ungiorno da rsu in fabbrica



E' passato un anno dalla morte di Paolo e Franco, promesse tante.RISULTATI
ZERO..

A meno di una settimana dai funerali di Silvio, la rabbia, il malcontento
che vige in fabbrica è alto.

Ancora tante promesse, tanti impegni, tanti accordi sulla centralità del
fattore umano.

Ma già dall'indomani dalle parole si è passati al nulla di fatto.

Comincia così una chiacchierata con due delegati RLS-RSU FIOM dell'area
Acciaieria ILVA Taranto.

Per ovvie ragioni i nomi resteranno di pura fantasia.



Inizia a parlare Francesco...

Sono stato assunto l'ultima volta, dopo due contratti consecutivi di
formazine nel 2002.

Prima come meccanico qualificato per poi finire nel reparto di pulizie
industriali dove come leggenda metropolitana vuole, finiscono tutti quelli
che rivendicano i propri diritti. Insomma  un reparto punitivo come spesso
i capireparto ci ricordano.

Mi sono avvicinato al sindacato, iscrivendomi e poi successivamente
diventato delegato dei lavoratori.

Il primo giorno da delegato, l'azienda senza mezzi termini mi fece capire
in che modo avrei dovuto muovermi, cioè, dandomi un provvedimento
disciplinare al mio primo incontro chiarificatore in materia di sicurezza
con un caporeparto, tra l'altro una figura già messa in pensione ma che
ricopre tuttora le mansioni di caporeparto.

Fare il delegato sindacale in ILVA è impossibile, ho collezionato infiniti
biglietti di punizione, per aver prestato la mia professionalità sindacale.

In questi giorni, dopo l'ultimo incidente mortale, del nostro collega e
amico Silvio, l'azienda ci aveva promesso maggiore attenzione verso la
problematica a riguardo della sicurezza.

Ma già dal giorno dopo si assisteva nuovamente a scene di totale
insensibilità nei confronti di questo tema.

Ancora giovani a formazione lasciati ad operare senza il supporto di operai
qualificati, ancora una volta senza i capi squadra presenti sul luogo di
lavoro.

Eppure la legge in materia di formazione lavoro parla chiaro, ma in ilva
esiste una via parallela alla legge, dove tutto è taciuto. Noi come
categoria FIOM ci battiamo per far sapere ai giovani i loro diritti,
infatti molti ragazzi a cui non viene rinnovato il contratto, facciamo in
modo,dopo attenta esaminazione dei loro due anni trascorsi, di fare un
ricorso al giudice del lavoro x mancata formazione.

In materia di sicurezza, parlando di acciaieria,basti pensare che tutte le
aspirazioni di fumi del processo produttivo praticamente non funzionano, o
come nel caso dei bruciatori addirittura l'aspirazione fumi è
inesistente,anche se  gli stessi sono in funzione.

Tutto ciò a discapito dell'ambiente e della salute degli operai.

In questi giorni proprio nelle vicinanze di uno di questi bruciatori,
ragazzi a formazione sono stati colti da malore per aver operato nelle l
vicinanze dello stesso.

A nostre precise domande sul funzionamento del bruciatore, chi di dovere
non ha saputo risponderci,anzi vistosi alle strette, non ci ha permesso di
restare nella zona in questione.

Interviene nella chiacchierata Massimo assunto nel 1998.dopo il contratto
di formazione, finalmente il contratto a tempo indeterminato  e
l'avvicinarsi al sindacato.

Di lotte con Francesco ne stiamo facendo tante, purtroppo siamo in pochi,
molti altri delegati Fim-Uilm-Fiom , nn sono preparati, anzi non sanno cosa
sia la materia sindacale.

In molte occasioni ci incontriamo con Francesco anche fuori dalla fabbrica,
chiedendoci fino a che punto ne valga la pena battersi contro questo
mostro.Ma la nostra forza, speranza di veder un giorno possibile il binomio
Città-Industria ci porta a continuare.

Anche io in quest'ultimo mese ho collezionato una serie di provvedimenti
disciplinari, arrivato al punto di aver perso il conto.

Non ultimo per aver salvato da incidente sicuro cinque vite umane.

Tutto questo che facciamo, ci ha etichettato come estremisti e terroristi.

Ma in verità la politica non centra, noi facciamo sindacato non politica.

Purtroppo è difficile far avvicinare i giovani al sindacato, tutti hanno
paura,vuoi perché l'operaio anziano ha sempre consigliato di starsene
lontano dai delegati, e di fare tutto quello che i capi dicono, vuoi perché
a qualcuno non conviene che si applichi il contratto.

L'unica arma che noi abbiamo è lo sciopero.

Fortunatamente in questi ultimi mesi, ha funzionato.

Anche se l'azienda ha trovato il rimedio anche a questo, utilizzando
personale a formazione per coprire gli scioperanti, come è successo di
recente, ragazzi che hanno effettuato 16 ore consecutive, oppure richiamati
dal riposo, o fatto ancor piu grave, dopo aver svolto le 8 ore di mattina,
richiamati nella notte.

Tutto questo accade nel piu grande centro siderurgico italiano.

In fine cosa ci sentiamo di dire ai nostri colleghi delegati?

Di essere se stessi, il sindacato è una scelta di vita, fare il delegato di
comodo nn aiuta nessuno.



Il rammarico a fine chiacchierata è quello di nn poter dire tutto, ad
esempio il "conflitto di interessi" tra un esecutivo di fabbrica e un
parente stretto che ricopre il ruolo di responsabile proprio in una delle
aree "molto calde" della fabbrica.