Mini-dossier sulla NIKE



BOICOTTA
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I LOVE NIKE !
di Rocco Rossitto

Catania - Incredibile ma vero. I fatti. Da circa una settimana noto sui muri
del centro di Catania degli strani Scorpioni disegnati con uno stampo e con
affianco il baffo della Nike. Inizialmente penso che la faccenda sia strana,
ma che tutto rientri nel gesto di qualche ragazzetto fissato con la marca
Nike a tal punto da prendere in mano una bomboletta spray e passare qualche
ora notturna a divertirsi. Nel frattempo noto in tv la pubblicità della
Nike, quella della partita a calcetto dentro le gabbie, quella di Ronaldo,
Totti, Cantona etc. Forse, penso, c'è sotto qualcosa. Penso ai negozianti di
abiti sportivi. La sera del 6 maggio nella centrale piazza Stesicoro di
Catania, mi accorgo di una cosa sconvolgente. Uno stand in ferro tappezzato
di manifestini pubblicitari della Nike. Non credo ai miei occhi. Ricollego
tutto: pubblicità in tv, graffiti con il logo Nike e annesso Scorpione.
L'indomani fotografo scorpioni e baffi della nike disseminati ovunque. Mi
reco allo stand, mi presento dicendo come mi chiamo e che scrivo per un
giornale (http://www.girodivite.it) e richiedo una intervista con il
responsabile che accetta ben volentieri. Chiedo informazioni sullo stand e
lui in maniera ben educata ed entusiasta inizia a parlare di "Scorpion K.O"
il torneo di calcetto organizzato dalla Nike. "Il torneo di calcio più
letale del mondo" come recita lo spot. Mi illustra tutte le regole, mi parla
di altri sponsor e mi invita a partecipare, io rispondo che ci penserò e che
prima volevo fargli vedere alcune foto che avevo scattato nel pomeriggio.
Esco la mia macchinetta digitale e mostro le foto con i graffiti, mostro
come il centro città è tappezzato da questi disegni raffiguranti lo
scorpione e il baffo Nike, chiedo se lui ne sa qualcosa e se hanno pagato le
tasse per quella pubblicità. Lui cambiando l'espressione del viso, ma
restando molto calmo e gentile, mi dice che non ne sa nulla e che in effetti
è strano, e giustifica il fatto dicendomi che il "logo comunque sta
girando". Gli chiedo se c'è un superiore a cui posso chiedere spiegazione,
ma lui mi dice di rivolgermi alla Nike Italia. Lo saluto sempre in maniera
gentile facendogli notare che anche un bimbo capirebbe cosa sta accadendo:
tv, graffiti sui muri, torneo di calcetto itinerante in Italia. Lui in
maniera gentile ma in evidente imbarazzo continua dire che non ne sa nulla e
che lui è solo il responsabile dello stand. Questi i fatti. Il torneo ha già
toccato le città di Torino, Milano, Reggio Calabria, e toccherà Napoli nella
prossima tappa. Chissà se all'ufficio affissioni del Comune di Catania,
presso i vigili e chi ha dato l'autorizzazione per lo stand in piazza
Stesicoro sanno qualcosa e se hanno notato l'opera ignota di abbellimento
che da qualche settimana è in atto in città. Invito chiunque abbia letto
l'articolo e che si trovi nelle città sopra elencate a fornirmi foto di
scorpioni e baffi della Nike per capire se ciò è successo solo a Catania o
anche nelle altre città dove la Nike ha fatto sosta.

