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Israele, la santa.




Leggendo Eli Barnavi si ha sempre l'impressione che, nonostante i vari errori del sionismo, Israele era destinata a nascere ed è un bene che esista. Storico stimato e della stirpe dei "disincantati", anni fa compilò una storia moderna d'Israele che fece quasi scivolare il sottoscritto in una sorta di moderatissimo sionismo. Capirete che, da vero allergico alle ideologie nazionali, stavo mettendo in gioco i cardini del mio peniero libertario e internazionalista e questo può essere un piccolo trauma.Cosa mi stava sfuggendo? L'equidistanza alla Dershowitz, che in realtà nascondeun ferocissimo fascismo antiarabo e ipocrita? Un paternalismo colonialista alla Benny Morris, tinto di "peacenowismo labour" indifendibile e sionista tanto quanto lo sciovinismo del Likud? Per farmi un ' idea del "termometro mediorientale" ho sempre cercato di evitare i panflettisti filopalestinesi a meno che non fossero "doc", alla Moscato-Nachira o almeno anarchici...e le mie fonti sono israeliane o ebraico-diasporiche.Nemmeno i "nuovi storici" mi convincono sempre e non mi vanno sempre le posizioni alla Noah Cohen...
http://www.arabcomint.com/la_tela_del_ragno_di_israel_sham.htm
http://zinternational.zcommunications.org/Italy/chomsky-difesa-realismo.htm
Certo, il sionismo va combattuto, ma non va combattuto lo Stato di Israele in quanto tale. E non per dare ragione a Barnavi che omette un bel po' di tappe colonialiste e di trame da parte dell'Agenzia Ebraica, per approdare troppo rapidamente al nazionalismo arabo degli anni '30-'40 che inneggiava a Hitler. Sorvola su IRGUN TZEVAI LEUMMI e LOHAMEI HERUT LE ISRAEL con troppa disinvoltura, trattandoli come dei discoli, dimenticando che si trattava invece di gruppi terroristici assimilabili all'OAS...
http://it.wikipedia.org/wiki/Organisation_arm%C3%A9e_secr%C3%A8te
Stessi intenti, stessi metodi , stessa ideologia....ma se ne dimenticano i vari Furio Colombo, Magdi Allam e Fiamma Nirenstein, quando pubblicano la loro spazzatura sionista, in spregio all'intelligenza del lettore, come faceva Chouraqui, negli anni '50....e quest'ultimo era persino un baciapile cristiano della peggior specie....Certi storici, dovrebberodefinirsi semplicemente opinionisti o appassionati di storia, giacchè alla Storia, nel senso pratico restituiscono poco e contribuiscono a rafforzare ideologie che andrebbero messe in discussione, perchè travestite da democratismi falsi e di facciata, quano in realtà hanno in sè componenti semitotalitariste e derive plebiscitarie pericolose ed esclusive. Un nazionalismo non solo ne esclude un altro, qusto sarebbe il minore dei mali, piuttosto pretende di dettare l'agenda delle composizioni dei dissidi provocati attorno a sè, se è più potente ed appoggiato da potenze che nell'area dove opera vogliono mantenere od estendere la propria sfera di influenza. A chi critica la posizione marxista che vuole il sionismo uno strumento dell'imperialismo mondiale, rimanderei alla dfinizione di imperialismo in senso "tecnico", senso che a Barnavi non dovrebbe sfuggire.
http://it.encarta.msn.com/encyclopedia_761558317/Imperialismo.html
http://www.homolaicus.com/storia/contemporanea/imperialismo/imperialismo.htm
http://www.pbmstoria.it/dizionari/storia_mod/i/i013.htm
Io sto con la definizione leninista, che non prevede un controllo militare o un post colonialismo, bensì un'evoluzione ed una generalizzazione del capitalismo, con conseguente penetrazione economica e finanziaria in determinati settori.
Da questo punto divista, Israele non sfugge alla regola. Anzi, velocizza delle fasi arretrate dai tempi della Palestina Ottomana...( E qui, Marx lo cita, eccome se lo cita....).
Di fatto, niente di nuovo .Israele ha affinità con la Turchia, con il Sudafrica dell'apartheid, con l'Indonesia di Suharto e con la Cina annessionista. Non ha importanza se i gradi di coerczione e dicondanna globale coincidano, a noi interessano i fatti e i fatti sono sotto gli occhi di tutti. Israele non è il paese dei miracoli e dopo l'utopia dei Moshavin e dei kibbutzim, ha dovuto importare mano d'opera, creare un incremento demografico, mantenere un'elite, optare per le divisioni sociali e per la disparità di reddito.E i palstinesi e il mondo rabo che avrebbero "minaciato" una nuova Shoah, tornavano utili per creare un minimo di coesione sociale, all'interno del paese.Risulta che al mondo musulmano in generale e al mondo arabo, in particolare, Israele non sia proprio in testa alla classifica delle priorità.Il resto è pura propaganda...
Barnavi ripercorre le tappe della fondazione dello Stato Ebraico per rilevare3 la legittimità di una nazione che è nata occupando terre, massacrando e istigando l'ostilità degli autoctoni, ebrei dell'Yishuv compresi....omette, salta a piè pari il ruolo dei sionisti durante la Seconda Guerra Mondiale, ruolo che creò non pochi problemi agli ebrei che non potevano emigrare dall'Europa, responsabilizza eccessivamente gli inglesi per aver limitato e poi di fatto impedito l'emigrazione degli ebrei in Palestina, ignora, pur conoscendoli, i lavori dei nuovi storici che smentiscono leggende e favole sugli arabi palestinesi, favole ripetute in continuazione dalla propaganda pro Israele anche ai giorni d'oggi....la favolette che vorrebbero i palestinesi costretti a fuggire dopo la Naqba,invitati dai leader arabi, via radio, favole che vorrebbero che gli ebrei di Gerusalemme avrebbero pregato gli arabi di rastare e di non fuggire...insomma le solite menzogne....già smentite più volte daglistessi israeliani....se poi andate a leggere come la pensa sulla Guerra dei Sei Giorni....
http://scavino.ilcannocchiale.it/2008/07/21/storia_di_israele_di_eli_barna.html
http://www.eudebate2009.eu/eng/article/27079/eli-barnavi-leuropa-frigida.html
http://unjobs.org/authors/eli-barnavi
http://www.movimentoparaculo.org/2009/04/israele-la-santa.html