Re: COMMERCIO EQUO: CAMBIANO LE CARTE IN TAVOLA



L'orizzonte di UNICOOP con la banc armata BNL spazia
nel liberismo dei grandi gruppi finanziari: sarebbe
infantile pensare che un complesso finanziario come
UNICOOP-BNL sia nato con lo scopo di fare
"beneficenza": basta entrare in una Coop e verificare
che oramai il livello di qualità è da discount!!!
--- Francesco Castracane <fra.castracane at libero.it> ha
scritto: 

> COMMERCIO EQUO: CAMBIANO LE CARTE IN TAVOLA
> 
> Il 15 e 16 settembre COOP Italia ha organizzato un
> convegno europeo per fare
> il punto sulla rapida crescita ed evoluzione del
> settore. Pochi giorni dopo
> padre Alex Zanotelli scrive una lunga lettera,
> intrisa di amarezza,  agli
> operatori del fairtrade italiano. 
> 
> Lo scenario del commercio equo negli ultimi tempi
> sta attraversando notevoli
> cambiamenti strutturali, quasi una mutazione
> genetica, difficile da
> controllare. "La sensibilità dei consumatori
> italiani verso il Commercio
> Equo e Solidale continua a crescere. Le vendite si
> sono triplicate negli
> ultimi anni e Coop, con 9.8 milioni di euro e 23
> referenze Solidal, copre il
> 10% delle vendite totali, senza considerare gli
> altri prodotti Equo e
> Solidali disponibili presso i diversi punti vendita.
> L’esperienza nel corso
> degli anni si è notevolmente arricchita e gli
> articoli trattati spaziano dal
> caffè, tè, crema spalmabile, cioccolata, miele,
> zucchero di canna, banane,
> ananas, succo  d’arancia e riso ai palloni da
> calcio, calcetto e beach
> volley. L’ultimo significativo inserimento è una
> polo piquet, il cui cotone,
> da agricoltura biologica, viene coltivato in India
> secondo i criteri del
> Commercio Equo e Solidale nel quadro di un Progetto
> realizzato  grazie ad
> una collaborazione con la Coop Svizzera." Così COOP
> Italia nel documento di
> introduzione al convegno che continua: "Il Commercio
> Equo e Solidale
> rappresenta dunque una forma giusta e sostenibile di
> fare business. Esso
> fornisce un modello in cui la crescita economica va
> di pari passo con
> preoccupazioni di ordine sociale ed ambientale, al
> fine di assicurare uno
> sviluppo sostenibile alle future generazioni."
> 
> Una posizione assolutamente rispettabile se i fatti
> poi non distano troppo
> dalle parole. 
> 
> Di genere ben diverso le argomentazioni di padre
> Alex che rileva in una sua
> lunga lettera articolata in 8 punti lo
> stravolgimento dello spirito
> originario con la conseguente perdita delle finalità
> solidaristiche,
> dell'impegno politico,dello spirito di volontariato
> e della volontà di fare
> rete tra le botteghe. "Per me il CES è un grande
> dono, una perla preziosa
> per resistere al sistema. Sappiamo bene poi che
> questo sistema
> economico-finanziario neo-liberista è talmente
> scaltro che può trasformare
> anche questa «perla» in un suo fiore all'occhiello.
> Corriamo il pericolo  di
> buttare le perle ai porci...". Un argomento
> particolarmente sentito riguarda
> lo spirito che anima le botteghe" Ogni bottega del
> mondo dovrebbe essere il
> luogo dove si sperimentano relazioni umane,
> fraternità, serenità, gioia di
> vivere. È un aspetto fondamentale questo per ogni
> bottega in una società
> come la nostra dove viene imposta una massificante
> cultura, materialista e
> consumista, che ci riduce tutti a atomi, a tubi
> digerenti dove non esistono
> più autentiche relazioni umane. Ecco perché è così
> importante la bottega
> (con il rifiuto del supermercato!), dove si
> sperimenta la gioia dello stare
> insieme, della celebrazione, dell'incontro anche
> interculturale e
> interreligioso. L'anima di ogni bottega dovrebbe
> essere una piccola comunità
> che ama ritrovarsi, far festa, danzare la vita. "
> Alex Zanotelli e la COOP
> vedono dunque la questione da due punti di vista
> opposti fra loro
> rispecchiando le due principali tendenze attuali,
> che al momento convivono,
> incrociando talvolta le loro strade: quella del
> "business" etico e quella
> della ricerca di modelli di giustizia e solidarietà
> globali.
> 
> In un futuro non troppo lontano, quando la grande
> distribuzione coprirà la
> gran parte del fatturato del commercio equo, i
> meccanismi equosolidali
> saranno sempre più indirizzati dai consumatori, che
> attraverso le loro
> tendenze di acquisto influenzeranno le politiche dei
> grandi gruppi di
> distribuzione alimentare più attenti. Sarà questa
> allora l'ultima occasione
> per  le botteghe del mondo di trovare la loro
> funzione sociale e
> trasformarsi veramente, divenendo associazioni per
> consumatori solidali, in
> grado di informare, aggregare e guidare, perché il
> commercio (e non solo
> quello equo ) non sia solo business, ma divenga uno
> strumento di concreto
> aiuto economico, di giustizia e attenta riflessione
> quotidiana per tutti
> noi.
> 
> (Eco e Bio, 28/09/2005)
> 
> 
> 



		
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