I love nikeŠ non solo a Catania
di Rocco Rossitto

Nel numero scorso di girodivite.it, nell'articolo : "I love nike!" ho
scritto delle coincidenze pubblicitarie che a Catania hanno visto arrivare
il torneo di calcetto organizzato dalla Nike ("scorpion ko") e le
apparizioni di loghi Nike sui muri della città.
Una coincidenza spiegata dal responsabile di una postazione della Nike con
la stupenda frase "il logo sta circolando". In effetti nessun nesso è
provabile, poiché nessuno ha colto in flagranza qualcuno della Nike che
imbrattava i muri con i loghi Nike. Ero io malpensante a credere che la Nike
fosse responsabile, infatti il "logo sta girando" tanto che a Roma si
contano centinaia di loghi Nike, con annesso lo scorpione, simbolo del
torneo, sui muri di mezza città.
A Roma si giocheranno le finali, e mentre voi ora state leggendo a Napoli si
è appena terminata l'ultima tappa di questo torneo itinerante. Il logo Nike
gira autonomamente e si deposita da solo sui muri delle città dove la Nike
ha organizzato il torneo. Non posso esserne certo, come per Roma e Catania,
ma sicuramente se "il logo sta circolando" anche nelle altre città d'Italia
(Torino, Milano, Reaggio Calabria, Napoli) sarà arrivato e si sarà
imbrattato sui muri del centro. Non aggiungerò altro questo, è ciò che è
accaduto e nessuno ne parla sulla stampa scritta, nemmeno una riga, una
colonna, niente di niente. Solo alcuni siti d'informazione hanno riportato
la notizia. Se comunque vedete uno scorpioncino apparire sul muro di casa
vostra con un logo nike, vorrà dire che il logo sta ancora "circolando",
poveraccio lui che fa tutta sta fatica!
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Salve, sono la Nike
La strategia di comunicazione e marketing della Nike attraverso il suo sito
ufficiale
di Alessandro G. Fangano

Accuse pesanti come l'infamia di sfruttare il lavoro minorile. Con questo
deve fare i conti la NIKE Inc. dopo anni di boicottaggi, che con un
imprevedibile effetto branding hanno di fatto contribuito all'aumento delle
vendite. Nel nuovo corso della Nike ci sono parole d'ordine come rispetto
dell'ambiente, rispetto dei diritti dei lavoratori, programmi di educazione
e sviluppo in tutto il mondo. Ma c'è di più, per motivi di MKTG strategico e
operativo, lo SWOOSH, (in Italia è chiamato baffo!) diventa l'unico simbolo
sostituendo la "pesante" dicitura NIKE. Sul sito istituzionale della Nike
inc. www.nikebiz.com c'è un'intera sezione denominata RESPONSABILITY dalla
quale apprendiamo una serie di interessanti notizie e curiosità che,
associate alle nuove campagne pubblicitarie (cfr. articolo sulla
proliferazione di scorpioni) mostrano l'impressionante macchina di
organizzazione, Marketing e Comunicazione di questa azienda. All'insegna del
buonismo scopriamo che la Nike è stata fondata con una stretta di mano e che
" E' implicito che in questo c'è la determinazione che noi vogliamo
costruire il nostro business con i nostri partner basandoci sull'onesta e il
rispetto reciproco. [Š] Inoltre gli standard ai quali devono sottostare i
partner locati in tutto il mondo sono: Sicurezza e salute del lavoro, giusti
salari, ore di lavoro e premi; minimi impatti ambientali, sistemi di
gestione del personale per verificare la dignità degli individui, i diritti
di associazionismo (anche sindacale) e il diritto di lavorare senza
umiliazioni o abusi fisici o psicologici. [...] Nessuna discriminazione
basata su razza, religione, orientamento sessuale, idee politiche, stato
matrimoniale o maternità. Così la Nike verifica dall'interno e fa verificare
anche da ENTI esterni internazionali la situazione dei propri lavoratori".
Sul sito sono disponibili anche i dati delle singole "factory" nei 5
continenti.
Questi gli standard dichiarati: Non ci sono lavori forzati, così gli operai
non sono costretti a lavorare in alcun modo, non c'è lavoro minorile: chi
lavora per la creazione di scarpe deve avere almeno 18 anni e 16 anni deve
averne chi lavora per la creazione di accessori e abbigliamento. A ciascuno
è garantito lo stipendio minimo previsto da contratto e non ci sono
trattenute sulle buste paga per infrazioni comportamentali. Grazie ai
benefits spesso gli stipendi sono il 25% più alti di quelli locali. Il
massimo di ore stabilito è di 60 h/week o meno se stabilito dalla
legislazione locale. Dispostivi per la sicurezza dei lavoratori e dei luoghi
di lavoro. Spesso ci sono delle ispezioni, anche di enti esterni e senza
preavviso.
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Nike: scheda cronologica e dati sulla produzione e vendita

