Mio messaggio del 14 ottobre.



Title: Mio messaggio del 14 ottobre.
Gentilissimo Dottor Bagni,
in data 14 novembre Le ho inviato un messaggio riguardo alla questione della trasparenza dei prodotti a marchio Coop.

Visto che Lei si era preoccupato di rispondere ad altri messaggi in argomento, ero certo di ricevere un segno di riscontro e una risposta alle numerose questioni da me sollevate, credo in modo non impertinente.

Siccome nulla di tutto ciò è avvenuto, e siccome ciò può dipendere soltanto da una svista, mi permetto di riproporLe il testo del mio messaggio nella sua integrità. Ancora una volta certo che Lei vorrà intavolare un confronto costruttivo sull'argomento, che tanto a cuore sta a migliaia di persone impegnate e, soprattutto, a tantissimi soci Coop, con molta probabilità proprio quelli più motivati eticamente e più sensibili alla "missione" cui la Coop mostra di dare tanta importanza.

Suo

Luigi Piccioni
Pisa

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Gentile Dottor Bagni,

sto seguendo con estrema attenzione il dibattito sull'eliminazione da parte vostra di ogni riferimento ai produttori degli articoli a marchio Coop.

Trovo anch'io, sia nella mia veste di consumatore critico che in quella di antico socio Coop, che si tratta di un grave passo indietro rispetto alle buone pratiche di trasparenza invalse sino a questo momento in Coop.

Trovo pure, e in questo senso consento pienamente con Francesco Gesualdi, che questo gesto, invece di migliorare la presa di responsabilità della Coop stessa, priva consumatori e soci di un importantissimo strumento di giudizio autonomo sulle pratiche commerciali della Coop.

Utilizzando una terminologia che Lei conoscerà sicuramente bene direi che "oscurando" i vostri fornitori diminuite drasticamente la vostra accountability. E di conseguenza il vostro stesso senso di responsabilità.

Riguardo alla certificazione SA8000 mi permetta di farle notare che essa è per me e per molti altri misura del tutto insufficiente, per due motivi.

Il primo motivo è che il fornitore di limita a sottoscrivere un impegno, quindi ad autocertificarsi. La Coop infatti, stando a quanto Lei scrive, non effettua alcun tipo di controllo. Lei sa benissimo come la pratica dell'autocertificazione in campo etico è largamente osteggiata da tutto l'associazionismo delmondo nel campo i diritti civili, umani e del lavoro oltre che da quello ambientale e sa anche che su questo c'è una lunga e tenace battaglia a livello di organismi internazionali e di opinione pubblica. Un conto è firmare una dichiarazione di buoni intenti, un conto è sottoporsi a controlli stringenti.

Il secondo motivo, assai più importante, è che in questi anni il consumo critico è venuto elaborando a livello internazionale dei criteri di eticità e delle metodologie di controllo piuttosto severe. Criteri e metodologie cui Coop ha sempre tributato grande attenzione, come testimonia l'ampia collaborazione (che ricordo bene personalmente) nella fase di raccolta dati e realizzazione della "Guida al consumo critico" del Centro Nuovo Modello di Sviluppo. Nessuno ha mai chiesto a Coop di togliere dagli scaffali i prodotti delle imprese "incriminate" (anche se la cosa sarebbe sicuramente auspicabile a livello di principio) ma la scelta di dare un buon punteggio ai prodotti a marchio Coop derivava dalla certezza che essi costituivano un'alternativa trasparente e pulita (nella grandissima parte dei casi) ai prodotti di imprese (soprattutto multinazionali) sicuramente protagoniste di atti e comportamenti non etici. Nel momento in cui la Coop "oscura" la provenienza dei propri prodotti e mette tra i propri fornitori imprese non-etiche cade qualsiasi certezza di eticità del prodotto a marchio Coop. Di qui non si scappa, e bene ha certamente fatto Francesco Gesualdi scrivendole a ventilare la possibilità di iniziative concrete per denunciare pubblicamente l'incipiente perdita di affidabilità etica dei prodotti a marchio Coop.

Io personalmente sono un grande consumatore di prodotti a marchio Coop, dai dentifrici alla carta igienica, dai biscotti alla frutta. Non vorrei perdere anche questo punto di riferimento. Sarebbe un danno grave, anche a livello materiale.

Mi preoccupa non poco, infine, la chiusura della Sua lettera:

"Nel  caso  in  oggetto  la  nostra  intenzione non era quella di nascondere
qualcosa;  bensì  di  chiarire  ancora  di  più che il prodotto è di Coop e
contiene tutti i valori fondanti la Cooperazione di Consumatori.
Rispetto  comunque  tutti  coloro che, come Lei, attivano azioni di critica
costruttiva   a   dimostrazione   della   vicinanza   ai  nostri  valori  e
contribuiscono a darci la forza di fare scelte coraggiose".

Un ribadito riconoscimento morale cui non fa tuttavia riscontro alcuna presa di responsabilità diretta, nessun atto concreto salvo un derisorio (mi permetta) invito a chiamare il Servizio Ascolto. Una sorta di "comunque noi tiriamo avanti lo stesso" che sta diventando uno slogan e una pratica fastidiosi e antidemocratici sempre più diffusi in politica e che mi addolorerebbe vedere diffondersi anche all'interno della Coop.

Da consumatore critico e da Socio Coop Le chiedo quindi di prendere in seria e concreta considerazione le richieste del Centro Nuovo Modello di Sviluppo e di dare tempestivamente informazione pubblica dei provvedimenti presi. Credo che anche a livello commerciale Coop abbia solo da guadagnare, e assolutamente nulla da perdere, al ritorno alle vecchie pratiche di trasparenza.

Per quanto mi riguarda, e per dare più precisamente il senso della coerenza e della determinazione con la quale le sto facendo questa richiesta, mi sento in dovere di farLe sapere che sto rendendo pubblica questa mia lettera e ho intenzione di farla ampiamente circolare nei prossimi giorni.

Suo

Prof. Luigi Piccioni
Pisa
Socio Unicoop Firenze 571782