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Date      : Fri, 14 Nov 2003 15:07:57 +0100
Subject : Conf. ministri Welfare Ue Venezia - La proposta del governo italiano  sulla responsabilità sociale delle imprese: un'altra  occasione persa, secondo la campagna  "Meno beneficenza, più diritti"

> Gent.mi tutti,
> 
>    vi trasmettiamo il comunicato stampa della Sezione Italiana di Amnesty
>    International:
> 
> 
>    La proposta del governo italiano sulla responsabilità sociale delle
>    imprese:
>    un'altra occasione persa, secondo la campagna "Meno beneficenza, più
>    diritti"
> 
> 
> 
>    Grazie per la cortese attenzione
> 
>    Per ulteriori informazioni, approfondimenti ed interviste:
>    Amnesty International Ufficio Stampa
>    Tel. 06 44.90.224 cell. 348-6974361 e-mail: press at amnesty.it
> 
> 
>    (See attached file: 031114_des_campagna3.rtf)
> 
> 
> 
> ***************************************************************************
> Paola Nigrelli
> Ufficio Stampa
> Amnesty International - Sezione Italiana
> Via G.B. de Rossi, 10 - 00161 ROMA
> Tel. 06 44.90.224 fax 06 44.90.222
> cell. 348-6974361 e-mail: press at amnesty.it
> Internet. www.amnesty.it
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> IO NON DISCRIMINO. Sostieni la campagna di Amnesty
> contro la discriminazione su www.amnesty.it
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> 
> 
> Meno beneficenza, più diritti
> 
> Campagna italiana sulla responsabilità sociale delle imprese
> 
> 
> COMUNICATO STAMPA
> 
> LA PROPOSTA DEL GOVERNO ITALIANO SULLA RESPONSABILITÀ SOCIALE DELLE
> IMPRESE: UN'ALTRA OCCASIONE PERSA, SECONDO LA CAMPAGNA "MENO BENEFICIENZA,
> PIÙ DIRITTI"
> 
> La proposta illustrata oggi dal governo italiano sulla responsabilità
> sociale delle imprese presenta numerosi elementi di incertezza e configura
> meccanismi decisionali che la rendono largamente inaccettabile. È quanto
> afferma la Campagna "Meno beneficenza, più diritti", promossa da 14
> associazioni italiane, in rappresentanza di circa tre milioni di iscritti.
> 
> Nella proposta del ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Roberto
> Maroni, viene considerato come quadro di riferimento il Libro Verde della
> Commissione Europea, trascurando volutamente le numerose prese di posizione
> del Parlamento Europeo e le recenti Norme delle Nazioni Unite sulla
> responsabilità delle imprese nei confronti dei diritti umani. La Campagna
> "Meno beneficenza, più diritti" ribadisce a questo proposito che la
> responsabilità sociale consiste nell'assunzione, da parte delle imprese, di
> tutte le conseguenze della propria attività sia sul piano economico che su
> quello ambientale e sociale, lungo l'intera catena di creazione del valore,
> tanto nel loro paese quanto all'estero.
> 
> Il Progetto italiano, al contrario, limita il concetto di responsabilità
> sociale delle imprese ai ristretti confini nazionali, escludendo centinaia
> di milioni di persone e intere grandi comunità che lavorano per imprese
> italiane ed europee e che spesso subiscono gravi abusi dei loro diritti, in
> favore di una visione miope e utilitaristica, in cui la beneficenza viene
> confusa con la responsabilità e dove la sola convenienza economica sembra
> essere la molla che dovrebbe spingere le imprese ad assumere comportamenti
> meno discutibili.
> 
> Il documento presentato questa mattina sottolinea, a pagina 34, come il
> Progetto sia frutto "di un'ampia riflessione avviata all'inizio del 2002" e
> si proponga "di avviare un nuovo confronto esteso a tutti gli stakeholder
> interessati a livello nazionale ed europeo". La Campagna "Meno beneficenza,
> più diritti" osserva che la "ampia riflessione" di cui parla il governo ha
> completamente trascurato la consultazione di associazioni, enti e anche
> gruppi di imprese, che avrebbero potuto dare un importante contributo
> all'elaborazione del Progetto. Dopo aver rifiutato questo confronto, sembra
> quanto meno paradossale che venga ora presentato un Progetto definito nei
> minimi termini e su questo si auspichi un confronto, che è stato negato
> nella prima e più importante fase.
