rassegna stampa: IN PERICOLO I CRITICI DELLE BIOTECNOLOGIE



a cura di AltrAgricoltura nord Est
-----------------------------------
IN PERICOLO I CRITICI DELLE BIOTECNOLOGIE
Hayes, Chapela, Losey e Pusztai. Dura la vita per gli scienziati che
scoprono magagne nel biotech e nella chimica in agricoltura
In pericolo i critici delle biotecnologie
di Mark Dowie
Alcuni risultati sconvolgenti sono scaturiti da test effettuati con delle
patate, del polline e dell’erbicida geneticamente modificati (GM).
I risultati sono apparsi nella stampa durante la prima parte di questo mese.
Ovviamente l’economia guidata dalle società private sta cercando d’imporre
la produzione di cibo GM negli Stati Uniti. Quattro biologi provenienti dall
’Europa e dal Nord America si sono incontrati faccia a faccia per la prima
volta il mese scorso nel campus dell’Università di Berkeley.
Sebbene nessuno di loro sia particolarmente famoso come scienziato –non c’
era nessun premio Nobel fra di loro – tutti conoscevano i rispettivi nomi e
le rispettive attività di ricerca come se avessero lavorato insieme nello
stesso laboratorio per almeno 10 anni.
Gli scienziati hanno condiviso un’esperienza dolorosa.
Tra il 1999 e il 2001 ognuno di loro aveva realizzato, all’insaputa degli
altri, una scoperta semplice ma sensazionale che sfidava il catechismo della
forte industria biotecnologia.
Questa era già diventata l’ancella dell’agricoltura industriale, e la
prediletta dei capitalisti della speculazione, che stanno ancora sperando di
aver fatto i giusti investitimenti che frutteranno miliardi di dollari in
questo settore di grande successo. Se uno qualsiasi degli esperimenti di
questi quattro scienziati verrà confermato da ripetizioni da parte di altri
laboratori, il settore agricolo della biotecnologia, già agitato, si
ritroverà veramente in difficoltà.
Nessuno lo sa meglio della Monsanto, della Sygenta e delle altre firme della
biotecnologia che hanno attaccato le quattro scoperte in questione in
maniera veramente aggressiva.
Quando uno di questi quattro ricercatori, lo scienziato ungherese Arpad
Pusztai, dirigente scientifico dell’istituto Rowett di Aberdeen in Scozia,
ha nutrito alcuni roditori con delle patate geneticamente modificate, in uno
dei pochi esperimenti che abbiano mai testato la sicurezza del cibo
geneticamente modificato per gli animali o per gli uomini, quasi
immediatamente le cavie hanno riportato dei danni ai tessuti e al sistema
immunologico.
Dopo aver annunciato le sue scoperte, che hanno sorpassato la revisione
scientifica e che sono state pubblicate nella rivista di medicina più
importante del Regno Unito, il Lancet, la casa di Pusztai è stata svaligiata
e le sue cartelle di ricerca sono state derubate.
In breve tempo lo scienziato è stato licenziato dal suo lavoro con la
Rowett, e da allora ha subito una campagna internazionale orchestrata di
screditamento, nella quale il Primo Ministro Tony Blair ha giocato un ruolo
attivo.
Mentre Pusztai stava combattendo per la sua vita professionale, il professor
John Cornell stava pazientemente cospargendo delle foglie di Asclepiade con
del polline di granoturco geneticamente modificato.
Quando le larve di farfalle monarca, che avevano mangiato le foglie, sono
morte in quantità significativa, (mentre il gruppo di controllo nutrito con
polline che non era stato geneticamente modificato era sopravvissuto in
toto), Losey non era rimasto particolarmente sorpreso. Il nuovo gene che era
stato appiccicato al genoma della farfalla era stato inserito per produrre
un pesticida interno, il bacillo thuringiensis (Bt), designato per attaccare
e uccidere il baco del granoturco e alcuni bruchi di falena particolarmente
molesti.
Ciò che aveva sorpreso Losey era stato il veemente attacco al suo studio
arrivato dalla Novartis e dalla Monsanto con i loro evidenti tentativi di
discreditare il suo lavoro, e l’ampiezza con cui i mass media fossero stati
pronti a supportarli.
Losey lavora ancora alla Cornell, dove il suo futuro sembra sicuro.

Ciò non è vero per Ignacio Chapela, un ecologo microbiologo dello
stabilimento del dipartimento scientifico dell’Università di Berkeley. Nel
2000
Chapela aveva scoperto che una parte del polline di un campo di granoturco
geneticamente modificato nella Chiapas, era stato trasportato a diverse
miglia di distanza fino alle lontane montagne dell’Oxaca, nel Messico,
arrivando nell’ultima riserva di mais biodiverso del mondo.
Se i geni del polline modificato penetrassero effettivamente nel DNA del
granoturco tradizionale, potrebbero potenzialmente eliminare la biodiversità
del granoturco per sempre.
Nella sua relazione Chapela ha cautamente affermato che ciò potrebbe in
effetti essere già accaduto.
Ha espresso questa opinione nello studio rivisto e pubblicato da Nature nel
novembre 2001.
Dopo una campagna di pubbliche relazioni aggressiva preparata per la
Monsanto dal Bivings Group, un’azienda mondiale di pubbliche relazioni,
iniziata con un rabbioso attacco via e-mail ad opera di due scienziati che
si sono rivelati poi essere fittizi, i direttori della rivista Nature hanno
fatto qualcosa che non avevano mai fatto nei 133 anni di esistenza del
periodico.
Hanno pubblicato una cauta e parziale ritrattazione dell’articolo di
Chapela. Soprattutto in base a questa ritrattazione, a Chapela è stata
recentemente negata la permanenza in carica alla University of California di
Berkeley, ed è stato informato che non gli sarebbe stato riofferto il suo
incarico di insegnante durante l’autunno.

