Re: riflessioni-Dopo voto



Certo Maurilio, infine possiamo dire che si sta creando una grande coscienza, a parte i governanti che ancora non hanno capito, e continuano a parlare come il pubblico vuole si parli, più semplicemente così stupidi e banali da non dire niente.



Il 23/04/08, maurilio orione <maurilio.orione at arpal.org> ha scritto:
Abbiamo votato,
il voto come dice la parola è un voto, un giudizio,
abbiamo di fatto bocciato alcuni partiti, siamo stati, alcuni di noi me compreso molto critici, 
( lo fossimo anche negli acquisti, visto che sappiamo o dobbiamo mangiare alcuni prodotti, parlo di quelli freschi, spesso non maturi e quindi con meno vitamine) anche se con gli acquisti consapevoli, solidali e biologici ce la mettiamo tutta per galleggiare;
tornando ai partiti stamattina tra me e me pensavo... spazziamo via dei partiti si fa per dire per ora solo al parlamento, rimangono le sezioni e le amministrazioni locali certo, comunque mi chiedo ma ora diciamo tra colleghi è così non ci potevamo far nulla, penso sia un pò strano visto che due secoli fa per costituire i movimenti, i parti le associazioni, i sindacati le società di mutuo soccorso si rischiava la pelle.... forse è semplicemente trascorso del tempo.
Stiamo evolvendo, stiamo globalizzando, in postivo c'è internet che ci da la possibilità di scambiarci pensieri forse già condivisi?
è solo una riflessione cosa pensate?


m. orione



-----Messaggio originale-----
Da: "Laboratorio Eudemonia" <eulab at hyperlinker.com>
Inviato 07/04/2008 16.02.54
A: consumocritico at peacelink.it
Oggetto: Votare o non votare?

Votare o non votare?
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una premessa ed una conclusione
Quando ci si pone la domanda: che faccio, voto o non voto? a mio avviso non si coglie il fatto che queste due sole opzioni sono poche, non bastando proprio a permetterci di compiere una buona scelta.
Non a caso lo scrivente, 55 anni, da una trentina non vota.
Non perché nessuno mi rappresentava e mi rappresenta (che sarebbe la minor cosa e non degna di nota) ma perché ritengo che:
- ogni politico o governo si fa portavoce delle volontà di categorie sociali che, potenti o deboli, ricche o povere che siano, hanno sempre e comunque TUTTE, le deboli quanto le potenti, le ricche quanto le povere, delle grosse responsabilità nella generazione di quei mali che patiamo, mai sognandosi di redarguirle per queste loro pesanti colpe e di attribuir loro una responsabilità od un dovere certi per ogni privilegio o diritto concessi;
- nessun politico o governo si fa o si può fare portavoce delle innumerevoli quanto varie giuste istanze della complessiva situazione che si vive.
Proprio perché trovo il sistema della rappresentanza politica dei gruppi sociali insufficiente, e la stessa rappresentanza mal condotta, qualche tempo fa ho pensato ad un altro sistema da aggiungere a quello già esistente che apra le porte della politica e del governo ai singoli cittadini in modo che essi possano presentare la loro originale proposta venendone pure premiati in caso di successo:
http://assemblea-popolare-permanente-premiata.hyperlinker.org/
sistema che è poi stato inglobato nel progetto del
http://partito-telematico.hyperlinker.org
di recente presentato. Si tratta di un progetto che personalmente ritengo del tutto necessario non avendo a che fare in questo caso con un vero partito bensì con un puro strumento di democrazia diretta, quindi senza alcun leader, segretario o dirigente e nessun programma preconfezionato. Al contrario giorno dopo giorno ognuno di noi avrebbe la possibilità di contribuire a stilarlo, andando così a formare una ampia leadership collettiva.
Votare o non votare: non sarebbe dunque tanto questo il punto importante quanto invece cercare di costruire ulteriori possibilità. Quel che conta davvero non sarebbe quel che facciamo in occasione di queste elezioni quanto delle prossime. Perché si procede appunto solo lavorando ed impegnandoci in anticipo, non chiedendo come si fa di solito un impossibile miracolo all'ultimo momento.
Tuttavia ci troviamo ad un tale stadio di avanzamento del male, così veloce, ampio e profondo, che perdere anche quelle poche opportunità di bene può costarci molto caro.
Ed allora questa è la mia conclusione.
Nel campo della responsabilità personale: non far figli e se possibile non lavorare (le due cose son collegate: chi non fa figli spesso non è costretto a divenire servo/schiavo del sistema e rimane invece libero e disponibile ad evolvere, fornendo anche un ottimo esempio a chi si trova indietro) bensì darsi da fare per costruire un buon futuro collettivo.
Nello specifico campo del voto, darlo a chi si prodiga soprattutto per obiettivi d'indubbio interesse comune, come ad esempio la salute che non può non interessare ognuno di noi viventi, tralasciando tranquillamente l'idolatria dell'economia. Anche se si è in condizioni di precarietà economica di sicuro non è con la competizione auspicata da pomposi politici professionisti che si risolverà il problema bensì con onesti sentimenti di cooperazione ne potremo uscir fuori. (Oltre che fermando le nascite, naturalmente, in quanto i prezzi, ad esempio, aumentano esponenzialmente perché esponenziale è la crescita della popolazione e quindi della richiesta di risorse).
La mia scelta allora cade sulla lista civica nazionale http://perilbenecomune.net che dà alla salute pubblica il giusto peso.
Auguriamo a queste persone la più gran fortuna e l'avremo augurata anche a noi stessi. Allo stesso tempo non dimentichiamo che ciò che più importa è lavorare comunque per un progetto come quello del Partito Telematico, che solo potrà spalancare le porte ad una straordinaria evoluzione sociale che ci farà dimenticare i presenti tempi.
Vive cordialità,
danilo d'antonio
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