Abbiamo Occupato, Network - Odissea PER lo spazio



Abbiamo occupato..
...al cuore della metroNECROPOLI

chi siamo
siamo studenti e studentesse, giovani lavoratori e lavoratrici; in
generale PRECARI: per la nostra condizione attuale o nella percezione
del nostro futuro.
siamo un Network [una rete di lavoro]

di diverse esperienze nate dall'ambizione di rimetterci al centro
della nostra esistenza.
di progetti che sperimentano alternative ai meccanismi del libero
mercato, imposti come modello per tutte le energie vive della
societa'.
di proposte che tendono alla liberazione dalla logica del profitto
delle creativita', del lavoro e delle relazioni
Non abbiamo identita' preconfezionate: affidiamo alla partecipazione
diretta, alla narrazione dei percorsi di ognuno, alla contaminazione
di orizzonti la POSSIBILITA' di coinvolgere e di essere coinvolti.
Non abbiamo soluzioni finali: siamo come un BIT magnetizzato che
viaggia sopra i binari della comunicazione, siamo fra lo 0 e l'1, la
nostra carica determinera' la vostra reazione.

da dove veniamo
2001 odissea PER lo spazio e' il nostro nome provvisorio: un anno di
movimenti fra le pieghe della metronecropoli e non solo...
un'occupazione [via maragliano - zona occupata "il Bandone"] e uno
sgombero..
Piu' di 10 progetti autogestiti di sperimentazione culturale, di
riappropriazione degli spazi, di rivendicazione del diritto alla
casa, all'espressione non mercificata, alla libera circolazione dei
saperi, per l'accesso alla citta'.
Eravamo a Praga, a Nizza (o quasi), a Davos, a Napoli e a Genova
contro chi ci vorrebbe docili sudditi dell'unico mondo possibile.

dove andiamo
a riprenderci la vita.. a partire da uno spazio, da questo spazio -
DRITTO AL CUORE DELLA METRONECROPOLI - da dove dar voce ai mille e
piu' progetti che nasceranno da un tessuto rinnovato di relazioni
rinnovate, di bi-sogni fino a ieri chiusi in un cassetto, di
conflitti fino ad oggi soffocati nella plastica.
Siamo la morte della politica a numero chiuso, la nascita di un
movimento capace di determinare la QUALITA' delle nostre vite, di
ridare concretezza all'idea di SVILUPPO.

via Bufalini 15 - Firenze

Network - odissea PER lo spazio
http://docom.inventati.org
docom at inventati.org

----> COMUNICATO STAMPA

RIoccupazione a Firenze

Oggi pomeriggio alle ore 15:30 il Network Odissea per lo spazio ha
occupato un fondo dismesso nel pieno centro della città, in via
Bufalini 15-19 r.
Dopo l'occupazione dell'area dimessa in via Maragliano 59 del 3 Marzo
2001 e lo sgombero del 17 Maggio 2001, dopo le perquisizioni del 24
settembre, mentre continuano le indagini che ci accusano di reati mai
commessi ma gravissimi per stroncare il nostro fermento in città,
oggi da grido torniamo ad essere parola.
La nostra scelta è duplice, poiché tanto ricca era l'esperienza del
Bandone di via Maragliano, da non potersi risolvere in una sola
direzione.
Da una parte, l'occupazione: in centro, per portare nel cuore della
metronecropoli la nostra voce, i nostri progetti, per comunicare ed
essere comunicabili, per essere punto di riferimento e di
aggregazione per tutte le realtà, le individualità critiche, le
esperienze alternativa di questa città.
Dall'altra, l'appello per la costruzione di un'area di
sperimentazione creativa autogestita: per realizzare i tanti
laboratori artistici che stavano nascendo in via Maragliano, per
affermare il diritto ad una creatività libera dalla logica del
profitto, per abbattere il falso mito di una politica giovanile fatta
di tutor ed iniziative preconfezionate calate dall'alto come quella
dei centri giovani e delle grandi kermesse.

Il confine tra legale ed illegale diventa molto labile: come si può
definire l'occupazione atto illegale, come si può appellare come
criminali giovani studenti/esse, lavoratori precari che si
riappropriano di uno spazio, che strappano un pezzo di città per
riprendersi la loro vita, quando ormai da anni le politiche
dell'amministrazione cittadina ignorano le esigenze materiali ed
immateriali di questi soggetti per inseguire i proventi del turismo
assecondando le pressioni dei potentati economici, mentre anche
l'Università, e in particolar modo l'Ateneo fiorentino, diviene
attore di questa trasformazione della città, partecipando alla
svendita del patrimonio immobiliare pubblico, alla ridefinizione
delle sue aree-ghetto, alla concezione dei soggetti in formazione
solo come risorse umane funzionali all'aumento dei profitti delle
imprese.

