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Inviamo un articolo tratto da www.nonluoghi.org

TURCHIA: LA COMMISSIONE NAZIONALE CONFERMA
LE TORTURE E DENUNCIA I MANDANTI DI STATO

Si sono appena conclusi i lavori della "Assemblea Nazionale Turca per i Diritti
Umani", commissione formata da deputati ed esperti che un anno fa ricevette
l'incarico dal Parlamento Turco di indagare sulle "presunte" violenze  compiute
sugli arrestati nelle prigioni e nelle stazioni di polizia.  
   Per la prima volta un organo del genere ha avuto la possibilità di indagare
su questo lato oscuro di una nazione che si definisce una Libera Repubblica
Democratica ma in cui i concetti di libertà e democrazia sono sottoposti in
certi casi a strane limitazioni. 

    Uno dei maggiori quotidiani, l'Hurriyet (il cui nome significa "Libertà"
ma si riferisce ad una concezione nazionalistica di questa idea, come dichiarano
esplicitamente il motto "la Turchia ai Turchi" e la faccia austera del pater
patriae Ataturk, affiancati al titolo) riporta in data 4 maggio 2000, tra le
pagine interne di cronaca, un breve articolo su questo argomento, lontano dunque
dalle prime facciate (dedicate invece quasi del tutto all'imminente match calcistico
del Galatasaray, finale di un torneo continentale) e completamente staccato
dall'ambito politico. 
   "Nella relazione finale della Commissione", dice l'articolo, "è dichiarato
che la tortura tramite percosse, getti d'acqua a forte pressione ed elettricità
è stata praticata ed è provata con un'ampia documentazione". 
   L'indagine è stata svolta soprattutto sui posti di polizia, dove vengono
portati coloro che vengono fermati per semplici accertamenti e dove invece pare
i maggiori abusi abbiano luogo. Proprio riguardo a questi luoghi, nella città
di Istanbul, ad insospettire è stata "la puntuale coincidenza tra ciò che era
stato denunciato dalle vittime di questi soprusi ed i ritrovamenti in seguito
alle ispezioni nelle stazioni di polizia".  

   Ispezioni che hanno permesso alla Commissione di concludere che "i maltrattamenti
e/o le torture sono molto comuni ed alcuni degli arnesi usati per questi scopi
sono stati trovati", grazie alle testimonianze di alcune persone che hanno denunciato
di essere state incatenate, sottoposte a scariche elettriche, bastonate. 

    Ma chi sono i veri colpevoli di tutto ciò? 

    Il documento della Commissione  d'Inchiesta punta il dito molto in alto:
"I veri responsabili non sono gli uomini della polizia che stanno nelle stazioni.
Gli uomini più importanti, il vali (sindaco) di Istanbul e i pubblici ministeri
che coprono da un punto di vista giudiziario questi crimini, sono i veri responsabili". 

   Dunque un atto di accusa non ad alcuni spregevoli individui ma ad un intero
sistema gerarchico che ordina, accetta e pratica la violenza come strumento
repressivo ed intimidatorio. Proprio il primo cittadino di Istanbul, in Marzo,
aveva subito un attacco in Parlamento da parte di alcuni membri della Commissione
che avevano portato in aula un bastone ritrovato in un posto di polizia della
città, strumento evidentemente usato per atti di violenza nei confronti dei
fermati. Di fronte a questa chiara prova, interrogato non ha saputo rispondere
di meglio che: "Beh, è stato ritrovato un bastone. Ma non sappiamo che cosa
sia". 

   Ora la speranza è che questa relazione dia i suoi frutti e aiuti a far cambiare
realmente le cose, non resti un semplice atto di denuncia ma dia inizio alla
battaglia per i diritti umani e le libertà che si preannuncia ancora lunga in
questo Paese.  
   Sullo stessa pagina dell'Hurryiet del 4 maggio appare infatti un trafiletto
breve e freddo quanto inquietante: "Lo scrittore ed attore Yilmaz Erdogan è
stato convocato dalla Commissione di Sicurezza di Stato per aver messo la sua
firma nel libro/sottoscrizione <<Libertà per il Pensiero>>. Alla fine della
sua deposizione, assediato dai giornalisti ha detto che gli è stato del tutto
vietato di parlare riguardo a questo suo colloquio con i giudici." 



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