Il petrolio della Val d'Agri.



Il petrolio della Val d'Agri (Basilicata)

 di Francesco Lauria
http://francescolauria.blog.tiscali.it 

A motori spenti verso il progresso?

Oggi ho percorso con i miei genitori un buon tratto
della Val d'Agri, terra natale di mio padre, ma
soprattutto la valle italiana più ricca di petrolio.

La Val d'Agri, in provincia di Potenza (Basilicata), è
costituita da una quindicina di paesi tutti tra i 6000
e gli oltre 1000 metri di altitudine e prende il nome
dal fiume che la attraversa.

Nei pressi di uno di essi (Viggiano) funzionano anche
tre piccole piste da sci.
Nei pressi di Grumento Nova, invece, ci sono
interessanti scavi romani.
Timidamente è stato aperto qualche agriturismo.
Da anni, inoltre, grazie all'Agri è stato creato un
lago artificiale (il lago del Pertusillo) che
rifornisce d'acqua l'assetata Puglia.

In Val d'Agri il gas nelle case è arrivato appena 6-7
anni fa.
Ed ancora oggi nei lunghi tornanti, in discesa, lo
sport locale preferito, in cui mi sono cimentato anche
io, è la pericolosa abitudine di scendere a motore
spento, per risparmiare benzina.

Probabilmente il gioco non vale la candela (consumo
freni, pericolosità), ma qui è la regola.

In Val d'Agri è stato scoperto un notevole
quantitativo di petrolio.
SOno stati aperti quasi un centinaio di pozzi.
Ora il monopolio è delll'Agip che ha ultimato
l'oleodotto che conduce a Taranto.
(Per inciso in Val d'Agri da quarant'anni non arriva
più la ferrovia...)

Bene, è presente anche un famoso santuario mariano di
interesse regionale, santuario in cui la prima
domenica di settembre si radunano ogni anno, circa
cinquantamila fedeli.

Il santuario si trova sul monte di Viggiano (quello
delle piste da sci...) a oltre 1700 metri sul livello
del mare.

La cosa curiosa è che a circa 1400 ci si trova ad un
bivio : a sinistra il santuario, monumento alla
tradizione di queste terre, a destra un pozzo
petrolifero, monumento ad un progresso contraddittorio
e ad un modello di sviluppo discutibile.

La valle ha avuto limitati benefici.
Il centro petroli la illumina a giorno di notte e ne
rovina le purezza dell'aria, sono sorti un paio di
hotel, ma la grandissima parte degli addetti ai pozzi
viene da fuori.

Ho stampato nella mente in un ricordo d'infanzia due
vecchi che parecchi anni fa scherzavano su una
possibile costituzione di un'"emirato della
Basilicata".

Ovviamente la Basilicata rimane povera, spopolata,
arretrata.
Ma conserva, specialmente in questa area, un fascino
indiscutibile.

E' un Sud che parla sottovoce, in cui il poco sviluppo
ha limitato le infiltrazioni mafiose (che comunque
esistono) e che il petrolio non ha smosso di molto dal
secolare immobilismo.

In questi giorni i paesi sono pieni di emigranti che
tornano per le sagre d'agosto e per salutari i cari
vivi o defunti.

Ma ci avviciniamo al momento in cui accenderanno i
loro motori (ripeto in Val d'Agri si arriva solo in
macchina, anche il progetto di allargare il piccolo
areoporto di Grumento Nova si è arenato) per tornare
al Nord.

Nei monti rimarranno i vecchi e i (pochi) bambini.
Rimarranno i pozzi a bruciare, anche se i vecchi
cominciano a ricordare i tempi in cui giovani
portavano a braccio la Madonna di Viggiano sulla lunga
e faticosa ascesa senza doversi preoccupare di strani
bivi e dei cattivi profumi del progresso...

 



	

	
		
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