PRIME NOZZE GAY IN FRANCIA



PRIME NOZZE GAY IN FRANCIA
http://www.gay.it/view.php?ID=18500

di Giulio Maria Corbelli
(altri articoli dell'autore)
Martedì 27 Aprile 2004

Noël Mamère, sindaco di Bègles, ha annunciato che accoglierà la richiesta di
matrimonio di due uomini e li sposerà il prossimo 5 giugno. Apriti cielo!
Polemiche e chances per un gesto importante.


PISA - Non sarà San Francisco, dove migliaia di coppie omosessuali si sono
sposate civilmente, ma la città di Bègles sarà ricordata per essere la prima
in Francia a celebrare delle nozze gay. Il sindaco Noël Mamère ha infatti
annunciato che celebrerà un matrimonio tra persone dello stesso sesso il
prossimo 5 giugno. Secondo l'agenzia France Press, due uomini hanno
effettivamente chiesto la scorsa settimana al sindaco di Bègles di essere
sposati. Il 9 aprile scorso, Noël Mamère aveva dichiarato: «se qualcuno mi
chiedesse di celebrare un matrimonio tra persone dello stesso sesso a
Bègles, lo farei». E ha dunque mantenuto la sua promessa. Al momento, stando
a quanto lo stesso Mamère ha dichiarato al mensile francese Tetu, non ci
sono altre coppie omosessuali che dopo l'annuncio si sono iscritte per
essere sposate. In teoria, perché si possa effettuare il matrimonio, è
necessario che uno dei due sia domiciliato nel comune dove le nozze vengono
celebrate, o almeno avervi dei familiari.

Certo Mamère, che è anche membro della Assemblea Nazionale francese e vice
presidente della Comunità Urbana di Bordeaux, si è messo al centro di un
acceso dibattito. «Quest'atto è la continuazione della battaglia che ho
portato avanti per anni - ha detto al The Guardian
(http://www.guardian.co.uk/france/story/0,11882,1202179,00.html ) il primo
cittadino - Gli omosessuali di questo paese, come in molti altri, subiscono
un gran numero di discriminazioni. Sono l'ultima categoria della popolazione
francese ad essere esclusi dal matrimonio».

E' evidente però che la questione solleva molte polemiche, anche nella
società civile. «Ho ricevuto centinaia di mail o di telefonate, anonime e
non - racconta Noël Mamère - Su un argomento così tabù come questo, potete
immaginare le reazioni che si possono incontrare. Si va dall'insulto
passando per considerazioni di tipo passionale, religioso o morale, ma anche
di sostegno e non solo da omosessuali».

Riguardo alla possibilità che la giustizia intervenga per bloccare il
matrimonio del prossimo 5 giugno, Mamère dubita che si possa avere una
interpretazione restrittiva del codice civile. «Per ora - afferma il sindaco
al mensile Tetu - l'articolo 144 non dice nulla sul divieto fatto alle
persone omosessuali di sposarsi. Dunque, se la giustizia vuole intervenire,
penso che non potrà farlo che a posteriori». E sulla forza del suo gesto,
aggiunge: «Non c'è niente di straordinario nello sposare due persone dello
stesso sesso nell'Unione Europa, perché il Belgio, la Svezia e l'Olanda lo
hanno già fatto e il nuovo primo ministro spagnolo lo ha già messo nel suo
programma politico. Ciò che è possibile fare in un paese che ha conosciuto
la dittatura per quasi 40 anni e fino a poco tempo fa, non vedo perché non
lo si possa fare in Francia. Penso sia responsabilità dei politici di
mostrare che non siamo condannati a restare prigionieri dei tabù».

In effetti il partito di Mamère, i Verdi, si sono già pronunciati a favore
del matrimonio tra persone dello stesso sesso all'interno del collettivo per
l'uguaglianza dei diritti. Ma chiaramente non tutti i politici la pensano
così. I parlamentari conservatori Philippe de Villiers e Christine Boutin
hanno espresso una ferma condanna. Il primo qualifica l'iniziativa «una
provocazione libertaria, tipica della sinistra che cerca di distruggere la
società e che mira a rompere il quadro tradizionale e le istituzioni». La
seconda si dichiara «contro il matrimonio gay», che ai suoi occhi è «il
cammino che conduce all'adozione». E secondo Jean-Luc Romero (foto),
segretario nazionale dell'UMP, partito di destra, e omosessuale dichiarato,
la celebrazione di Bègles andrà, secondo lui, a provocare una «polemica
pregiudiziale».

Da parte delle associazioni omosessuali, l'Interassociative lesbienne, bi,
et trans dichiara, per bocca del suo portavoce Alain Piriou che «il diritto
al matrimonio omosessuale non è una delle priorità» e si mostra prudente
sull'opportunità del gesto: «E' chiaro che il matrimonio omosessuale è
illegale». Jérôme Martin, presidente di Act Up-Paris, intervistato da Tetu,
si mostra meno circospetto, parlando di un «gesto coraggioso» da parte del
deputato Verde. «Si passa da un dibattito di idee a un atto politico molto
forte» aggiunge, precisando, in risposta all'Inter-LGBT, che «non si tratta
di scavalcare le priorità.: la lotta contro l'omofobia o l'adozione passa
anche attraverso il dibattito sul matrimonio e l'uguaglianza dei diritti.
Possiamo portare avanti tutte queste questioni insieme».

Scettici anche Denis Quinqueton, presidente del Collectif Pacs, e Jan-Paul
Pouliquen, uno dei promotori del Pacs: «la legge, nella situazione attuale,
non lascia quasi spazio ad ambiguità: l'articolo 75 del Codice Civile fa
esplicitamente riferimento al 'marito' e alla 'donna'».

L'associazione Gay-Lib, che in Francia riunisce i gay e le lesbiche di
centrodestra, sostiene l'iniziativa cittadina di Noël Mamère e ricorda che
«il Trattato d'Amsterdam, in vigore dal 1999, raccomanda l'uguaglianza di
trattamento tra tutte le coppie, di sesso diverso o no».