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Title: Da Porto Alegre a New York, questo è il senso della nostra proposta

Da Porto Alegre a New York, questo è il senso della nostra proposta.

Siamo sull’orlo della terza (quarta) guerra mondiale. Non sappiamo se l’esile diaframma che ci separa da questa tragedia verrà superato. In ogni caso gli avvenimenti di questo terribile fine anno, ci mettono di fronte a una possibilità reale e il pericolo che stiamo correndo è così prossimo, che non possiamo fingere che non sia in corso e scatenarsi in qualsiasi momento.

Il movimento, che in tutti i continenti opera per la costruzione di un altro possibile mondo, non può distogliere il suo sguardo da questo incombente baratro, e allora deve operare per darsi degli obiettivi che siano all’altezza della sfida, ponendosi come obiettivo le Istituzioni del mondo e la loro riforma democratica.

Come se la terza guerra fosse stata, deve presentare una Costituente del nuovo mondo, per ridare vitalità all’ONU.

Se da Porto Alegre, partisse la parola d’ordine della riforma dell’ONU e se questa riforma nascesse e si organizzasse da un movimento pacifico, diffuso in tutto il mondo, in ogni continente, forse si renderebbe realistica l’ipotesi di una riforma dell’ONU, che è impensabile possa avvenire, stante l’anacronistico diritto di veto dei cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza, dall’interno dell’ONU stesso e da queste potenze, se non sono aiutate (spinte) a farlo da una sollevazione pacifica e mondiale delle coscienze.

Di fronte al disordine del mondo, all’involuzione dell’ONU, ma anche alla impossibilità di farne a meno, a rischio di un disordine mondiale ancora maggiore, è necessaria una mobilitazione mondiale e cosmopolita, che costringa alla loro responsabilità gli Stati presenti, perché rispondano alle domande di democrazia e di riforma che sale dal basso, dall’opinione pubblica mondiale. Se questo movimento, metterà nella sua agenda questo problema, e lo porrà come la sfida più alta e urgente, avrà con sé l’opinione pubblica della maggioranza dei popoli. E si farà portatore di una svolta epocale.  E’ da Porto Alegre che dovrebbe partire la mobilitazione per modificare la Statuto dell’ONU è adeguarlo alle esigenze di democrazia, pace, sviluppo, giustizia di cui l’ordinamento internazionale non può fare più a meno.

Avendo New York come prossimo appuntamento.

New York, sede dell’ONU deve diventare la città del più grande appuntamento che ci attende. E l’orizzonte possibile di tutti i nostri sforzi.

Un modo per restituire ai morti di questo empio settembre una dignità e una memoria, non fondate sulla vendetta e l’odio che rilancia altre vendette, ma sulla speranza di un nuovo ordine del mondo, per una costituente democratica del mondo.

Perché la memoria di questi morti sia riconciliata con quella di tutte le vittime degli infiniti altri massacri che si sono spaventosamente avvicendati dopo la fine della seconda guerra mondiale.

Se ci crederemo, avremo anche la forza e l’intelligenza per percorrere questo cammino, sino in fondo.

Dove non c’è una nostra vittoria ma la salvezza dell’umanità presente e futura.

 

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