Comunicato stampa: Prezzi killer, strategia globale della GDO



COMUNICATO STAMPA:

Prezzi Killer: una stategia globale della G.D.O. che uccide la qualità e la
sicurezza del cibo assieme al potere d’acquisto dei cittadini.

Padova, sabato 10 luglio, i carabinieri intervengono a sedare una protesta
di cittadini/consumatori all’interno del “Centro Giotto”, un grande
ipermercato Auchan. Auchan ha lanciato una offerta di polli al primo prezzo
che si è esaurita in un lampo lasciando a chi è accorso, richiamato dal
messaggio pubblicitario, la sola possibilità di acquistare polli della
fascia “superiore”, a ben altro prezzo.
Siamo arrivati a fare la spesa con i carabinieri, è evidente che il processo
di produzione e distribuzione del cibo è in grande crisi e incapace di
rinnovarsi in tutte le sue articolazioni.

Così è rabbia quello che provano gli allevatori nel sapere che i consumatori
sono costantemente presi in giro dalla G.D.O. (grande distribuzione
organizzata) con una moltitudine di false offerte sui prodotti alimentari.
La più vergognosa è proprio quella sui polli, che vede cittadini/consumatori
ingannati perché da un lato sono costretti, dalla mancanza di disponibilità
finanziarie, a girare come trottole da un supermercato ad un altro per fare
quadrare i conti acquistando le offerte e dall’altro le disponibilità dei
prodotti in offerta sono così limitate che sostanzialmente si tratta di
quantità esigue, buone solo per fare pubblicità.
 In particolare le fasce sociali più deboli, pensionati ed immigrati, sono
le vittime di questo sistema di false comunicazioni commerciali che li
costringe a file per poi essere beffati ancora una volta e costretti a
comprare quello che il “banco” offre a costi ben diversi da quelli
pubblicizzati.
Un prezzo killer, infatti, ben comunicato su un prodotto strategico rispetto
alla fascia di consumatori ben mirata e il gioco, per la GDO, è fatto. Cosi
hanno pensato quelli dell’AUCHAN, del Centro Giotto che ha migliaia di
immigrati come clienti,  per lo più musulmani e quindi, per motivi
religiosi, disponibili a consumare solo la carne di pollo e  che è anche la
più economica.

 Le centrali di Marketing e Comunicazione dei supermercati chiamano queste
operazioni: vendite sotto costo, promozioni  al primo prezzo, offerte tre
per due, ...un vero paradiso per il cittadino /consumatore specialmente
quello a basso reddito, ma la realtà e ben diversa, si tratta di una
strategia che mira a colpire più obbiettivi :
1.	il primo è l’inculcare ai cittadini/consumatori che nel
supermercato c’è
l’assoluta convenienza e quindi predisporre il cliente a sopportare di buon
grado le code ai parcheggi, alle casse, il disagio di non avere un minimo di
assistenza agli acquisti.
2.	il secondo è quello di disarticolare e destrutturare la rete
distributiva
normale dei negozi tradizionali (normal trade), sottraendo progressivamente
prima l’immagine e poi i clienti.
3.	il terzo è quello di mitigare e in qualche modo fermare la crescita dei
Discount, che proprio rivolgendosi alle fasce sociali meno abbienti, ed in
particolare gli immigrati, sono in costante aumento e stanno registrando un
altro periodo di grande sviluppo.

