Alitalia: una mobilitazione che non è possibile cancellare!



Ciao,

dopo la mobilitazione di fine aprile dei lavoratori di Alitalia è arrivata
la sorpresa: le diverse gestioni del personale (...le stesse che avevano
sollecitato l'intervento del prefetto Serra con l'ordinanza di precettazione)
hanno proposto ai dipendenti AZ di convertire le assenze per lo sciopero
del 29 e 30 Aprile in ferie o permessi vari.

Davvero stupefacente!

A tutto ciò si è aggiunto il silenzio delle 9 sigle: non una parola, non
una presa di posizione esplicita per condannare il tentativo dell'azienda
di svuotare il significato e la

Tutto ciò rappresenta l'ennesimo tentativo di nascondere la volontà dei
lavoratori di opporsi al progetto di smembramento, privatizzazione e
liquidazione
della Compagnia di Bandiera: cioè quanto le 9 sigle hanno sottoscritto a
Palazzo Chigi il 6-5-2004.

Buona lettura

A presto

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UNA QUESTIONE DI DIGNITÀ RIFLESSIONI SUL DOPO 29 e 30 APRILE 2004

Va bene che noi lavoratori Alitalia siamo ormai, nostro malgrado, abituati
alle incoerenze e alle scorrettezze della dirigenza e dei sindacati, ma
trasformare due giorni di straordinaria mobilitazione in un ferie
collettive è davvero troppo.
Troppo per una dirigenza, in particolare quella della gestione del
personale, che da sempre usa personalismi, parzialità e nessuna trasparenza
nel gestire persone e funzioni. Ma che mai era arrivata a simili livelli di
incapacità e scorrettezza. Tutti sanno che non c'è nulla di più vergognoso
e disonesto nel prendere permessi e ferie in coincidenza di assemblee e
scioperi, tant'è vero che proprio la gestione stessa ha da sempre rifiutato
di concederne, almeno ufficialmente e con l'eccezione di qualche solito
"caso personale". Oggi invece ci chiedono di "convertire" la cosiddetta
"assenza ingiustificata" del 29 e/o del 30 aprile scorsi in giorni di
ferie, dopo avere peraltro chiesto la nostra precettazione al prefetto.
Scomodare Kafka e Ecce Bombo è quasi banale!
Troppo per dei sindacati che, incapaci di affrontare con serietà e dignità
una questione delicata e cruciale come quella della crisi del Trasporto
Aereo, abbandonano i lavoratori (i loro "protetti") all'insipienza e al
ricatto della dirigenza di cui sopra, "dimenticandosi" di avere dichiarato
ufficialmente le mobilitazioni e sostenendo la dirigenza in questo
squallido tentativo di soffocare la verità. Questo dopo aver promosso delle
mobilitazioni che forse speravano di gestire e che invece sono andate ben
oltre le loro aspettative, tanto da costringerli a rocambolesche manovre di
"recupero". Perché da una parte strillano ai quattro venti la loro ormai
logora quanto fumosa opposizione allo smembramento dell'Alitalia (sulla
privatizzazione sono già tutti d'accordo), anche grazie all'opera di
"megafonatori" di mestiere, esperti nello slogan d'occasione, come i vecchi
stornellatori d'osteria. Ma in verità seguono un iter e stringono accordi
decisamente funesti per l'azienda, i suoi lavoratori e tutto il sistema del
trasporto aereo. Una per tutte: Degni, uil, dichiara il 4 giugno a La
Stampa che : <<Šun mese fa a Palazzo Chigi tutte, e sottolineo tutte le
sigle, hanno firmato un accordo con il governo e l'azienda nel quale si
parla chiaramente di "esternalizzazioni".>>. Ovvio che i lavoratori abbiano
tentato di riappropriarsi della mobilitazione per scrollarsi di dosso
questi cialtroni!
Troppo, almeno lo speriamo, per la prefettura, per la commissione di
garanzia e per i tribunali, che dovranno decidere di sanzionare un manipolo
di lavoratori (di sicuro non in esuberoŠ) per avere bloccato il trasporto
aereo per due giorni, nel corso dei quali, mentre il sindacato dichiarava
sciopero e assemblea, centinaia di loro colleghi sarebbero statiŠ tutti al
mare! Così almeno risulterebbe se tutti o quasi prendessimo ferie.
Troppo per la dignità dei lavoratori stessi. Chi ha scioperato lo ha fatto
con consapevolezza e responsabilità, impegnato in una lotta aspra, ma
assolutamente necessaria davanti a tanto scempio. Chi non è entrato, anche
se non convinto della giustezza della mobilitazione, lo ha fatto per
rispetto di coloro che si esponevano in prima persona o, semplicemente, per
evitare il dileggio dei manifestanti. Nessuno è stato infatti impedito
fisicamente nel raggiungere il posto di lavoro: in tal caso sarebbe
intervenuta la forza pubblica, peraltro presente in loco. Del resto
l'azienda sia coerente con il suo ruolo e si limiti a prendere atto
formalmente della mobilitazione ufficialmente proclamata, invece di
confondere le acque, confortata dall'infimo profilo tenuto dai sindacati,
in questa come in altre ben più gravi crisi.
Ricapitolando:
o per il 29 ed il 30 aprile erano state dichiarate assemblee e scioperi,
valide fino al momento della precettazione dei settori operativi, come
dovrebbero ribadire con chiarezza e senso di responsabilità le stesse
organizzazioni sindacali che le hanno indette
o nessuno ha impedito l'ingresso ai lavoratori desiderosi di svolgere il
loro dovere
o è assolutamente immorale e scorretto prendere ferie e permessi in
concomitanza di mobilitazioni dichiarate
o la precettazione è un fatto amministrativo e non penale e prevede solo
sanzioni economiche
A proposito di quest'ultimo punto, la CUB TRASPORTI ed i sui rappresentanti
sono a disposizione dei lavoratori per il necessario supporto legale e
solidale in caso queste sanzioni vengano comminate o anche solo minacciate.

Fiumicino, 7 giugno 2004	C.U.B. TRASPORTI