PROGETTUALITA'



 

Crisi economica, manifestazioni a Londra, Parigi... case che crollano, come le borse, per scosse di assestamento non delle più alte della scala Richter, ma di scala Mercalli livello 6, sapete no la differenza delle due scale?!

Tutto ciò significa che questo sistema economico, politico ed istituzionale non va bene e che prima o poi con il seminato ci si doveva fare i conti. Poco male, perché ora si prospettano misure di responsabilità che prima mancavano, è l'occasione per cambiare quello che ha provocato gli scempi più piccoli e quelli più grandi, è il tempo in cui ognuno deve farsi carico del ruolo che occupa nel contesto in cui vive, non uomo con unico scopo lucrativo, ma persona cosciente di vivere in una trama di relazioni, non competizioni, che raggiungono ogni livello. Dall'imprenditore edile, alle istituzioni e all'inquilino, dall'imprenditore all'operaio, dal politico al cittadino, l'agricoltore, l'apicoltore; ognuno ha un ruolo e responsabilità precise all'interno dello stesso ruolo: l'inquilino dovrebbe far presente i suoi dubbi o certezze su dove vive, l'operaio ed il cittadino dovrebbero non dimenticarsi di far parte di un'entità con dei bisogni che sono diritti, il consumatore non dovrebbe scordarsi che è ridotto a funzione del sistema stesso. Colui che sta al vertice deve ricordarsi che quel che fa lascia agli altri e ci sarà qualcuno che tirerà le somme... Deve sapere che lascia qualcosa oltre i suoi microcosmi, oltre alle sue siepi e che tanto prima o poi raccoglierà anche con i suoi figli. Ma si può creare soltanto se OGNUNO si rende conto della sua parte nel contesto sociale, nella società se si preferisce.

Questa consapevolezza crea responsabilità e nel contempo controllo di tutte le parti in gioco, in modo da riequilibrare le forze più potenti con quelle più deboli, ma queste ultime si devono muovere e in qualche modo farsi sentire dato che ultimamente si sono assopite perché stanche di essere escluse dalle decisioni ultime. La crisi di progettualità (che sento avanzare da ogni parte senza sapere da dove deriva, così attribuiscono la colpa ai media, alla mancanza di valori, al fatto che tanto si hanno lo stesso le cose materiali per vivere... invece queste cose arrivano di seguito come contentino all'insoddisfazione di non sentirsi rappresentati) dipende proprio da questo.

Bisogna sfatare l'assurda divisione che ancora in Italia si tende a fare tra destra/sinistra, perché ormai nessun politico rispetta i principi né dell'una né dell'altra parte, è solo mera strumentalizzazione dei politici per mantenersi il vecchio elettorato in quanto tutti hanno speculato e hanno fatto qualcosa di illecito. A livello popolare si vive su questi vecchi schemi pregiudizievoli, mentre c'è bisogno di creare qualcosa di rispettoso e questa non è la strada giusta.

Questo caso italiano, deve fare capire che c'è un sistema da rimodernare lontano dai vecchi, con nuove divisioni derivanti da principi morali e non è “buonismo” come qualcuno sarebbe portato a credere.

Ci vuole una rivoluzione morale che dipenda dal comportamento di ogni singolo individuo che deve sapere di essere responsabile perché facente parte della società umana. La rivolta morale deve partire dalla costernazione verso le angherie e dalla consapevolezza che ogni individuo è diverso ed ha una propria identità non omologata, un modo di essere che infranga “le regole del gioco”.

Assistiamo a dettami economici sul cosa e come comprare, biopolitici su come dobbiamo pensare e quindi come dobbiamo comportarci semplicemente per far funzionare il loro sistema che presuppone l'illusione nostra della libertà. Ora ci stiamo accorgendo a grandi spese che non è vero e che sono le oligarchie economiche e le forze silenti che impediscono ai più di partecipare alle decisioni ultime provocando una separazione tra lo Stato ed i cittadini, quindi non c'è democrazia.

Come mai il termine “democrazia” è così usato, bisfrattato, strumentalizzato dai politici che lo esprimono come fondamento di loro programmi e nessuno di loro lo ha mai messo in pratica? Sarà mica aspirazione comune delle spiritualità umane essere rappresentati secondo il proprio modo di concepirsi autodeterminandosi perché è di questo che stiamo parlando, l'autodeterminazione del singolo individuo, questo vuol dire progettualità e progresso?! Significa che tutti i politici hanno bisogno di appropriarsi del termine per illudere dato che è aspirazione ultima delle masse; allora perché se è aspirazione di tutti non lottiamo per la democrazia? Sarà che non abbiamo ancora capito che cos'è democrazia.

Attualmente si nota un filone di continuità con i fautori della democrazia, Jefferson, Lincoln, Wilson, Tomàš Garrigue Masaryk, Aleksander Dubček, Kennedy, Obama deciso a lottare contro le armi nucleari ed a istituire una banca energetica internazionale (tipo la Società delle Nazioni di wilsoniana memoria), il quale è andato proprio a Praha e in Turchia ( l'ingresso della Turchia a “membro effettivo della famiglia delle nazioni europee” era stato stabilito già dal Trattato di Parigi del 1856 e il presidente Mustafà Kemal Atatürk compì un'opera di riavvicinamento culturale e istituzionale adottando il codice civile svizzero a partire dal 1923), entrambe visite significative: ha detto a Praha “adesso dobbiamo essere uniti per il diritto di tutti i popoli a vivere affrancati dalla paura nel XXI secolo” .

E' arrivato il momento di abbandonare vecchi stereotipi e vecchi provincialismi perché siamo tutti interdipendenti, le basi ci sono state e continuano ad esserci se solo lo vogliamo e mettiamo in discussione quello che abbiamo ora.

L'impressione che ho avuto è che dopo gli anni '70 la sinistra italiana non abbia mai assorbito ed interpretato le proposte alternative dei movimenti del '56 (Budapest), '68 (Praga) e '80 per quello che sono state, troppo ferma a ritornare a punto e d'accapo ai suoi tradizionalismi. Falliti i tradizionalismi, non ha avuto più alcun radicamento e le conseguenze le conosciamo.

L'opposizione si costruisce dando la sensazione alle masse dell'esistenza certa di collegamenti extra nazionali, non si improvvisa a entità chiusa ed isolata e mi pare proprio che qui in Italia manchi un partito con una forte identificazione-aspirazione europea.

Sembra che questa pluralità di diritti non ben definiti nello stato costituzionale possa dipendere dalla mancanza di specificità delle entità esistenti. Allora aggiungo che per capire le nostre specificità c'è il bisogno di riscoprire la propria identità ed il modo di essere autonomo rispetto ad un sistema omologante. Costruzione di individualità (da non confondere con l'individualismo che sono ben diversi) per la costruzione del comune, terreno di antagonismo sulla quale ci si dovrebbe muovere per i diritti di Persona definita.

 

Grazie della vostra attenzione.

Per questo ed altro ancora:

http://spazidimarzia.blogspot.com/2009_04_01_archive.html