E’ utile ricordare che nell’ultimo anno tutte le catene distributive hanno
perso fatturato, sia in  valore di circa il 4%, che in volume di quasi il
3%, fotografando per la prima volta negli ultimi dieci anni un arresto della
trionfale crescita e rimandando alla politica l’immagine di un disagio
economico crescente e diffuso fra ampi strati della popolazione. La
percentuale della voce “acquisto dei generi alimentari”, nella statistica
dei consumi dei cittadini, è cambiata, attestandosi sul 16% delle risorse
medie dei consumatori, a vantaggio di altre voci di spesa, prime fra tutte l
’affitto o i mutui per la casa.  Nella spesa degli alimentari l’acquisto di
derivati animali (carne e derivati caseari) rappresenta oltre il 35% della
spesa, ecco perché le catene dei supermercati sanno bene su quali prodotti
comunicare le offerte di prezzi civetta o prezzi che in gergo del marketing
americano si chiamano “prezzi Killer”, cioè finalizzati a uccidere gli altri
punti vendita ed in particolare la distribuzione normale e uccidere la
fidelizzazione dei consumatori verso il negozio di vicinato o di quartiere.
Lo strapotere delle Centrali dei Supermercati è cosìi grande e senza freni
da parte di qualsivoglia autorità che possono fare questo e altro. In questo
modo sono loro a governare le politiche commerciali e lo sviluppo della rete
distributiva nel nostro paese che è di competenza regionale. Questo è
dannoso per il tessuto sociale della città, per la sua articolazione
strutturale, e mortale per la nostra agricoltura e i nostri allevatori che
vivono un  momento terribile per una mancanza totale del reddito.
Stefano Corso allevatore ha affermato: ”mentre a noi i polli ce li pagano a
0,70 *. al kg, vivi, corrispondenti a 1,85 *. preparati per la  vendita, è
vergognoso pensare che il nostro costo di produzione è oltre 1,00 euro al kg
vivo corrispondente a 2,10 *. preparati.
Anche l’offerta di 2,38 *. è comunque un prezzo per un prodotto di bassa
qualità,  in cui la catena non ci rimette, anzi siccome lei acquista tutti i
polli allo stesso prezzo si rifà tranquillamente sulle restanti proposizioni
che come vedete vengono vendute al doppio o triplo di quanto in realtà li
paga.  Noi allevatori denunciamo un stato di cose che a partire dalla
competizione globale di produzioni senza nessuna garanzia sulla sicurezza
alimentare, che vengono dal brasile a dalla Cina, ci costringono  a chiudere
le nostre attività. Un danno per noi allevatori  e per i consumatori, un
grande vantaggio per i grandi gruppi di acquisto che possono comprare in
questi paesi, grazie alla loro forza, a prezzi bassissimi e poi rivenderli
in Italia, con enormi profitti, senza che nessuno se ne accorga perché
saranno confezionati nelle rassicuranti confezioni dei marchi conosciuti
italiani e in particolare delle insegne dei supermercati. Questi sono i veri
problemi a cui nessuno dà una risposta e che ci costringono a chiudere.
Siamo disposti come allevatori a produrre quanto basta alla città di Padova,
fornendo animali e prodotti agricoli, carne bovina, polli,  formaggi di
tutti i tipi, verdure a prezzi veramente alternativi a quelli praticati dai
supermercati, produzioni a ciclo fatte nel veneto, tutte italiane, senza
O.G.M. e senza pesticidi. Manca però il luogo, lo spazio dove incontrare i
consumatori.”.
Ismail , della Rete del Lavoro Migrante, ha dichiarato “proponiamo che la
nuova Giunta comunale si faccia garante del cibo dei cittadini, dal momento
che il Sindaco è il primo responsabile della salute della comunità. Vorremmo
che la Giunta promuovesse un tavolo di discussione e di accordo tra
produttori e consumatori e venga valutata la possibilità dell’apertura di
spacci di vendita diretta nei quartieri dove è maggiore la presenza di
lavoratori, verrebbe in questo modo garantita la qualità del prodotto e il
giusto prezzo. Qualità per noi significa parlare anche della qualità di vita
del lavoratore in agricoltura, dal momento che la stragrande maggioranza dei
lavoratori in agricoltura sono migranti. Con Altragricoltura, stiamo
costruendo un’iniziativa esemplificativa che dimostrerà alla città che è
possibile mangiare sano a prezzi equi.”

Il comune di Padova dovrebbe cogliere il segno di questa emergenza sociale e
attivarsi per coinvolgere in modo fattivo, con la  disponibilità degli
agricoltori e di una parte della distribuzione, i cittadini a difesa del
loro diritto ad avere una sana alimentazione,  a costi ragionevoli, a
partire da un nuovo rapporto con il cibo, con una spesa attenta e
responsabile.
 E’ possibile ripensare anche lo spazio cittadino in funzione di questa
necessità primaria di tutela  della qualità della vita dei cittadini con il
dare il via alla creazione degli orti sociali nelle aeree cittadine oggi
abbandonate, trovando degli spazi per i gruppi di acquisto; noi come
associazione e pensiamo anche le associazioni ambientaliste siamo
disponibili da subito a fare progetti  in collegamento con i nuovi consigli
di quartiere ed a caricarci dell’onere, anche organizzativo, per praticare
il bene della nostra agricoltura, per la salute dei cittadini e per rendere
più vivibile questa città.


AltrAgricoltura Nord Est
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