Messaggio di Natale da Mons. Kataliko di Bukavu



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Cari corrispondenti,

coscienti del fatto che la maggior parte di voi conosce gia' questa lettera,
ci scusiamo nel proporla ancora una volta alla vostra attenzione,

affinche' tutti possano giudicare con la propria coscienza umana il
contenuto di un messaggio a causa del quale Mons. Kataliko subisce le
accuse e la persecuzione di oggi.

A presto
Congosol
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"CONSOLATE, CONSOLATE IL MIO POPOLO" (Is 40,1)
"LA SPERANZA NON DELUDE" (Rm 5,5).


Messaggio di Natale 1999 ai fedeli di Bukavu

Miei cari Fratelli e Sorelle,

Natale 1999: un Natale diverso dagli altri poiche' ci apre le porte
all'anno 2000.
Celebriamo 2000 anni dalla nascita del Figlio di Dio fatto uomo.
Dio si e' avvicinato alla nostra umanita', condividendo con noi gioie e
sofferenze e portando la benedizione promessa per bocca dei profeti.

Mosso dallo Spirito, il Cristo comincia il suo ministero di salvezza
attraverso l'anno giubilare.
"Lo Spirito del Signore e' sopra di me, per questo mi ha consacrato con
l'unzione, e mi ha mandato per annunciare ai poveri un lieto messaggio, per
proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; per
rimettere in liberta' gli oppressi, e predicare un anno di grazia del
Signore" (Lc 4,18).

Nella Bibbia, durante l'anno giubilare tutti i figli di Dio celebrano la
propria vocazione di uomini liberi.

L'uomo e' chiamato a collaborare con Dio che lo libera da ogni forma di
oppressione, come quella della schiavitu' d'Egitto, dell'esilio di
Babilonia, dell'occupazione da parte dell'impero romano, della crudelta' di
Erode.
Per arrivare, infine, alle altre forme di oppressione di tutti i tempi.

L'uomo e' chiamato a collaborare con Dio che lo libera dalle azioni dettate
dalla bramosia.
Questa sete insaziabile delle cose materiali, che spinge certi uomini e
certi gruppi ad accaparrarsi sempre piu' ricchezze a scapito di altri.
Ecco come tanti uomini hanno perso la propria casa, la propria terra e la
propria liberta' al punto di essere ridotti a una condizione miserabile,
inumana.
Con l'anno giubilare Dio ci invita a dare l'occasione, ai nostri fratelli
in difficolta', di riprendere possesso della propria casa, della propria
terra e della propria liberta'.
In una parola, di recuperare la propria dignita'. (cf. Lv 25,10).

L'uomo e' chiamato a collaborare con Dio che lo libera dalla schiavitu' del
peccato.
Il peccato, che e' rifiutare l'amore di Dio per noi e per gli altri,
soffermandoci invece sulla ricerca del nostro io, fino ad arrivare al
disprezzo e perfino all'odio verso i fratelli e verso Dio stesso.
Questo modo di vivere e' la radice di tutti i mali e di tutte le oppressioni.
Per questo motivo le celebrazioni del Giubileo devono cominciare dal giorno
della Grande Espiazione (Lv 25,9).

Oggi come nel passato, siamo chiamati a riscoprire la nostra dignita' di
uomini liberi.
La nostra vita quotidiana e' lontana dalla gioia e dalla liberta'.
Siamo schiacciati dall'oppressione della dominazione.

Forze estranee con l'aiuto di alcuni nostri fratelli congolesi, organizzano
guerre utilizzando le risorse del nostro paese.
Risorse che dovrebbero essere utilizzate per il nostro sviluppo, per
l'educazione dei nostri figli, per guarire i nostri malati, in pratica per
permetterci di vivere piu' umanamente, vengono utilizzate per ucciderci.
Inoltre il nostro paese e noi stessi siamo divenuti oggetto di sfruttamento.

Tutto cio' che ha valore e' saccheggiato, portato all'estero o
semplicemente distrutto.
Le imposte raccolte, che dovrebbero essere investite per il bene comune,
vengono sottratte.

Tasse esorbitanti strangolano non solo il commercio e l'industria, ma anche
la mamma che vive del suo piccolo commercio.

