CARCERE: diritto alla salute o aggravio della pena?



comunicato stampa



CARCERE: diritto alla salute o aggravio della pena?



Torino, 18 dicembre 2003. Accolto l'appello della Consulta Nazionale del
Volontariato per i problemi dell'Aids: 65 parlamentari presentano
un'interpellanza sulle condizioni di vita e di salute delle persone
sieropositive detenute. La LILA esprime soddisfazione ma chiede risposte
immediate e concrete.



L'appello inviato qualche giorno fa a tutti i parlamentari e le
parlamentari per chiedere maggiore attenzione alle condizione di vita e di
salute in cui versano le persone sieropositive e con AIDS ristrette in
carcere non è rimasto inascoltato.



65 parlamentari, primo firmatario Franco Grillini, hanno infatti presentato
ieri una interpellanza al Ministro della Sanità e al Ministro di Giustizia
per sapere quali iniziative e misure urgenti si intendano prendere per
garantire a tutte le persone detenute il diritto alla cura e all'assistenza
sanitaria durante la carcerazione e in particolare per garantire l'accesso
e il mantenimento delle terapie antiretrovirali alle persone che ne hanno
bisogno.



Inoltre, i 65 parlamentari chiedono al Ministro della Giustizia quali
misure urgenti intenda adottare per far sì che la legge
sull'incompatibilità tra AIDS e carcere non rimanga lettera morta ma venga
invece applicata con la massima estensione.



«Da tempo - ha commentato Massimo Oldrini, rappresentante della LILA nella
Consulta Nazionale del Volontariato per i problemi dell'AIDS - avevamo
chiesto, come Consulta, che venissero affrontati in sede governativa e
parlamentare questi problemi ma a tutt'oggi non c'è stato nessun intervento
che abbia cercato almeno di migliorare la situazione».



Nell'interpellanza si sottolinea anche il fatto che i fondi per la sanità
carceraria, già carenti negli anni passati, sono stati ulteriormente
decurtati del 20% con la finanziaria del 2003.



«È assolutamente intollerabile - ha proseguito Oldrini - che la salute
delle persone carcerate venga così scarsamente considerata. Questo
ulteriore taglio dei fondi non potrà che produrre terribili conseguenze,
che la detenzione, non garantendo un adeguato accesso alle terapie e la
continuità terapeutica, porti con sé una condanna aggiuntiva più grave di
quella comminata dal giudice.»





Su queste premesse la LILA chiede che le Istituzioni competenti rispondano
in fretta e con i fatti all'interpellanza presentata ieri.



Qualche cosa si è mosso ma è ancora troppo poco.











Per informazioni: Anna Lia Guglielmi - Ufficio Stampa Lila Nazionale - tel.
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