RITORNANO I MANGHI DAL SENEGAL CERTIFICATI DA FAIRTRADE TRANSFAIR









COMUNICATO STAMPA



RITORNANO I MANGHI DAL SENEGAL CERTIFICATI DA FAIRTRADE TRANSFAIR



Presso i punti vendita di Unicoop Firenze e in alcuni supermercati di Coop
Adriatica, a partire da luglio, sarà possibile acquistare i frutti del
lavoro di 171 piccoli produttori della Casamance, grazie ad un progetto di
cooperazione agricola del Cospe



Per il secondo anno consecutivo, presso i punti vendita di Unicoop Firenze
e in alcuni supermercati di Coop Adriatica, i consumatori potranno
contribuire allo sviluppo dei piccoli produttori senegalesi, acquistando i
manghi equosolidali certificati da Fairtrade TransFair. Provengono da Apad,
associazione di 171 piccoli produttori della Casamance, regione a sud del
Senegal, l’unica che è riuscita ad esportare direttamente senza
intermediari il frutto del suo lavoro in Italia. Dietro questi manghi c’è
una lunga storia di impegno, di solidarietà e di sfide: Apad (Associazione
di Frutticoltori dell’Arrondissement di Diouloulou) è nata nel 1987 grazie
ad alcuni contadini che hanno voluto migliorare la qualità della frutta
prodotta, pur mantenendo le altre colture e attività agricole su cui si
regge l’economia familiare: riso, arachide, piccolo allevamento, pesca.

Nel 1988 Apad ha incontrato l’organizzazione non governativa italiana Cospe
(Cooperazione per lo sviluppo dei Paesi emergenti) con cui è iniziato un
rapporto di collaborazione e solidarietà che dura ancora oggi. Attraverso i
progetti di cooperazione finanziati dal Ministero degli Affari Esteri, ma
anche da Associazioni e Enti locali italiani, Apad e Cospe hanno iniziato
ad ottenere i primi risultati. Migliorate le varietà e le tecniche
colturali, facilitato l’accesso ai fattori di produzione, adesso la grande
sfida è il collocamento del prodotto sul mercato attraverso la
commercializzazione e la trasformazione. Gli agricoltori di Apad scelgono e
raccolgono a mano i frutti, li portano presso la sede dell’associazione
dove vengono lavati, asciugati, suddivisi per calibro e confezionati in
scatole da 4 chilogrammi.

I manghi vengono quindi caricati sul camion e trasportati al porto, dove si
affidano allo spedizioniere che provvede a metterli nella camera di
prerefrigerazione e seguire le pratiche per l’imbarco e la spedizione. Il
viaggio dei manghi di Apad verso l’Italia, però, ha incontrato innumerevoli
ostacoli ed imprevisti, primo fra tutti la guerra che imperversa da 20 anni
nella zona di produzione. Il trasporto dei frutti verso il porto di Dakar,
che dista 500 chilometri dalla Casamance, può durare 36 ore e comporta
l’attraversamento del fiume Gambia, privo di mezzi per il traghettamento
delle merci. E Apad dispone solamente di 1.000 cassette di plastica, un
trattore con rimorchio, un camion, qualche tettoia realizzata con pali di
legno e foglie di palma, due tavoli per selezionare i frutti e la grande
voglia di riscatto di tante donne e uomini.

Adesso la sfida è la creazione di un centro di condizionamento con una
cella frigorifera, un camion frigorifero, una piccola unità di
trasformazione della frutta. Una sfida che può essere vinta solo contando
sull’aiuto dei consumatori del Nord.



(in allegato: le donne di Apad confezionano i frutti)



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