28 Aprile 2012 Giornata Mondiale Vittime Amianto- l’ estrazione e la lavorazione dell’amianto deve essere messo al bando in tutte le nazioni



MEDICINA DEMOCRATICA ONLUS - Sezione di Torino
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28 Aprile 2012 Giornata Mondiale Vittime Amianto- l’ estrazione e la 
lavorazione dell’amianto deve essere messo al bando in tutte le nazioni - il 
diritto alla salute non può essere subordinato ad esigenze di bilancio. Le 
future generazioni di lavoratori e di cittadini  non debbono continuare a 
vivere questa tragedia
Medicina Democratica  sostenere ed esprimere la solidarietà a chi è stato così 
duramente colpito: operai, familiari,  cittadini, tutti coloro che hanno l’
unico "torto" di aver lavorato nelle fabbriche dove si produceva eternit con 
fibre di amianto o di vivere nelle loro vicinanze.
 
Il 23 Settembre del 2005 al in occasione del Forum Mondiale sull’amianto 
veniva indicata la data del 28 Aprile di ogni anno come giornata in cui 
ricordare a livello mondiale l’enorme e per molti sconosciuto costo di vittime 
e sofferenze legato a questa fibra omicida.
La sezione di Torino di Medicina Democratica nel ribadire il suo impegno nel 
sostegno alle lotte che i cittadini sostengono per avere verità e giustizia 
partecipa alla commemorazione ed al ricordo di tutte  le vittime denunciando 
una volta di più  con forza
che, benché dichiarato da più di 50 anni dalla comunità scientifica mondiale 
pericoloso i Paesi produttori  come Cina, Canada, Brasile continuano ad 
esportare amianto verso un Terzo Mondo  in cui tutele sanitarie e sociali sono 
in sostanza inesistenti e la popolazione non ha la benché minima conoscenza 
della pericolosità dei danni causati da questa fibra.
che ancor oggi a livello planetario sono decine di milioni i lavoratori 
esposti ad amianto, milioni di persone che sono da aggiungersi  a numeri ancor 
maggiori di chi è stato esposto in passato
che nel mondo le morti asbesto correlate sono centinaia di migliaia e che 
nella sola Europa nei prossimi tre quinquenni viene stimata in 500.000 il 
numero delle vittime. Tutta l’enormità della tragedia legata all’amianto non è 
in realtà correttamente quantificabile considerando il fatto che in molti dei 
Paesi in cui la popolazione risulta tra le più esposte non esistono le 
condizioni perché morti e malattie possano venir correlate all’amianto.
che l’amianto investe pesantemente il futuro del nostro Paese:  1.000.000 sono 
stati i lavoratori esposti; 32 milioni le tonnellate presenti (di cui 8 milioni 
negli ambienti di lavoro), quasi 500 kg  a testa!!! 11000 i nuovi casi di 
mesotelioma attesi nei prossimi 10 anni, 4000 morti ogni anno da collegarsi a 
questa fibra killer devono farci  riflettere.
Medicina Democratica  sezione di Torino
sollecita, ancora una volta,
- le Istituzioni affinché, ciascuna per la sua competenza, operino realmente 
un intervento in difesa dell’irrinunciabile diritto alla salute perché 
l'amianto è da considerarsi, a tutti gli effetti, un'emergenza nazionale. 
Occorre bonificare l’ambiente ed occorre, prima di tutto, affrontare in modo 
adeguato i tanti drammi delle vittime e dei loro familiari.;
- tutti i soggetti istituzionali, sindacali, giuridici affinché si attuino 
tutte le misure preventive e gli interventi per evitare le morti quotidiane dei 
lavoratori (che non sono MORTI BIANCHE!!!, sono morti le cui cause sono 
spessissimo ricostruibili e riconducibili a responsabilità precise);
-  la Regione,  affinché garantisca la piena operatività alla legge regionale 
sull'amianto. Fare delle bonifiche ambientali  è anche occasione di lavoro;
- chiede  che
si risolva concretamente l’enorme contenzioso aperto sulla questione dei 
benefici previdenziali, evitando discriminazioni per i lavoratori e le 
lavoratrici, che hanno già dovuto subire un peggioramento della qualità della 
vita e una riduzione dell’aspettativa di vita;
-  del  “Fondo per le vittime dell'amianto”  ne possano usufruire TUTTE le 
vittime, con particolare attenzione per quelle che fino ad oggi non hanno 
beneficiato di alcun sostegno (a titolo d’esempio, coloro i quali hanno subito 
un’esposizione ambientale, come le mogli che lavavano le tute da lavoro, o 
coloro i quali abbiano subito un'esposizione lavorativa  all’amianto all’estero 
e una volta rimpatriati hanno contratto la patologia).