Cacao etico nel 2005



(ANSA) - FIRENZE, 10 MAG - Una certificazione indichera' che
il cioccolato che stiamo mangiando non e' stato prodotto con
cacao proveniente da piantagioni in cui sono sfruttati bambini
lavoratori. Avverra' a partire dal primo luglio 2005 e, tra le
aziende che hanno aderito all' iniziativa, c'e' anche la
Ferrero.
   L' annuncio e' stato dato a margine del congresso mondiale
sul lavoro minorile (interessa 246 milioni di bambini, 1 su 6
lavora), in svolgimento a Firenze, dal danese Hans Rysgaard,
presidente dell' associazione mondiale che raggruppa tutte le
aziende produttrici di cacao, circa 4000.
   ''Non solo avremo questa certificazione, ma ci impegneremo
anche a monitorare la situazione in tutte le fattorie dove si
raccoglie cacao. Non ci basta la certificazione, vogliamo avere
la certezza che i bambini siano esclusi da un ciclo produttivo
che li sfrutta'', ha detto Rysgaard, 64 anni, per 30 anni
dirigente in una industria danese di cioccolato.
   L' iniziativa della ''Confindustria mondiale del cacao''
rappresenta una storia positiva accanto a tanti aspetti dolorosi
che racconta la piaga del lavoro minorile nel mondo. E' un segno
di quanto possono incidere sul ciclo produttivo le politiche
internazionali contro lo sfruttamento dei minori.
   ''Abbiamo iniziato a pensare di fare qualcosa per tutelare i
bambini tre anni fa, quando fummo scioccati da una denuncia
della stampa internazionale secondo cui nell'industria del cacao
c'era un grande abuso di minori lavoratori'', racconta Rysgaard.
   La riflessione ha portato, assieme al governo statunitense,
alla istituzione di una fondazione internazionale per il cacao
composta da 12 membri, sei rappresentanti degli industriali e
sei di sindacati e consumatori (che sono espressione di 68
assoaiazioni non governative). Tra questi c'e' il presidente del
Global March against child labour, Kailash Satyarthi, animatore
del convegno fiorentino.
   La fondazione ha varato un progetto, di cui la certificazione
del 2005 per il cacao non raccolto da minori sfruttati e' solo
una tappa. L'iniziativa prevede scuole nelle industrie di cacao,
corsi di formazione professionale all' interno delle aziende, l'
insegnamento a difendersi dall' uso di pesticidi e la
sensibilizzazione di contadini e bambini contro il lavoro
minorile. ''L' attivita' lavorativa - aggiunge Rysgaard - deve
permette al bambino anche di studiare e giocare, oltre ad
incrementare il reddito familiare. Ma il minore non puo' essere
sfruttato. In quel caso da quella fattoria non prenderemo
cacao''. (ANSA).

     MOI