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in allegato il comunicato stampa:

Nei confronti delle richieste naturali e democratiche del popolo kurdo il
governo turco risponde in maniera antidemocratica e le repressioni pian
piano diventano violazioni.
E' chiaro che va presa una posizione netta nei confronti dello stato turco,
che risponde con torture e divieti alle richieste fondamentali e
democratiche, come quella dell'istruzione nella madre lingua, diritto
fondamentale di ogni essere umano. Per questo chiamiamo  l'opinione
pubblica democratica e pacifista italiana e mondiale a sostenere ed
esprimere la propria sensibilità nei confronti degli studenti kurdi, che
lottano per ottenere il riconoscimento del diritto ad essere istruiti nella
madre lingua, ragionevole richiesta del popolo kurdo.






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Comunicato stampa

Nei confronti delle richieste naturali e democratiche del popolo kurdo
il governo turco risponde in maniera antidemocratica
e le repressioni pian piano diventano violazioni.

Con i cambiamenti strategici adottati dal movimento democratico del popolo
kurdo, conformemente alla decisione di risolvere in maniera democratica e
politica la questione kurda, nell'ambito della nazione turca e del rispetto
della sua integrità e unità nazionale, contro il popolo kurdo, nonostante
si avvalga di metodi legittimi e conformi alle leggi per la richiesta al
diritto culturale di educazione nella madre lingua, in quanto diritto
fondamentale, lo governo turco continua in maniera decisa a praticare
repressioni e violazioni. Entrando nel XXI secolo, crediamo che non si
dovrebbe accettare che lo stato turco, facendo orecchie da mercante di
fronte a tutta l'opinione pubblica democratica del mondo, risponda con le
torture e le repressioni della polizia e delle autorità nei confronti
delle richieste fondamentali che il popolo kurdo ha avanzato. Mentre, da
una parte si è intenti a chiudere l'HADEP, riconosciuto come il legittimo e
legale rappresentante politico del popolo kurdo in Turchia, dall'altra si
continua a perpetrare ogni forma di repressione contro le richieste
legittime e democratiche del popolo kurdo.

La tortura è la risposta turca alle richieste di istruzione nella lingua madre
Il 9 gennaio 2002 a Van mentre gli studenti consegnavano al rettorato
dell'Università "100. Yil", la polizia ha portato via 526 studenti, di
questi 13 sono stati arrestati. Quelli che sono usciti hanno dichiarato
che, nei 4 giorni che sono rimasti in carcere, hanno dovuto subire pesanti
torture.  Hanno dichiarato di non aver mai mangiato, di essere stati
trattenuti in piedi e picchiati, minacciati verbalmente e obbligati a
dormire direttamente sul pavimento, così, alcuni di loro si sono ammalati.
Di questi studenti uno ha perso la sensibilità degli arti inferiori
(durante il periodo di fermo è svenuto più volte); un altro presentava
segni di maltrattamento sulla testa; un terzo ha subito lesioni all'udito.
I loro avvocati presenteranno ricorso.  I 13 studenti, arrestati
definitivamente, sono stati accusati di sostegno al PKK e tradotti nel
carcere chiuso di Van.
Inoltre, ad Istanbul, nei quartieri di Bagcilar, Esenler e Kadikoy durante
gli interventi della polizia, senza nessuna ragione, circa 30 membri di
HADEP sono stati fermati, tutti avevano presentato la loro richiesta per
l'istruzione in lingua madre al Provveditorato degli studi di Istanbul. Ad
Hatay, nell'università Mustafa Kemal, quelli che hanno firmato la petizione
della campagna sono stati arrestati e tradotti in un carcere di tipo E. A
Kars, nel distretto di Kagizman, tre studenti della scuola professionale
sono stati arrestati per gli stessi motivi.

Rispondendo a tutti questi arresti i giovani continuano ancora a scendere
nelle piazze, ad accendere i fuochi ed a protestare attorno ad essi,
reclamando la propria lingua, dimostrando di essere per niente intimoriti
da queste forme di repressione. Anche i bambini più piccoli, sostenuti dai
propri genitori, ad Istanbul, nella sede di Egitm-sen (sindacato degli
insegnanti), in 50, fra i 4 e i 12 anni, hanno letto un comunicato stampa
dicendo che "noi, bambini possiamo comprendere bene la differenza di essere
istruiti nella lingua madre, che ci risulta più facile per la comprensione
di ogni materia. Per questo la lingua è essenziale per i bambini. Noi,
bambini kurdi vogliamo studiare attraverso la nostra lingua madre, perché
altrimenti abbiamo difficoltà ad esprimerci. Per questo sosteniamo la
campagna che hanno avviato i nostri fratelli maggiori, da ora in avanti
porteremo le nostre richieste alle organizzazioni della società civile,
delle madri e dei padri kurdi." Continuano le repressioni contro le donne
kurde, che hanno voluto che i loro figli venissero istruiti in madre
lingua, infatti, ad Istanbul 15 donne sono state fermate.

E' chiaro che va presa una posizione netta nei confronti dello stato turco,
che risponde con torture e divieti alle richieste fondamentali e
democratiche, come quella dell'istruzione nella madre lingua, diritto
fondamentale di ogni essere umano. Per questo chiamiamo  l'opinione
pubblica democratica e pacifista italiana e mondiale a sostenere ed
esprimere la propria sensibilità nei confronti degli studenti kurdi, che
lottano per ottenere il riconoscimento del diritto ad essere istruiti nella
madre lingua, ragionevole richiesta del popolo kurdo.