Tutto questo denaro rubato, proveniente dalle nostre produzioni, depositato
in banca, viene direttamente prelevato da una piccola elite proveniente da
chissa' dove.

Neanche la nostra persona umana scappa a questo sfruttamento oppressivo:
tutti quelli che lavorano nel settore pubblico non ricevono salario,
malgrado apportino ricchezze con il loro lavoro.
Questo sfruttamento e' sostenuto da una strategia di terrore che mantiene
l'insicurezza generale.
In citta', bande armate, spesso in divisa, fanno irruzione nelle nostre
case, rubano i pochi beni che ci restano, minacciano e perfino uccidono i
nostri fratelli.

Fratelli e sorelle, nelle campagne le uccisioni sono ormai innumerevoli.
Le vittime sono gia' migliaia e i sopravvissuti, per salvarsi sono
costretti a fuggire con tutte le conseguenze che la fuga comporta.

La nostra Chiesa stessa non e' stata risparmiata.
Parrocchie, seminari, conventi sono stati saccheggiati.
Preti, religiosi e religiose sono stati rapiti, torturati e anche uccisi
poiche', con il loro modo di vivere, denunciavano apertamente l'ingiustizia
nella quale e' piombato il nostro popolo, condannando la guerra ed esaltano
la riconciliazione, il perdono, la non-violenza.

Inutile dire che, per quanto ci consta, fino adesso non e' stata condotta
nessuna inchiesta seria per trovare i colpevoli e punirli.

La decadenza morale ha raggiunto un livello cosi' aberrante in alcuni
nostri compatrioti che, addirittura, non esitano a consegnare il loro
fratello per un biglietto da dieci o da venti dollari.



Cari fratelli e sorelle,

prendiamo coscienza della nostra schiavitu'!
Riconosciamo la nostra parte di responsabilita' nello stato di peccato che
ci opprime!
Prendiamoci il rischio del cammino di liberazione sotto la guida dello Spirito!

Il nostro messaggio cristiano e' un messaggio di speranza.
E' il messaggio di Gesu' stesso.
Egli, il Figlio di Dio, si e' fatto solidale con la nostra condizione umana.
Nato nella poverta', perseguitato sin dall'inizio della sua esistenza,
rifugiato all'estero, muore sulla croce per farci conoscere l'amore di Dio
Padre.
Non si e' mai sottratto alle conseguenze di questa sua solidarieta'.
E cosi' ha affrontato la morte senza nascondersi.

Oggi, noi, la sua Chiesa, non possiamo tradire la speranza che Gesu' ci ha
portato.
Noi, i suoi fedeli, siamo chiamati a continuare la missione di Gesu':
annunciare la vita e la vita in abbondanza, resistere al male in tutte le
sue forme; denunciare tutto cio' che annienta la dignita' della persona.

Noi ci impegnamo con coraggio, con uno spirito fermo, con una fede
incrollabile, ad essere dalla parte degli oppressi e, se necessario, fino
al sangue, come hanno gia' fatto Monsignor MUNZIHIRWA, Padre Claude
BUHENDWA, il sacerdote e le suore di Kasika, Padre Georges KAKUJA...
e tanti altri cristiani.

IL VANGELO CI SPINGE A RIFIUTARE LA VIA DELLE ARMI E DELLA VIOLENZA PER
USCIRE DAI CONFLITTI.
E' AL PREZZO DELLE NOSTRE SOFFERENZE E DELLE NOSTRE PREGHIERE CHE NOI
CONDURREMO LA LOTTA DELLA LIBERTA', CHE CONDURREMO ANCHE I NOSTRI
OPPRESSORI ALLA RAGIONE E ALLA LIBERTA' INTERIORE.

In questo giorno commemoriamo la nascita di Gesu' nostro fratello.
Egli ci invita a conoscerlo, ad amarlo, a seguirlo e ad imitarlo.
Il Cristo e' nato da Maria Vergine, ci invita ad accogliere l'incredibile
novita' della grazia e a proclamare la sua lode insieme agli angeli:
"Gloria a Dio nell'alto dei cieli".



Buon Natale e Felice Anno 2000 a tutte e a tutti

Monsignor Emmanuel KATALIKO
Arcivescovo di Bukavu



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Servizio informazioni Congosol
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