> 
> L'autocertificazione effettuata dalle imprese attraverso un "Social
> statement", viene affidata secondo la proposta governativa a un "CSR Forum"
> di cui non è specificata la composizione; contemporaneamente, viene
> comunicata l'avvenuta sottoscrizione di un "protocollo d'intesa" con
> Unioncamere, "per la collaborazione in materia di promozione della CSR (ad
> esempio per le funzioni di raccolta dei Social statement, per l'attività di
> supporto e monitoraggio delle imprese)". Di fatto, quindi, funzioni
> importanti di analisi e verifica vengono affidate a organismi che non
> possono essere definiti neutrali.
> 
> Con questo Progetto, le aziende (tramite la cosiddetta "seconda fase")
> vengono anche invitate a effettuare dei contributi allo Stato, poiché essi
> di fatto sono gestiti tramite "un Fondo SC nell'ambito del Bilancio
> statale" a supporto di "priorità di intervento sociale" contenute nel Piano
> di Azione Nazionale e individuate dalla Conferenza Unificata - aggiungendo
> anche "Še dalle Organizzazioni Non Governative", ciò che pare alla Campagna
> "Meno beneficenza, più diritti" un contentino di poco conto.
> 
> Il Progetto fa anche riferimento a una serie di parametri, i "Social
> Performance Indicators", elaborati dall'Università Bocconi su un campione
> di sole 15 aziende, i quali sembrano costituire un ennesimo sistema di
> riferimenti che ignora - anche se non contrasta - i sistemi già esistenti,
> come i parametri del Parlamento Europeo e le Norme delle Nazioni Unite già
> richiamate (SA 8000, AA 1000, GRI): aggiungere parametri a parametri non
> farà altro che accrescere la confusione di imprese e consumatori in un
> panorama già fortemente inquinato da interpretazioni volontaristiche di
> comodo.
> 
> La Campagna "Meno beneficenza, più diritti" esprime ancora forti
> perplessità sul ruolo che il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali
> intende attribuire a non meglio identificati "soggetti autorizzati a
> gestire i progetti nel sociale", soggetti di cui non si conoscono le
> attribuzioni e i reali poteri, così come sulla "destinazione del TFR nei
> Fondi pensione, tra i quali quelli etici". Chi deciderà quali Fondi sono
> veramente "etici"?
> 
> Infine, la Campagna "Meno beneficenza, più diritti" valuta positivamente il
> richiamo all'etichettatura sociale del Commercio equo e solidale,
> menzionato tra gli indicatori sociali, anche se sottolinea che esso viene
> associato ai soli criteri di "qualità, impatto ambientale e sicurezza dei
> prodotti", escludendo quindi il forte contenuto solidaristico e di
> responsabilità sociale che ha caratterizzato il Commercio equo e solidale
> sin dalla propria nascita.
> 
> La Campagna "Meno beneficenza, più diritti" esprime in conclusione la forte
> insoddisfazione delle associazioni che la compongono, per un'occasione che
> l'Italia ha perso per dare un contributo allo sviluppo in senso
> migliorativo della discussione in corso sul tema della responsabilità
> sociale delle imprese nel nostro paese, in Europa e nel mondo.
> FINE DEL COMUNICATO
> Roma, 14 novembre 2003
> 
> Per ulteriori informazioni:
> Amnesty International Italia - Ufficio Stampa: Paola Nigrelli
> tel. 06 44.90.224, cell. 348-6974361, e-mail: press at amnesty.it
> Azione Aiuto - Ufficio Stampa: Chiara Guerzoni
> tel. 02 74200244, cell. 347-0679441, e-mail chiarag at azioneaiuto.it
> TransFair Italia  Ufficio Stampa: Benedetta Frare
> koine' comunicazione, cell. 348-8243386, e-mail: stampa at transfair.it
> 
> La campagna "Meno beneficenza più diritti" è composta da:
> 
> Amnesty International	Coord. Lombardo nord-sud	ROBA dell'altro Mondo
> ARCI	CTM/Altromercato	Save the Children Italia
> Azione Aiuto	Legambiente	TransFair Italia
> Banca Etica	Libera	Unimondo
> Cittadinanzattiva		       Mani Tese
> 
> Le 14 associazioni chiedono un impegno del governo italiano in sede europea
> per:
> 
> … definire un codice di condotta europeo
> … introdurre una base giuridica vincolante per la disciplina delle attività
> delle imprese europee all'estero
> … introdurre l'obbligo della presentazione di un bilancio socio-ambientale
> accanto a quello finanziario
> … attivare incentivi fiscali e finanziamenti per le imprese che possono
> dimostrare il raggiungimento di adeguati standard
> … introdurre parametri etici e ambientali vincolanti per le imprese che
> operano per conto degli Stati e dell'Unione Europea.
> 
> La Campagna "Meno beneficenza, più diritti" è on line su www.piudiritti.it.
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