ESTENSIONE DELL'ARTICOLO 18



COMUNICATO STAMPA
                                                Milano, 16 maggio 2002
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          LA GIUSTA CAUSA: MAI PIU" AL LAVORO SENZA DIRITTI

Parte il giorno 18 maggio, a Milano, la raccolta di firme per la
campagna referendaria "STESSO LAVORO STESSI DIRITTI", per
l"estensione dell"articolo 18 e dei diritti previsti nello Statuto
dei  Lavoratori.

Si e' costituito giovedi' 9 maggio il Comitato promotore nazionale per
i referendum costituzionali abrogativi di parti rilevanti
dell"articolo 18 relativo a "reintegrazione nel posto di lavoro",
nonche' di tutto l"articolo 35, relativo a "Campo di applicazione",
Legge n.300/70 Statuto dei Lavoratori.
L"iniziativa referendaria vuole rafforzare, anche con lo strumento
della democrazia diretta, l"eccezionale movimento di lotta di questi
mesi, offrendo un supporto alla battaglia generale intrapresa dalle
forze sindacali, politiche e dal mondo del lavoro, contro gli
attacchi di Governo e Confindustria, alla democrazia e ai diritti
individuali e collettivi.

Siamo di fronte a una questione di diritto, di giustizia, di
eguaglianza e di civilta'; una questione che e' divenuta centrale non
solo rispetto al futuro dei lavoratori ma anche dell"intera societa'.
Per questo il diritto a non essere licenziati senza giusta causa deve
diventare universale e le tutele e le norme che rendono effettiva la
nostra Costituzione e la Carta Europea dei diritti fondamentali,
devono avere carattere generale ed essere di tutti.
Il Comitato nazionale, che e' composto dai 14 depositari dei quesiti
referendari (deposito avvenuto il 28 febbraio 2002 presso la Corte di
Cassazione) e da personalita' della societa' civile che si riconoscono
nei principi e nelle finalita' presenti nell"appello costitutivo, ha
lanciato un appello per promuovere un Comitato di sostegno nazionale
e Comitati locali aperti alle forze politiche e sociali e a
personalita' del mondo della cultura e dell'associazionismo, che hanno
gia' risposto con numerose adesioni individuali e collettive.

Anche nella citta' di Milano si e' costituito il Comitato di sostegno
ai due referendum per l"estensione di diritti e tutele previsti dallo
Statuto dei Lavoratori.
Sabato 18 maggio dalle ore 10 partira' a Milano la raccolta di firme
dei due referendum " STESSO LAVORO STESSI DIRITTI". Per i tre mesi
della campagna referendaria una tenda posta in P.zza Cordusio sara'
punto di raccolta firme e di riferimento per tutti i cittadini.
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Il Comitato promotore nazionale: Pietro Alo', Carlo Almirante,
Riccardo Bellofiore, Marco Bersani, Giacinto Botti, Emiliano
Brancaccio, Paolo Cagna Ninchi, Franco Calamida, Bruno Cartosio,
Federica Cattaneo, Nicola Cipolla, Pasquale Colella, Jose' Luis Del
Roio, Maria Pia Esposti, Luigi Ferrajoli, Mario Fezzi, Raffaele
Fiengo, Dario Fo, Andrea Fumagalli, Giorgio Gardiol, Giulio Girardi,
Augusto Graziani, Pierluciano Guardagli, Carlo Guglielmi, Leo
Gullotta, Domenico Iervolino, Citto Maselli, Lidia Menapace, Maria
Grazia Meriggi, Emilio Molinari, Isidoro Mortellaro, Gilberto Pagani,
Andrea Panaccione, Piero Panici, Emilio Panici, Emilio R. Papa, Mery
Paradisi, Fulvio Perini, Giuseppe Pristipino, Franca Rame, Alfio
Riboni, Vittorio Rieser, Ugo Riscino, Rossano Rossi, Angela Ruggieri,
Amerigo Sallusti, Luigi Saraceni, Guglielmo Simioneschi, Giancarlo
Toppi, Roberto Veneziani, Ugo Verzelletti
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Presidente Paolo Cagna Ninchi - Tel. 02 58101910- fax 02.8942364
Sede legale avv. Piero Panici- via Otranto 18, 00192 Roma - tel.
063722785 fax 06.37514608
 www.comitatodirittisoc.freeweb.supereva.it -
comitatodirittisoc.freeweb at supereva.it
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Qui sotto, articoli tratti da liberazione e siti PRC:

