LEGGE BOSSI-FINI-"TACERE E' UN PECCATO DI OMISSIONE"



Bologna, 13 giugno 2002

Da "ADISTA" n. 45 del 10 giugno 2002.

Per conoscenza a tutti gli amici, in particolare agli amici della Caritas
diocesana di Bologna.

Senza ulteriori commenti.

Shalom a tutti, ma proprio a tuttiŠ Domenico Manaresi

Mitt. Domenico Manaresi - via Gubellini, 6 - 40141 Bologna - tel&fax
051-6233923 - e-mail: bon4084 at iperbole.bologna.it


UN PECCATO DI OMISSIONE TACERE SULLA BOSSI-FINI.

INTERVISTA A GIOVANNI NERVO

31400. ROMA-ADISTA. Sulla legge Bossi-Fini in discussione alla Camera
abbiamo chiesto un parere a mons. Giovanni Nervo, presidente onorario della
Fondazioni Zancan, già direttore della Caritas Italiana. Di seguito
l'intervista.

Qual è il suo giudizio complessivo sulla legge Bossi-Fini?

Bisogna ricordare com'è nata la proposta di legge Bossi-Fini: è nata come
proposta di legge di iniziativa popolare quando ancora l'on. Bossi non era
al governo. Era stata presentata sotto i nomi di Berlusconi e Bossi. Non è
un giudizio malevolo ritenere che fosse la cambiale per ottenere i voti
della Lega. E la Lega si attivò per raccogliere le firme. Nella
presentazione della proposta di legge si diceva rappresentasse il "modello
cristiano di società", in contrapposizione a un modello di società
multietnica, multiculturale, multireligiosa che veniva definito
"giacobino". La proposta aveva un evidente carattere repressivo: su una
quarantina di norme, non ce n'era neppure una che garantisse i diritti
degli immigrati. Quando divenne proposta governativa, il presidente del
Consiglio, per evidente 'prudenza' politica, passò la mano al suo vice e la
legge divenne Bossi-Fini. Mi si chiede un giudizio complessivo sulla legge
Quando ero responsabile della Caritas Italiana, Fo dall'inizio degli anni
'80, insieme con gli organismi del mondo cattolico, abbiamo fortemente
stimolato il governo a regolare queste fenomeno che già allora si
prospettava come incandescente. Non ci si può accusare di buonismo. Una
normativa ci vuole, ma saggia, equa, lungimirante. Il giudizio su questa
legge non può non essere negativo: perché ispirata nel fondo dalla cultura
della Lega che è di rifiuto de diverso; perché non tiene conto della
complessità del fenomeno; perché nega diritti umani fondamentali come
quelli del ricongiungimento familiare, dell'inserimento sociale, di
condizioni idonee a formarsi una famiglia e a mantenerla; perché non sarà
attuabile se si tien conte del nostro bisogno di manodopera e
dell'invecchiamento della nostra popolazione.

Il governo ha costretto Tabacci a ritirare il suo emendamento. Quali
saranno le conseguenze della mancata sanatoria?

Le conseguenze saranno la mancanza di manodopera per le aziende e di
assistenza agli anziani per le famiglie: questo governo, o un altro, presto
o tardi dovrà riprendere in mano la proposta Tabacci e attuarla: il fiume
va verso il mare, non si può costringerlo ad andare verse la montagna.

Come valuta, in particolare, la norma sul rilevamento delle impronte digitali?

Il problema, a mio avviso, non sono le impronte digitali: si fanno fare a
tutti italiani e stranieri e lo scoglio è superato. Il problema è alla
radice: la cultura di rifiuto e di discriminazioni da cui è nata la legge.

L'Ulivo è sembrato spesso in difficoltà in materia di immigrazione, dande
l'impressione di inseguire la destra sul suo stesso terreno (cfr. le
dichiarazioni di Rutelli a proposito di "tolleranza zero"). Si sarebbe
aspettato un'opposizione più decisa?

La questione, a mio avviso, è che l'Ulivo non è ancora una realtà politica
sufficientemente omogenea: basta leggere le dichiarazioni di Marini di oggi
(3/ó, ndr) sul "Corriere della Sera" C'è soltanto da sperare che
l'autorevolezza e la saggezza di Prodi riescano a dare compattezza
all'Ulivo, o ad altra pianta se va meglio. Quanto all'espressione di
Rutelli, mi viene in mente i detto: "datemi una frase di un galantuomo e ve
lo faccio impiccare". Penso che ognuno, d sinistra, di destra o di centro,
se è onesto non possa non avere tolleranza zero per i ladri, gli assassini,
i mercanti di droga e di carne umana. Il fatto è che, grazie a Dio,
l'immigrazione non è soltanto questo, come spesso taluni mass media,
compiacenti a talune fasce politiche vogliono farci credere.

Anche dal mondo cattolico non sono giunte finora reazioni di grande forza:
qualche dichiarazione sparsa, ma nulla di più. L'importanza del tema in
questione non richiederebbe una risposta molto più decisa?

Pienamente d'accordo. Tacere e lasciar fare in questo campo, in cui sono
coinvolti i diritti fondamentali delle persone e si gioca il futuro del
nostro Paese, è per lo meno un peccato di omissione.

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Mi scuso con coloro che già conoscono questo testo, e con tutti
per l'arbitrio che mi prendo nel mandarvi questo tipo di documenti.
Domenico Manaresi
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Con la solita nota: chi desidera essere depennato da questa
mailing list me ne dia un cenno, possibilmente con gentilezza
E IN MODO CIVILE CIOE' FIRMANDOSI PER ESTESO. Grazie!
Domenico Manaresi
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