Nel frattempo Tyrone Hayes, un endocrinologo della University of California
di Berkeley, specializzato nello sviluppo degli anfibi, stava sottoponendo
delle giovani rane del suo laboratorio a delle dosi molto piccole di
erbicida atrazina.
Le rane non hanno prima sviluppato le laringi in maniera normale, e
successivamente hanno sviluppato dei problemi seri nell’apparato
riproduttivo (i maschi sono diventati ermafroditi), suggerendo così che l’
atrazina possa sbilanciare il sistema endocrino.
L’esperienza successiva di Hayes era stata leggermente diversa da quella
degli altri partecipanti alla tavola rotonda, ma non meno preoccupante per
gli scienziati accademici.
Non appena la notizia della scoperta di Hayes ha raggiunto la Sygenta Corp.
(precedemtemente Novartis) e la sua contraente, Ecorisk Inc., si sono
verificati dei tentativi per bloccare la sua ricerca. I fondi sono stati
negati ed il momento era critico, visto che l’EPA (N.d.T.: acronimo di
Environmental Protection Agency, l’agenzia statunitense per la protezione
dell’ambiente) era in procinto di prendere una decisione definitiva sull’
atrazina. Le rane ermafrodite non avrebbero aiutato la causa della Sygenta.
Hayes ha continuato la ricerca con i suoi fondi personali e ha scoperto
altri risultati dello stesso tipo, dopo di che la Sygenta gli ha offerto 2
milioni di dollari per continuare la sua ricerca “in una sistemazione
privata”.
Insegnante attivo, con un laboratorio frequentato da studenti leali, Hayes
ha respinto l’offerta e ha continuato con la ricerca che riteneva dovesse
rimanere di dominio pubblico.
È arrivato a scoprire degli effetti dannosi sullo sviluppo causati dall’
atrazina anche a livelli più bassi (0,1 parti per miliardo).
Quando la sua ricerca è apparsa nei prestigiosi verbali dell’Accademia
Nazionale delle Scienze, Sygenta ha attaccato lo studio ed ha affermato che
altri tre laboratori che aveva appaltato non erano riusciti a duplicare i
risultati di Hayes.
Hayes, che continua a lavorare nell’università di Berkeley, è passato di
ruolo e continua anche ad insegnare.
Eppure i suoi studi, che potrebbero avere un effetto sull’approvazione della
sostanza chimica più diffusa e più usata nell’agricoltura degli Stati Uniti,
vengono soffocati a ogni piè sospinto.
In un discorso pubblico tenutosi all’università di Berkeley a cui hanno
assistito 500 persone, e che è stato recentemente diffuso sul Web per altre
4.000 persone di tutto il mondo, Pusztai, Losey, Hayes e Chapela hanno
condiviso le loro esperienze, e hanno esaminato insieme le modalità per
impedire che un futuro simile al loro possa mai colpire i colleghi
scienziati.

Le loro storie simili forniscono una finestra unica riguardo una tendenza
inquietante della scienza moderna.
Nessuno dei quattro si è lamentato del fatto che la sua competenza
scientifica sia stata sfidata, sebbene ciò sia vero per ognuno di loro.
Tutto nella scienza viene e dovrebbe essere sfidato.
Nessuno lo sa meglio di uno scienziato che esercita la sua professione, e
che sa anche che se il diritto di avere un’occupazione dipendesse da una
documentazione sperimentale perfetta, ci sarebbero ben pochi scienziati con
un lavoro in tutto il mondo.
Questi quattro uomini non sono stati attaccati per degli esperimenti
imperfetti o fallaci, ma perché le conclusioni del loro lavoro hanno
potenzialmente un effetto economico.
L’aspetto triste è che le accademie e altre istituzioni che, secondo quanto
si asserisce, dovrebbero essere indipendenti, e che una volta avrebbero
difeso la libertà scientifica e protetto degli impiegati come Hayes,
Chapela, Losey e Pusztai, li stanno ora abbandonando ai lupi del commercio,
i cui marchi sono incisi sulle entrate di un numero di laboratori
universitari di grandezza allarmante.

Mark Dowie  insegna in un corso di scrittura scientifica alla scuola di
giornalismo dell’Università della California
(www.scienzaeconoscenza.it)
------------------------------------------
N.B. se volete essere cancellati da questa lista scrivete a
altragricoltura at italytrading.com