Lettera aperta agli elettori ed elettrici dell'Ulivo



Alle Elettrici ed Elettori dell'Ulivo

I Referendum si apprestano, il giorno in cui gli italiani sono chiamati a
dare la loro opinione sui quesiti referendari si avvicina, ma non siamo
ancora sicuri che ci sia chiarezza, che la gente sa quali siano le
questioni in campo. Tutto attorno neanche un pò di limpidezza, le fonti
dell'informazione nazionale sono più indirizzate a trovar i motivi dello
scontro pseudopolitico, sempre più pseudo e sempre più arroventato, che non
a dare le debite motivazioni circa le varie posizioni, in fatto di vera
Politica e di scelte oculate per il bene del Belpaese dei Partiti e degli
schieramenti.
Naturalmente il risalto dato al pettegolezzo diventa centrale, ma si sa,
oggi siamo votati più alle volgarità linguistiche e concettuali, che alle
giustezze strategiche appunto della politica e della cultura sociale.
Qualcuno dice che ci vuol pazienza, ma non è nel nostro DNA averne tanta e
perciò oggi ci sentiamo di rivolgere un piccolo appello a Voi Elettrici ed
Elettori del Centrosinistra per parlare sinceramente di certi moti che ci
scorrono dentro.
Tra le prime cose da dire c'è questo bisogno di invitarVi a meditare sui
perché abbiamo scelto di percorrere il sentiero della raccolta delle firme,
sulle motivazioni di una lotta, che consideriamo sacrosanta da un lato per
la difesa dei diritti dei lavoratori, una conquista di civiltà costata
tanti sacrifici e tanto impegno, dall'altro per salvaguardare la salute
delle persone e l'ambiente, attraverso l'eliminazione delle scelte libere
ed unilaterali di coloro che perseguono il profitto attentando alle tutele
dei territori e dei cittadini che li abitano.
Un invito, il nostro, ad acquisire tra l'altro tanta e tanta informazione
in più, soprattutto per rispondere con dati di fatto agli attacchi
inconsulti e mai argomentati di tanta parte politica ed imprenditoriale, la
stessa parte che attenta pubblicamente ai diritti dei lavoratori, la
medesima che impudicamente propone il libero mercato del lavoro, gli stessi
uomini che cinicamente favoriscono l'uscita di migliaia e migliaia di
persone dalla cosiddetta "produzione", buttando letteralmente sulla strada
padri di famiglia e giovani che non avranno più la possibilità di costruire
un futuro.
Il tutto in nome di un progresso che in fondo in fondo è sempre il vecchio
profitto che non conosce le ragioni della solidarietà, che non si misura
con le esigenze della gente, che dimostra di perseguire solo ed
esclusivamente il proprio bisogno, in termini di economia e di potere
politico.
E così ci bombardano ogni giorno dell'esigenza di non recarci alle urne,
il prossimo 15 giugno, di disertare in massa, di fare una bella vacanza al
mare o in montagna, insomma la classica gita fuori porta come toccasana di
un progetto che non deve essere scalfito da questi "pezzenti" che ancora
parlano di diritti e di doveri, di contratti e di tutela della salute, di
libertà e di affrancamento, che lottano ancora in nome di un futuro di
civiltà, in nome di una utopia irrealizzabile.
E così ci dicono che il mondo è cambiato, che lo sviluppo passa attraverso
la negazione di quello in cui la maggior parte dei lavoratori credevano.
Oggi in un mondo che è dominato dalle grandi potenze non si può più vivere
di sogni ed ideali, cosi ci dicono dai talk show televisivi, dimenticando
di sottolineare che quei canali televisivi appartengono ad un potere che
vuol distruggere quei valori e quegli ideali di uguaglianza e di civiltà.
Così ci danno le guerre, così favoriscono il razzismo e il fondamentalismo,
così producono le azioni di terrorismo, così assassinano il senso del
pacifismo, reprimendo ogni afflato di salvezza nel mondo malato, così ci
regalano Genova e le bugie del potere e le stranezze di percorsi ambigui e
mai limpidi e chiari e gli attacchi allo sforzo della giustizia d'esser più
giusta e mille altre nefandezze.
Allora il problema è: andiamo al mare? Davvero il mondo del lavoro molla
tutto e si consegna a questi signori che vogliono disporre della loro vita
a piacimento? Davvero siamo convinti che estendere i diritti dei lavoratori
per dimostrare al Governo che i diritti non si toccano sia un atto
