Gennaro Migliore (PRC) sul 9 marzo



Palestina, una precisazione sul corteo del 9 marzo 

Una piattaforma più avanzata 
Gennaro Migliore
Responsabile Dipartimento esteri Prc

Cara "Liberazione", ieri ho appreso dalla vostra 
controcopertina che il nostro giornale, nella sua ovvia 
autonomia, ha deciso di indicare il "Forum Palestina" come 
unico riferimento per l'organizzazione della manifestazione 
che si terrà a Roma il 9 marzo. Vorrei argomentare 
brevemente le ragioni di un netto dissenso con questa 
vostra scelta. Innanzitutto va ricostruito il contesto nel 
quale questa manifestazione nasce e il ruolo che il nostro 
partito ha avuto affinché questo appuntamento risultasse 
efficace per la lotta del popolo palestinese per la pace e 
l'indipendenza. Il contesto è quello, drammatico, 
dell'escalation militare voluta dal governo Sharon contro 
la popolazione civile e dell'impotenza, colpevole, della 
comunità internazionale. Il terrorismo di stato voluto da 
Sharon non ha finora incontrato una reale censura da 
nessuna autorità istituzionale, anzi è stato apertamente 
avallato dagli Stati Uniti nel nome della "comune" lotta 
contro il terrorismo, ovvero contro ogni forma di 
fuoriuscita dalla sottomissione al nuovo ordine mondiale 
voluto dagli Stati Uniti e dai loro alleati. Sharon ha 
promosso una campagna sistematica che ha come obiettivo 
l'eliminazione della questione palestinese, intesa come 
eliminazione fisica e politica del gruppo dirigente 
dell'autorità palestinese e come repressione sistematica 
delle popolazioni occupate. In questo quadro si è avviata 
una campagna di diplomazia dal basso, denominata Action For 
Peace, che non a caso ha visto la partecipazione degli 
stessi soggetti che hanno dato vita al Gsf (Arci, 
Rifondazione comunista, Assopace, Fiom, Ics, Disobbedienti, 
Donne in Nero, Ya Basta, Giovani comunisti ecc.) e che ha 
saputo allargarsi alla Cgil a singole esperienze interne ai 
Ds e ad altri. Questa campagna, inaugurata da una missione 
di alcune centinaia di osservatori di pace nei territori 
occupati all'inizio di quest'anno, è proseguita con 
centinaia (senza esagerazioni!) di iniziative nelle città 
italiane (molte delle quali promosse direttamente dai 
Social forum) con l'indizione di una manifestazione europea 
a Bruxelles per il 27 febbraio e che proseguirà con l'invio 
di osservatori di pace direttamente nei territori occupati 
in stretto contatto con le popolazioni palestinesi, ma 
anche con i movimenti pacifisti (vecchi e nuovi) in 
Israele. Questa coalizione di forze stava preparando 
inoltre una manifestazione nazionale legata alla 
manifestazione europea su una piattaforma che ricalcasse, 
in accordo innanzitutto con le comunità palestinesi gli 
obiettivi storici delle rivendicazioni palestinesi nel 
processo di pace (ritiro dell'occupazione militare e civile 
israeliana dei territori occupati nel '67; riconoscendo di 
Gerusalemme come capitale dei due stati sovrani di Israele 
e di Palestina; applicazione delle risoluzioni Onu e 
rientro dei profughi) aggiungendovi la richiesta di 
osservatori internazionali e di forze di interposizione per 
impedire le violenze sulle popolazioni civili e l'immediata 
cessazione delle operazioni belliche. Fuori da questo 
percorso, e per certi versi contro, un "Forum Palestina" ha 
inteso convocare direttamente una manifetsazione nazionale 
raccogliendo firme su un appello parziale nei contenuti e 
assolutamente deficitario per l'ampiezza e l'unitarietà dei 
promotori. Ciononostante i soggetti che stanno lavorando da 
tempo al fianco delle popolazioni palestinesi si sono 
assunti la responsabilità di tentare di recuperare un 
terreno unitario su una piattaforma più avanzata. Per 
questo motivo la direzione nazionale del 21 febbraio si è 
conclusa con l'impegno ad aderire a tutte le manifestazioni 
per la Palestina, compresa quella del 9 marzo, presentando 
una piattaforma caratterizzante i contenuti che riteniamo 
debbano essere sottolineati. La formalizzazione della 
piattaforma sarà avanzata nella riunione della segreteria 
nazionale del 25 febbraio. E' sorprendente che tali 
conclusioni siano state ignorate (ma ovviamente il nostro 
giornale ha una sostanziale autonomia), ma è ancora più 
sorprendente che un giornale sempre attento ai percorsi 
unitari e all'efficacia delle nostre iniziative politiche 
decida di indicare un "Forum Palestina" come promotore 
unico della manifestazione. Siamo tutti convinti che oggi 
la mobilitazione sia sempre più indispensabile, ma proprio 
per questo il nostro lavoro di partito sarà sempre 
orientato ad ottenere i migliori risultati, magari 
rinunciando a un po' di visibilità a favore delle cause 
comuni. Spero che queste considerazioni possano costituire 
motivo comune di riflessione e occasione per rilanciare i 
percorsi di mobilitazione per la pace e per il popolo 
palestinese. 

(da Liberazione, sabato 23 febbraio 2002)