«La difesa dell'articolo 18 la si ottiene solo se lo
si estende». Paolo Cagna, presidente del comitato di
Milano per le libertà e i diritti sociali, sintetizza
così le ragioni di una battaglia cominciata lo scorso
28 febbraio, con la consegna dei quesiti per abrogare
quelle parti dell'articolo 18 e tutto l'articolo 35
della legge 300 del 70, vale a dire le norme che
limitano i diritti e le tutele alle aziende sopra i 15
dipendenti. Il comitato promotore di cui fanno parte
giuristi, docenti universitari delegati di fabbrica,
aprirà oggi la propria campagna, chiedendo l'adesione
di tutte le forze politiche e sociali che condividono
questa iniziativa. «Arriviamo a questo appuntamento -
dice Cagna - avendo alle spalle un lavoro di confronto
con le forze politiche e sociali, e con un comitato
promotore ricco di personalità del mondo civile e
della cultura che s'impegna a costiture un ampio arco
di alleanze con tutte le forze politiche e sociali
disponibili».
Il comitato di Milano nasce nel '99 per contrastare i
referendum radicali, tra cui quello per abrogare
l'articolo 18. «Poi - racconta il presidente - abbiamo
presentato la nostra memoria alla Corte
Costituzionale, e quindi lavorato, insieme a avvocati
democratici europei, alla Carta di Nizza sui diritti
fondamentali del cittadino. Su quell'onda, alla fine
dell'anno scorso, dopo la presentazione del Libro
bianco e della legge delega da parte del governo ci
siamo chiesti che fare». E la risposta è stata
semplice: «Siamo partiti da un principio liberale -
spiega Cagna -, e cioè che i diritti debbano avere una
caratteristica universale e che, nel caso specifico,
la difesa dell'articolo 18 la si ottiene solo se lo si
estende».


Perché, a tuo avviso, il problema dell'estensione
delle tutele a tutti i lavoratori emerge con forza
solo adesso?

In trent'anni le cose sono radicalmente cambiate: oggi
l'85% delle imprese è sotto i 15 dipendenti, soltanto
il 36% dei lavoratori dipendenti ha la protezione
dell'articolo 18, quindi è evidente che più che un
diritto è diventato un privilegio. Noi invece diciamo
che deve tornare ad essere un diritto.


Come è stata accolta finora la vostra iniziativa?

I segnali sono positivi. Ci sono forze politiche che
si sono già espresse con molta chiarezza in modo
favorevole, tra cui Rifondazione comunista. Per quel
che riguarda il sindacato consideriamo,
importantissimo l'impegno assunto dalla Fiom per
l'estensione dei diritti e delle tutele. C'è
soprattutto grazie alla grande mobilitazione di questi
mesi un paese che sa cos'è l'art.18 e che valore ha
per la tutela dei diritti e della dignità dei
lavoratori.


Come si colloca il referendum rispetto agli scioperi e
alle azioni di lotta intraprese dal sindacato?

Il nostro obiettivo è fornire uno strumento per una
battaglia di estensione dei diritti e di civiltà, alla
quale pensiamo siano interessati tutti i cittadini e i
lavoratori, al di là degli schieramenti politici.
Un'arma di lotta per certi versi complementare alla
mobilitazione di questi mesi ma che va oltre la
battaglia "difensiva" contro le modifiche all'art. 18,
in quanto si propone un'inversione di rotta rispetto a
politiche che praticano le riduzione dei diritti e
l'aumento della precarietà.