1957: Phil Knight e Bill Bowerman decidono di creare un'azienda per la
produzione di scarpe per atleti.
1962: primo atto, in Giappone, per la creazione di una società, si chiamerà
BRS.
1971: il simbolo della NIKE (The Swoosh) è ideato dagli studenti del Carolyn
Davidson che percepiranno una fee di $35.
1972: la BRS crea una società chiamata NIKE e si affaccia allo sport
professionistico con U.S Olimpic Trial (solo dal 1978 NIKE inc. diventerà la
ragione sociale ufficiale dell'azienda)
1979: con il brevetto delle NIKE-AIR l'azienda diventa la più importante per
il mercato USA di scarpe da atletica
1980: con laboratori anche in Asia, Sud America e Europa, la Nike impiega
2700 persone e fattura 270.000 di dollari
1985: vengono lanciate le AIR-JORDAN. Nike ha 4200 impiegati e fattura oltre
un bilione di dollari di fatturato
1990: Nike supera i 2 bilioni di dollari di fatturato e impiega oltre 5,300
persone. Nasce il primo campus Nike in Oregon
1991: Nike è la prima azienda sportiva al mondo a superare i 3 bilioni di
dollari di fatturato
1994: Nike affida ad Enti internazionali la verifica delle condizioni di
lavoro nelle proprie factories.
1996: Nike supera i $6.5 billioni di dollari di fatturato con i suoi 16.000
dipendenti.
1999: Nike realizza le uniformi ufficiali di oltre 2000 atleti per le
Olimpiadi di Sidney in 25 sport diversi.
2000: Nike raggiunge quota 22.000 impiegati in 120 stati. La NIKETOWN
dell'Oregon ospita oltre 5000 persone. 15 sono in tutto le NIKETOWN nel
mondo, comprese Berlino e Londra
Oggi: Ci sono nel mondo oltre 500.000 persone ceh lavorano per la NIKE o
nell'indotto. La sola Corea ha esportato oltre 500 milioni di paia di scarpe
NIKE e i prodotti NIKE rappresentano il 7 percento dell'export del Vietnam.
Italia, Filippine e Vietnam sono gli ultimi tre stati in cui sono state
aperte le factories.

Per ogni singolo paio di scarpe:
Prezzo all'utente (media): $65
Prezzo al negoziante: $32.50 to Nike.
Nike paga: $16.25 per questioni legali, assicurazioni, marketing ed altro
Prezzo pagato alle factories: $16.25 per materiali ($10.75), lavoro ($2.43),
trasporti, deprezzamento, varie ed eventuali ($2.10) e guadagno delle
Factories ($0.97)

I guai giudiziari della Nike in Usa
Mentre Catania e le città italiane sono invase dai simboli della Nike, i
giornali diffondono (piccola piccola) la notizia sui guai giudiziari della
multinazionale. Una sentenza negli Stati Uniti dichiara ammissibile la causa
contro Nike per false comunicazioni ai consumatori...

Via libera alla causa intentata contro la Nike nel 1998 dall'organizzazione
Global Exchange a nome dei consumatori californiani per pubblicita'
ingannevole e false informazioni sulla base di una legge della California
che tutela i cittadini da pratiche commerciali scorrette. Nike era accusata
di mentire in interviste e comunicati stampa sulle reali condizioni di
lavoro nei suoi stabilimenti asiatici dopo che numerosi rapporti avevano
documentato violazioni rispetto ai salari, agli orari di lavoro, alla
sicurezza e dignita' della persona, e ai diritti sindacali. Nike si e'
difesa sostenendo che le dichiarazioni pubbliche di un'azienda sono protette
dal diritto costituzionale alla liberta' di espressione. Il giudice di primo
grado le ha dato ragione, ma la Corte suprema della California, a cui i
consumatori si sono rivolti, ha stabilito il 2 maggio scorso che Nike non
puo' appellarsi a questo diritto se le sue dichiarazioni pubbliche hanno
finalita' commerciali, e tale e' stata giudicata la campagna di informazione
organizzata dalla societa' per difendersi dalle accuse. Nella sentenza, che
rappresenta un precedente importante e sulla quale i giudici supremi si sono
divisi, si legge che a un'impresa non e' fatto divieto di esprimersi
liberamente su questioni di rilevanza pubblica o di difendere con forza le
proprie pratiche commerciali, ma quando lo fa con lo scopo di promuovere le
sue vendite deve parlare in modo veritiero. Nike ha annunciato ricorso alla
Corte suprema degli Stati Uniti.