----> MINISTORIA NETWORK

MINISTORIA

network: perchè si tratta di una serie di esperienze, i cosiddetti
nodi, che lavorano a rete, sperimentando collaborazioni, tentano di
sconfiggere il senso di impotenza di cui questo mondo ci nutre
quotidianamente. Interroghiamo l'usuale, mettendo in discussione la
sua necessità, la sua normalità, criticandolo a partire dai nostri bi-
sogni di studenti e studentesse, lavoratori e lavoratrici precari che
si muovono nell'area metropolitana fiorentina: vogliamo svincolare la
nostra creatività dalla logica del profitto, vogliamo affermare una
socialità diversa basata sulla partecipazione diretta nella
realizzazione della nostra intraprendenza, che prova a liberarsi
dalla mercificazione di menti e corpi, tempi e spazi.

2001 odissea PER lo spazio: perchè praticando la socializzazione
degli strumenti e la condivisione delle conoscenze abbiamo
individuato nella conquista di uno spazio fisico in città il primo
passo per far vivere le nostre idee.
Dopo aver manifestato la nostra esigenza all'amministrazione
cittadina, senza ricevere risposta, abbiamo deciso di occupare -
Marzo 2001 - l'area di via maragliano, dismessa da decenni.
Li abbiamo creato uno spazio di socialità libero, dato vita a
laboratori artistici, ampliato le nostre riflessioni e la capacità di
autogestirci e autorganizzare. Soprattutto abbiamo scoperto che la
nostra esperienza è riproducibile: in tre mesi di occupazione decine
di giovani hanno partecipato direttamente alla ricostruzione di
quell'area e alla sua vita, moltiplicando nodi e progetti della rete,
evidenziando il bisogno non ascoltato di spazio e azione autogestita
e non mercificata.
Poi lo sgombero - maggio 2001 -, le indagini, la riduzione a PROBLEMA
DI ORDINE PUBBLICO dell'unico fermento vitale nei meandri della
METRONECROPOLI.
Ma non ci avranno mai come vogliono loro: l'odissea è una catena
autoALIMENTATA di sogni, bisogni e conflitti

qualche settimana fa (il 24 settembre) alcuni di noi sono stati
svegliati di prima mattina con un avviso di garanzia e un mandato di
perquisizione per associazione sovversiva e tentatE lesioni... in
pratica ci attribuiscono tutti gli attentati dell' ultim'anno incluso
il pacco bomba al Prefetto. Il miglior modo di rispondere a questo
tentativo intimidatorio è continuare a fare quello che ci siamo
preposti senza farci tarpare le ali, né ghettizzare da chi ci
vorrebbe brutti e cattivi agli occhi della città.

Da questa occupazione attaccheremo i simboli di chi ci vuole precari,
omologati, ignoranti e terrorizzati... ma non ci basta gridare
contro: il nostro metodo si basa sul continuo allargamento e sulla
contaminazione delle progettualità e delle intraprendenze individuali
e collettive. Per questo giocheremo su due piani: da una parte questa
occupazione, uno spazio informativo e
aggregativo (un bar e un INFOshop), di dimensioni limitate e nel
pieno centro della città, dove costruire, amplificare e comunicare i
nostri progetti: dal cuore della metronecropoli, un megafono per i
nostri bi-sogni: poter studiare e avere una casa, ascoltare musica
senza pagare un ciddì 40.000£ (approssimativamente 20 euro!), l'uso
consapevole delle sostanze, il libero accesso alle informazioni e ai
saperi, l'autoproduzione e l'autogestione delle proprie esperienze
creative...
Questi progetti si rivolgono e si affidano a tutti coloro che tentano
di capitanare la propia vita.
Dall'altra abbiamo lanciato un appello per la costruzione di un area
di sperimentazione creativa autogestita dove dar vita ai tanti
laboratori che si stavano costruendo in Via Maragliano [un'area
concerti - camera oscura - galleria espositiva - e tanto altro]: non
ci stancheremo mai di porre pubblicamente i problemi di vivibilità di
questa città, di rinfacciare al governo cittadino la politica
ANTIsociale e omologante che sta portando avanti.

Da grido siamo diventati parola
a voi la responsabilità di ascoltarci