inconsulto e grave? Beh permetteteci di avere forti dubbi. Dubbi atroci
perché pensiamo al giorno dopo, al giorno in cui questi signori urleranno
la loro gioia e diranno che gli italiani sono stanchi di tutti questi
diritti anacronistici, di questi privilegi, allorché annunceranno, dai
microfoni che controllano con arroganza, che faranno di tutto per azzerare
ogni cosa e per consegnare ai padroni (che ce ne sono ancora non crediate
di averli perduti nella modernità del mondo moderno, i padroni ci sono e
sono più agguerriti che mai) la massima libertà di agire, consegnando i
lavoratori alla precarietà ed al ricatto.
Eh no, crediamo invece si debba far di tutto per esserci quel giorno nelle
cabine elettorali, lo crediamo in modo totale, perché si deve poter esprime
con chiarezza il proprio forte dissenso da ogni progetto teso
all'annullamento dei diritti, che sono l'humus sacrosanto delle civiltà non
autoritarie. E davvero non riusciamo a capire le scelte di molti dirigenti
del centrosinistra, che invitando a disertare si pongono di fatto al fianco
di coloro che vogliono affossare ogni livello democratico nel nostro paese.
Crediamo sia un grande errore, un errore che pagheremo tutti duramente, che
sancirà la negazione delle regole e ci consegnerà al caos delle decisioni
altrui, senza possibilità di tutela, senza difesa e senza alcuna rete di
protezione.
E poi c'è quest'altra roba del referendum per urlare il proprio SI alla
salute ed all'ambiente. Eh si, siamo convinti che disertare la scheda
significa rinunciare veramente alla salute ed all'ambiente. Significa
infatti favorire il liberismo selvaggio che non vuole riconoscere alcuna
normativa di protezione dall'inquinamento. Significa favorire le
installazioni delle Centrali termonucleari, di quelle turbogas, significa
di fatto attentare alla salute dei cittadini di ampie zone del Paese,
significa appestare l'ambiente, significa decretare la vittoria dei fumi e
dell'inquinamento, oscurando la luce, putrefacendo l'aria, ammalando piante
ed umanità.
E restiamo stupefatti che gli uomini che dirigono i Partiti del
centrosinistra, che militano nelle tante  Associazioni ambientaliste, che
marciano con noi per affermare la propria capacità di lottare contro tutti
coloro che vogliono recidere le tutele sulla salute e l'ambiente, che
questi uomini affermano di voler fare una gita fuori porta, il prossimo 15
giugno, invitando i propri elettori ad imitarli, scegliendo le spiagge e le
ombrose pinete alla tristezza delle cabine elettorali.
E restiamo davvero sconcertati di questa scelta, perché non ce
l'aspettavamo, perché il loro impegno contro l'inquinamento e per la salute
dei cittadini ci sembrava concreto e reale ed invece eventualmente ci
sbagliavamo, perché di fatto loro vanificano anni di lotta, auspicando il
fallimento di una iniziativa che vuole costruire un futuro più sano e più
salubre e più giusto per tutti.
Perciò, anche se ci dispiace dirlo, crediamo sia giusto per Voi Elettrici
ed Elettori dei Partiti e degli schieramenti "progressisti" del
centrosinistra che per una volta diventiate sordi agli appelli alla vacanza
ed invece siate presenti in massa ad urlare il Vostro necessario SI a che
ci siano ancora ed ancora le regole di salvaguardia dei diritti e della
dignità delle persone, affinché si riesca a vivere in un mondo più pulito e
più sano.
Vi chiediamo di recarvi a votare, fatelo, facciamolo per guarire il mondo
dal morbo del potere e dell'arroganza, facciamolo per noi stessi e per i
nostri figli, che non si trovino a vivere un futuro fatto di incertezze e
di rovina.
Vi chiediamo, il 15 Giugno, di rinunciare ad ogni progetto di viaggio e di
partecipare al Voto, magari potremmo auspicare delle vacanze in giorni
diversi, magari sperare in un mare più pulito, in un'aria tersa da magmi e
fumi, in un ambiente più consono alla vita.
Vi chiediamo di restare, il 15 Giugno, nei Vostri paesi, nelle città e di
recarVi alle urne,  sarebbe questo, crediamo, un grande moto di civiltà,
sarebbe una scelta giusta ed oculata, sarebbe il gesto di eliminare
qualunque pentimento futuro, sarebbe il favorire ancora la dignità d'una
umanità che, nonostante tutto, ancora vuole e sa scegliere il proprio
futuro.

Campobasso, 19 Maggio 2003
Italo DI SABATO