rassegna stampa: AVIARIA, ABBATTUTI 360 MILA VOLATILI A GAZA



Anche se se ne parla poco continua la diffusione del virus H5N1; proponiamo
una breve panoramica per ricordarci che prima o poi l'attuale sistema
produttivo e noi dovremo farci i conti.
a cura di AltrAgricoltura Nord Est
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tratto da Green Planet" - 17-04-06
AVIARIA, ABBATTUTI 360 MILA VOLATILI A GAZA
E un secondo focolaio del virus in Pakistan. Allarme in Costa D'Avorio.
Lancet: il piano italiano non efficace contro influenza aviaria.
Aviaria: secondo focolaio del virus in Pakistan
ISLAMABAD (Pakistan) - Il ministero dell'Agricoltura pachistano ha
confermato l'esistenza di un secondo focolaio di influenza aviaria del ceppo
H5N1 in un'azienda di pollame vicino a Islamabad. L'Organizzazione mondiale
della Sanita' (Oms) non ha ancora confermato la notizia.

 Aviaria: abbattuti 360mila volatili a Gaza
GAZA - Il governatore di Gaza, Mohammed al-Kidwa, ha reso noto che piu' di
360mila volatili sono stati abbattuti per contenere un'epidemia di influenza
aviaria nella Striscia di Gaza. Lo scorso 22 marzo il virus era stato
isolato vicino al confine israeliano, in seguito si era diffuso in cinque
localita' prevalentemente agricole. L'Onu e' preoccupata per l'ecomomia
della zona, gia' in grave crisi.


AVIARIA: E' ALLARME IN AFRICA

(Agenzia Grt)-Anche in Costa D'Avorio, in Africa è allarme influenza
aviaria. Circa 100 polli morti sono stati trovati a 500 chilometri a est
della capitale Abidjan.
Ma nella stessa localita' e' avvenuto il ritrovamento anche di cinque
carcasse di cani che, secondo alcuni, potrebbero essere morti dopo aver
mangiato qualcuno dei polli uccisi dal virus H5N1


L’allarme influenza aviaria arriva troppo tardi in molte aree rurali della
Cambogia

Il padre di una bambina deceduta a causa del virus H5N1 non conosceva l’
influenza aviaria. Informare su come prevenire il virus è molto difficile
perché i cambogiani che vivono nelle aree rurali non hanno la televisione.
Il governo ha fonti limitate e si concentra sulle 5 province in cui l’
emergenza è maggiore.

Tuol Prik (AsiaNews/Agenzie) - Due giorni dopo la morte della figlia di tre
anni Cheoun Uork ha saputo dai funzionari del Ministero della salute che la
causa del decesso della bambina è il virus dell’influenza aviaria. L’uomo
non aveva mai sentito parlare di questo virus.
Il caso è emblematico della situazione in Cambogia, il cui governo non è in
grado di spiegare agli abitanti, in modo particolare delle zone rurali, come
prevenire l’influenza aviaria.
“Se ne fossi stato a conoscenza  avrei preso dei provvedimenti per
proteggere mia figlia. Era la mia unica figlia, ora vivrò con il rimorso di
non aver fatto abbastanza”, spiega Choeun Uork, 30 anni, con indosso una
maglietta con un messaggio per la prevenzione dal virus.
Dalla sua comparsa in Asia nel 2003 il virus H5N1 ha provocato la morte di
109 persone, e la rapida diffusione del virus mortale ha fatto scattare un
allarme mondiale.
Ma molte persone che vivono nelle zone rurali della Cambogia ancora non sono
a conoscenza di questo problema. “Molte persone sono disinformate”, dice
Megge Miller, epidemiologa dell'Organizzazione mondiale della sanità in
Cambogia. "Quando ci siamo recati nelle aree rurali la gente ci ha fatto
domande come: cos’è l’influenza aviaria?”.
Il governo, per motivi economici, è costretto a concentrare la sua
attenzione solo su cinque delle 24 province del Paese.
“Sono quelle considerate ad alto rischio, perché confinano con Thailandia e
Vietnam, due Paesi molto colpiti dall’influenza aviaria”, spiega Ly Sovann,
responsabile del Reparto controllo e sorveglianza delle malattie del
Ministero della salute.

