Denuncia degli Avvocati del presidente OCALAN



Vi inoltriamo l'appello fatto circolare dal collegio difensivo del
presidente OCALAN, dopo che da ormai da 4 settimane non riescono ad
incontrarlo.


All'opinione pubblica

 Appello urgente ad intervenire  per il miglioramento delle condizioni di
vita del sig. Abdullah Ocalan, che si trova dal 15 febbraio del 1999 in
isolamento nel carcere di Imrali.



Il sig. Ocalan, che il 15 febbraio 1999 è stato rapito contro ogni regola
di diritto internazionale, finora si trova  in isolamento, unico
prigioniero nell'isola-carcere Imrali del mare di Marmara. Il sig. Ocalan
si trova quindi da solo nell'isola, che per 5miglia è una zona interdetta.
Lo situazione giuridica dell'isola di Imrali viene amministrata da una
Unità direzionale di crisi e solo nei casi di crisi, come guerra o
catastrofe, potrà essere gestita come se fosse territorio non militare. Le
attività e le decisioni che questa Unità svolge e prende non sono legate ad
alcuna legislazione.
Anche se a livello istituzionale il carcere chiuso di Imrali dipende dal
Ministero della giustizia ogni entrata e uscita da esso è regolata come in
una zona militare e per questo è sotto il controllo delle  forze armate.
Anche il memoriale difensivo che è stato inviato tramite un magistrato dal
carcere, come succede con tutti gli altri documenti, è dovuto passare
obbligatoriamente attraverso il controllo dei militari.
Dato che il Sig. Ocalan è sottoposto a isolamento, l'unico suo legame con
il mondo esterno è una volta la settimana, il mercoledì, quando per un ora
incontra gli avvocati. E, una sola volta a settimana, può incontrare solo i
parenti di primo grado.
Gli avvocati ed i famigliari per arrivare all'isola vanno via mare con un
mezzo che si chiama Imrali-9, che compreso il personale può trasportare al
massimo dieci persone. Per andare all'isola sono necessarie due ore e
mezza, anche tre, qualche volta a causa del maltempo non si può nemmeno
arrivare all'isola. Altre volte, poi, per motivi tecnici del mezzo non ci
fanno arrivare all'isola, anche se questo potrebbe essere sostituito.
Solo gli avvocati e i parenti di primo grado ( i suoi tre fratelli )
riescono ad incontrarlo e ad avere sue notizie. In Turchia tutti i detenuti
hanno facoltà di incontrare i propri parenti fino al terzo grado, mentre il
sig. Ocalan può incontrare solo i suoi fratelli, che, a causa dell'età e
delle condizioni di salute, oltre che per ragioni di lontananza della loro
abitazione dall'isola di Imrali (1200 chilometri), possono recarsi ad
incontrare il sig. Ocalan soltanto una volta al mese. Se, a tutte queste
difficoltà aggiungiamo anche le difficoltà di raggiungere l'isola, ci sono
pochissime possibilità che si incontrino.
Il sig. Ocalan riceve i giornali, solo quelli che noi gli portiamo,
limitatamente a Hurriyet, Milliyet e Sabah in numero ristretto, tra otto e
dieci; anche i libri e le altre documentazioni sono in numero limitato,
solo tre volumi possono restare da lui. In Turchia negli altri carceri di
tipo F, è possibile recarsi nella zona d'aria per tutto il giorno, mentre
il sig. Ocalan può andarci solo per due ore al giorno, un'ora prima di
mezzogiorno e un'ora dopo. Inoltre, tutte le nostre richieste fatte per
concedergli una televisione, non sono state accettate, egli può ascoltare
soltanto una stazione della radio di stato, che è appunto sotto il
controllo ufficiale delle autorità (TRT).
Il Comitato di Prevenzione della Tortura (CPT) del Consiglio d'Europa ha
svolto due missioni ad Imrali e nei suoi rapporti ha riportato proprio le
nostre osservazioni. Il  CPT ha poi reso pubblica la sua relazione, visto
che il governo turco non ha adempiuto alle richieste che lo stesso Comitato
aveva avanzato, ma a tutt'oggi ancora non ci sono stati cambiamenti a
riguardo.
Sulla situazione del signor Ocalan abbiamo inviato lettere a tutte le
istituzioni che si occupano dell'argomento, però non abbiamo mai ottenuto
una risposta positiva. Tutti questi comportamenti negativi negli ultimi due
mesi sono aumentati. Nelle ultime sei settimane siamo riusciti ad
incontrare il nostro cliente solo per un'ora.
Nel rapporto del CPT sulle condizioni di vita del sig. Ocalan risulta che
l'isolamento a cui è confinato è molto negativo per il suo essere, le
condizioni in cui è tenuto sull'isola possono essere l'origine di una grave
situazione.
Queste condizioni sono contrarie alla legislazione nazionale, ma
significano anche la violazione degli articoli   3, 5 , 6, 8 e 14 della
Convenzione europea per i diritti umani. Questi atteggiamenti di comodo e
discriminatori nei confronti del sig. Ocalan ci fanno preoccupare
seriamente, per le condizioni in cui si trova a vivere e per le sue
condizioni di salute.
               All'opinione pubblica democratica mondiale chiediamo di non
rimanere in silenzio e prestare attenzione affinché le condizioni di vita
del sig. Ocalan migliorino.



 Collegio difensivo di Abdullah Ocalan

 1 novembre 2002