ULTIME VOLONTA' DI NORBERTO BOBBIO



PER CONOSCENZA  A TUTTI GLI AMICI

Bologna, domenica 18 gennaio 2004

Sia nella forma che nel contenuto, il testo delle ultime volontà di
Norberto Bobbio (vedi qui di seguito e anche in allegato) è stato
pubblicato da moltissimi giornali: confesso che ne sono rimasto alquanto
colpito.

In particolare ho molto apprezzato l'onestà intellettuale di Bobbio quando
scrive:

 "ŠIn un appunto del 10 maggio 1968 (più di 30 anni fa) trovo scritto:
«Vorrei funerali civili. Credo di non essermi mai allontana dalla religione
dei padri, ma dalla chiesa sì. Me ne sono allontanato ormai da troppo tempo
per tornarvi di soppiatto all'ultima ora. Non mi considero né ateo né
agnosticoŠ"

Vorrei davvero poter avere la stessa franchezza, la stessa sincerità e lo
stesso sereno spirito di laicità quando, in punto di morte, mi trovassi in
condizioni spirituali analoghe.

Purtroppo non credo ne avrei la capacitàŠsia per la mia personale struttura
mentale, sia perché i condizionamenti esterni (famigliari e religiosi),
sono stati e sono tuttora enormiŠ

E voi cosa ne pensate?

Shalom-salaam a tutti, ma proprio a tuttiŠ anche a coloro che reputano
blasfemo (e non aiutano a ritenere semplicemente una possibilità razionale)
il distinguere, come fa Bobbio; tra "religione dei padri" e "chiesa"Š

Domenico Manaresi

Mitt. Domenico Manaresi - via Gubellini, 6 - 40141 Bologna - tel&fax
051-6233923 - e-mail: bon4084 at iperbole.bologna.it

«Alla morte si addice il silenzio»

4 Novembre 1999. Ho compiuto 90 anni il 18 ottobre. La morte dovrebbe
essere vicina. A dire il vero, l'ho sentita vicina tutta la vita. Non ho
mai neppure lontanamente pensato di vivere così a lungo. Mi sento molto
stanco, nonostante le affettuose cure di cui sono circonda, di mia mogli e
dei miei figli. Mi accade spesso nella conversazione e nelle lettere di
usare l'espressione «stanchezza mortale». L'unico rimedio alla stanchezza
«mortale» è il riposo della morte. Requiem aeternam dona eis domine.
Nell'ultimo bellissimo coro della Passione secondo San Giovanni di Bach, il
coro, subito dopo la morte di Cristo canta: «Ruht wohl» (riposa in pace).

Desidero funerali civili in comune accordo con mia moglie e i miei figli.
In un appunto del 10 maggio 1968 (più di 30 anni fa) trovo scritto: «Vorrei
funerali civili. Credo di non essermi mai allontana dalla religione dei
padri, ma dalla chiesa sì. Me ne sono allontanato ormai da troppo tempo per
tornarvi di soppiatto all'ultima ora. Non mi considero né ateo né
agnostico. Come uomo di ragione e non di fede, so di essere immerso nel
mistero che la ragione non riesce a penetrare sino in fondo, e le varie
religioni interpretano in vari modi.

Funerali semplici, privati, non pubblici. Raccomando caldamente ai miei
familiari questo mio desiderio. Ho avuto nella mia vita, anche in occasione
dei miei 90 anni, pubblici riconoscimenti, premi, varie forme di onoranze
che ho accettato pur essendo convinto che eccedessero i miei meriti.

Alla morte si addice il raccoglimento, la commozione intima di coloro che
sono più vicini, il silenzio. Breve cerimonia in casa, o, se sarà il caso,
in ospedale. Nessun discorso. Non c'è nulla di più retorico e fastidioso
che i discorsi funebri.

E poi il trasporto a Rivalta per esser sepolto nella tomba di famiglia.
Sulla lapide soltanto nome e cognome, data di nascita e di morte, seguiti
da questa unica dicitura «Figlio di Luigi e di Rosa Caviglia». Mi piace
pensare che sulla mia lapide il mio nome compaia insieme a quello dei miei
genitori. Mio padre, alessandrino, è stato il capostipite dei Bobbio di
Torino; la tomba è stata fatta costruire da lui nel paese, che ha molto
amato, di sua moglie. Il mio nome, unito a quello dei miei genitori,
oltretutto, dà il senso della continuità delle generazioni.

La famiglia dia la notizia della morte a funerali avvenuti con un
necrologio composto con le parole semplici con cui sono in genere scritti i
necrologi della gente comune:

E' mancato all'affetto dei suoi cari

N B

    Professore emerito

della Università di Torino

Senatore a vita

Ne danno il triste annuncio...

Norberto Bobbio

Da il Manifesto - Domenica 11 Gennaio 2004


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