso, per
il 4 settembre prossimo, una «Giornata internazionale di solidarietà per il
hijab», il velo islamico. La decisione è stata presa lo scorso 12 luglio a
Londra al termine di una conferenza, patrocinata dal sindaco Ken Livingstone
 alla presenza dei maggiori esponenti dei Fratelli Musulmani in Europa: lo
sceicco Youssef Qaradawie Tareq Ramadan. Qaradawi, dagli schermi della
solita Al Jazira, aveva minacciato Chirac: «Sulla questione del velo non si
tratta di scendere a patti con la politica nazionale o internazionale. E'
una questione che concerne l'essenza della nostra esistenza. Noi faremo
tutto quanto è in nostro potere, noi dobbiamo resistere e combattere. Il
mondo arabo, il mondo musulmano e tutti i combattenti islamici, ovunque nel
mondo, devono aiutare i loro fratelli e le loro sorelle in Francia».

Qaradawi, che tra l'altro presiede il «Consiglio europeo per la fatwa», il
responso giuridico islamico, ha emesso una fatwa che obbliga il marito a
divorziare dalla moglie qualora lei si rifiuti di indossare il velo
islamico. Può stupire che i terroristi islamici se la prendano con la
Francia, il Paese che ha capeggiato il fronte internazionale degli
oppositori alla guerra e che non dispone di alcuna forza militare in Iraq.
Così come ci si può chiedere perché la stessa sigla terroristica del ricatto
a Parigi, Esercito islamico dell'Iraq, abbia barbaramente assassinato Enzo
Baldoni, un pacifista impegnato al fianco delle vittime irachene della
guerra. O ancora perché mai questi terroristi abbiano fatto esplodere delle
chiese in Iraq e pianifichino attentati contro il Vaticano quando il Papa è
da sempre tenacemente ostile alla guerra. La verità è che questo terrorismo
non conosce alcun valore e disconosce la logica del compromesso. Ha
legittimato il massacro di tutti i «nemici» dell'Islam, ovvero di tutti
coloro che si oppongono al suo disegno di potere sull'insieme dei musulmani
nel mondo. Ora abbiamo la conferma che questo terrorismo è di natura
aggressiva e che, ai suoi occhi, non ci sono buoni o cattivi, ma solo
nemici.