RAI DUE RETE DEL NORD E IL SUD?



Gentile direttore,



Raidue diventa la "rete del Nord.". E' stata approvata il 20 febbraio dal
Consiglio di amministrazione la delibera sulla cosiddetta "tv federalista"
che fa diventare Raidue la "rete del Nord", così come è stato letteralmente
scritto dalle agenzie stampa che hanno diffuso la notizia subito dopo la
ufficializzazione della storica decisione. Si è parlato esplicitamente di
una. "una rete di area settentrionale che si occuperà di tutte le regioni
del Nord, compresa l'Emilia Romagna". Il consiglio di amministrazione ha
dimenticato soltanto un piccolo, trascurabile particolare: se c'è una "rete
del Nord" ci deve essere anche una, corrispondente, "rete del Sud".
Altrimenti di che federalismo stiamo mai parlando? O, forse, il consiglio
crede che - per dare una, sia pur lontana, parvenza di riequilibrio nel
trattamento riservato al Nord e al Sud - possano bastare le vaghe promesse
secondo cui Raidue, cioè la "rete del Nord", dovrebbe riservare la "massima
considerazione per il Sud". Per mettere le mani avanti di fronte alle più
che prevedibili proteste suscitate da una decisione palesemente unilaterale
e provocatoria, il consiglio avrebbe "anche valutato forme di potenziamento
del pluralismo dell'informazione nel Sud e del centro di produzione di
Napoli".



Se quanto è stato deciso per Raidue sul piano informativo è l'anticipazione
di quanto sta per essere deciso sul piano politico-istituzionale con la
"devoluzione" che sta tanto a cuore alla Lega Nord, bisogna dire che il
Sud, nella sua quasi due volte secolare disgrazia, è stato fortunato:
perché ora sa che cosa lo aspetta con un federalismo pensato, confezionato
e imposto solo ed esclusivamente a vantaggio di altre aree del paese e che,
per quanto lo riguarda, arriva con quasi 150 anni di ritardo, dopo che le
regioni meridionali sono state letteralmente calpestate e spremute da uno
Stato centralista imposto da eserciti provenienti, se non ricordiamo male,
dalle stesse regioni cui si dedicherà, d'ora in avanti, Raidue.



Le parole con cui il presidente della Rai, Antonio Baldassarre, ha spiegato
la decisione del consiglio di amministrazioni sono di una chiarezza
inequivocabile e tolgono ogni dubbio a chi volesse fare finta di non
capire.: ''Il federalismo", ha detto, "ora è nella Costituzione, non in un
regolamento ministeriale. E questo è un adeguamento della struttura Rai al
principio: è cambiata la Costituzione e noi cambiamo anche la politica
della Rai in proposito''. Dunque, creando una "rete del Nord" e non anche,
contemporaneamente, una "rete del Sud" ci si è mossi, secondo il presidente
Baldassarre, in direzione del federalismo. Bene a sapersiŠ



''E' stato votato il trasferimento a Milano degli uffici del direttore di
Raidue", ha aggiunto Baldassarre, "ma non vogliamo certo 'spaccare'
l'Italia... Per tanti anni la Rai e' stata a Torino e non si e' spaccato
niente''. Tutto qui e, secondo lui e il suo consiglio di amministrazione,
il discorso potrebbe considerarsi chiuso. La sede della Rai è stata per
tanti anni a Torino, ora la sede di Raidue sarà trasferita a Milano.
Nessuno si domanda perché una rete o un centro decisionale della Rai non è
mai stato o non potrebbe stare a Napoli, a Palermo o a Bari? La verità è
che ormai è stato superato ogni limite e il presidente della Repubblica,
Carlo Azeglio Ciampi, e il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi,
devono dire subito e chiaramente di quale federalismo deve morire e con
quale "devoluzione" deve essere soffocato il Sud. Gli stessi parlamentari
della maggioranza governativa eletti nelle regioni meridionali non possono
rimanere in silenzio di fronte a quanto sta avvenendo.



Se quello della Rai deve essere considerato il banco di prova del
federalismo e della "devoluzione", allora, il consiglio di amministrazione
deliberi al più presto il trasferimento del direttore di Raiuno a Napoli,
ex capitale del Regno delle Due Sicilie, e proclami .Raiuno "rete del Sud".
Non saprei se questa suddivisione possa essere considerata la soluzione
migliore per riequilibrare e riqualificare l'informazione dell'ente
radiotelevisivo di Stato in funzione degli interessi unitari dell'Italia,
ma certamente non potrebbe mai essere tollerata l'esistenza di una "rete
del Nord" senza quella, corrispondente, di una "rete del Sud". Se la
situazione creata dalla sconcertante decisione del consiglio di
amministrazione dovesse permanere inalterata, gli abitanti delle regioni
comprese fra l'Abruzzo e la Sicilia avrebbero mille, ottima ragioni per
negare il pagamento del canone a una Rai che, non solo li discrimina, ma li
sbeffeggia anche quando, come è stato scritto dalle agenzie di stampa, si
dice che Raidue, "rete del Nord", avrà la "massima considerazione" per i
problemi del Sud e che il centro Rai di Napoli verrà potenziato. Un popolo
consapevole della propria dignità, come per secoli è stato quello che vive
nell'Italia meridionale e in Sicilia, non può accettare né l'elemosina, né
la derisione.



Grazie per l'attenzione e cordiali saluti.