Informare la popolazione rurale è difficile anche perché la televisione non
è diffusa.
“In molti ascoltano la musica alla radio – continua Ly Sovann - ma se
mettiamo dei messaggi commerciali o educativi cambiano subito canale in
cerca di musica. È per questo che la comunicazione personale è quella più
efficiente per insegnare la prevenzione”.
Megge Miller fa però notare per portare avanti un sistema di comunicazione
personale servirebbero 40 mila volontari e fondi da donatori stranieri.
“È comunque molto importante cercare di diffondere una cultura di igiene e
pulizia”.
Douglas Gardner, funzionario delle Nazioni Unite, aggiunge che la Cambogia
avrebbe bisogno di 18 milioni di dollari per gestire l’emergenza influenza
aviaria nei prossimi 18 mesi.
Si dice inoltre sicuro del fatto che ci sono molti focolai della malattia,
ma che il governo non ne verrà a conoscenza fino a che non ci saranno delle
vittime.

“Sono centinaia di anni che queste persone vivono nella stessa maniera”,
dichiara Phal Kao, direttore del dipartimento animale del ministero dell’
agricoltura. “Noi gli diciamo qual è il problema, ma delle volte si
rifiutano di crederci”.
È il caso della madre di Mon Puthy, una bambina morta il mese scorso.
La madre sostiene di aver cotto il pollo malato e dice che la figlia non ha
mai giocato o toccato questo pollo.
“Invece molti bambini che abitano qui vicino giocavano sempre con il pollo e
non si sono ammalati”.


Lancet: piano italiano non efficace contro influenza aviaria. Italia
smentisce

14 APR – In caso di una pandemia di influenza aviaria l’Italia non sarebbero
in grado di far fronte all’emergenza. Lo afferma uno studio pubblicato sulla
rivista inglese “Lancet”.
Immediata la smentita di Donato Greco, direttore operativo del Ccm: “La
ricerca – ha detto - si basa su una situazione che precede la
predisposizione del nuovo Piano per fronteggiare l’emergenza aviaria,
approvato lo scorso 9 febbraio 2006”.
Secondo lo studio inglese, in cima alla classifica dei Paesi che meglio
contrasterebbero la pandemia c'è la Francia, seguita da Olanda, Gran
Bretagna. L’Italia, invece, si troverebbe agli ultimi posti della
classifica, insieme a Lituania, Portogallo e Lettonia.

A stilare la lista, in base a 169 criteri fissati dall’Organizzazione
mondiale della sanità, sono stati Sandra Mournier-Jack e Richard Coker,
ricercatori della London School of Hygiene and Tropical Medicine. Lo studio,
finanziato dall’azienda farmaceutica svizzera Roche, è stato già pubblicato
su ‘Lancet’ e sulla versione europea del ‘Wall Street Journal’.

Ma il direttore operativo del Centro di controllo delle malattie (Ccm) del
ministero della Salute , Donato Greco, rassicura gli italiani e smentisce la
ricerca: “Il nostro Paese è vittima di un errore – ha detto - perché le
conclusioni della ricerca si basano su una situazione che precede la
predisposizione del nuovo Piano per fronteggiare l'emergenza dettata
dall'influenza aviaria, che è stato approvato lo scorso 9 febbraio 2006”.

Greco ha quindi riferito di aver parlato con gli autori della ricerca e di
essere riuscito a far inserire una precisazione in cui si spiega che
l'analisi dei dati è ferma al novembre 2005.
Dunque i ricercatori hanno preso in considerazione un Piano 'fermo' a
ottobre 2005. Solo in futuro è prevista, conclude il direttore del Ccm, una
revisione delle conclusioni dello studio.
“E allora – ha concluso Greco - si potrà misurare con esattezza la validità
del Piano italiano”.
Corriere della sera, 16 aprile 2006
Corriere della sera, 16 aprile 2006
Grt, 17 aprile 2006
AsiaNews, 13 aprile 2006
Ilbisturi.it, 14 aprile 2006
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EGITTO, QUARTO DECESSO UMANO PER L'AVIARIA, È IL QUARTO
Una diciottenne del nord del Paese
Una diciottenne e' morta in Egitto dopo essere stata contagiata
dell'influenza aviaria.
La giovane donna, proveniente da una provincia a nord del Cairo, era stata
ricoverata lunedi' scorso in ospedale.
Si tratta della quarta persona uccisa dal virus aviario H5N1 nel Paese
arabo. In Egitto il contagio ha toccato dodici persone.
Agi, 14 aprile 2006
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Version: 7.1.385 / Virus Database: 268.5.2/329 - Release Date: 02/05/2006