Halabja 1988: il maggiore massacro con gas nervini dopo la seconda Guerra Mondiale



Associazione per i popoli minacciati / Comunicato stampa in
www.gfbv.it/2c-stampa/2008/080313it.html

Halabja 1988: il maggiore massacro con gas nervini dopo la seconda Guerra Mondiale - corresponsabili anche imprese tedesche ed europee Associazione per i Popoli Minacciati (APM) chiede alla Germania e all'Europa un efficace programma di ricostruzione per Halabja

Bolzano, Göttingen, 13 marzo 2008

"Per la gente in Germania i gas nervini sono una cosa terribile, ma ai clienti all'estero non da nessun fastidio."
Dieter Backfisch, amministratore della ditta Karl Kolb, 6.1.1989


Il prossimo 16 marzo gli abitanti della città di Halabja nel Kurdistan iracheno commemoreranno il 20. anniversario degli attacchi con gas nervini compiuti dal regime di Saddam Hussein, durante i quali morirono 5.000 tra bambini, donne e uomini. Migliaia di persone furono ferite, restarono mutilate o morirono per le conseguenze dell'esposizione ai gas nervini. I sopravvissuti continuano ad avere un'assistenza medica insufficiente. L'attacco alla città di Halabja del 1988 è considerato il maggiore massacro con gas nervini compiuto dalla fine della Seconda Guerra Mondiale in poi.

L'attacco a Halabja faceva parte di una famigerata offensiva avviata nel 1987 dal regime Baath contro i Kurdi dell'Iraq settentrionale e, insieme ai Kurdi, anche contro i gruppi etnici degli Assiro-Caldei, Turkmeni e Yezidi. Già nell'aprile del 1987 l'APM aveva iniziato a informare degli attacchi con gas nervini a complessivamente 87 villaggi kurdi delle regioni montane dell'Iraq settentrionale. Contemporaneamente l'APM aveva accusato di complicità nel massacro le imprese Karl Kolb GmbH e Pilot Plant e altre 40 imprese tedesche ed europee per aver contribuito in modo fondamentale alla costruzione e messa in funzionamento degli impianti di produzione di gas nervini in Iraq, in particolare degli impianti di Samara.

Inizialmente un tribunale di Bonn aveva condannato l'APM per due volte di seguito al pagamento di un risarcimento complessivo degli attuali 500.000 euro, ma l'11 gennaio 1988 il tribunale di Colonia ha annullato i due verdetti precedenti dopo aver visionato le fonti di informazione dell'APM. In seguito i responsabili delle imprese sono stati arrestati e poi rilasciati per mancanza di leggi di riferimento. Ora il governo iracheno ha annunciato di voler intraprendere le vie legali contro i responsabili di aver venduto prodotti chimici per la produzione di gas nervini al regime di Saddam Hussein.

L'allora governo tedesco Kohl/Genscher aveva non solo lasciato via libera alle imprese implicate nelle mortali esportazioni ma le aveva pure assicurate finanziariamente tramite le garanzie Hermes, pensate per rilanciare l'industria e il commercio dopo la riunificazione tedesca. L'APM chiede quindi al Governo tedesco di assumersi le proprie responsabilità e di riparare almeno in parte ai crimini di guerra commessi anche grazie alle imprese tedesche con seri programmi sanitari e di ricostruzione.

Molti dei sopravvissuti agli attacchi sono stati uccisi subito dopo oppure deportati verso l'interno del paese. Nelle province di Arbil, Suleimaniya, Dohuk, Kirkuk, Diala e Mosul migliaia di persone sono state deportate nei deserti dell'Iraq meridionale o in campi di concentramento appositamente istituiti mentre altre migliaia di persone sono state fucilate. I massacri nei villaggi hanno svuotato intere regioni. Questa politica della terra bruciata, che ormai è entrata nella storia dei crimini di genocidio con il nome di Offensiva Anfal, ha causato complessivamente 180.000 vittime nel Kurdistan iracheno. Nel Congresso Anfal del febbraio 2008 ad Arbil, al quale ha partecipato anche il presidente dell'APM Tilman Zülch, esperti europei e mediorientali hanno confermato e ufficializzato il numero delle vittime.

Vedi anche:
* www.gfbv.it: www.gfbv.it/2c-stampa/2008/080128it.html | www.gfbv.it/2c-stampa/2008/080125it.html | www.gfbv.it/2c-stampa/2007/070815it.html | www.gfbv.it/2c-stampa/2006/060606it.html | www.gfbv.it/2c-stampa/2006/060821it.html | www.gfbv.it/2c-stampa/2005/050127it.html | www.gfbv.it/3dossier/kurdi/indexkur.html | www.gfbv.it/3dossier/iraq/iraq-it.html

* www: http://en.wikipedia.org/wiki/Halabja_poison_gas_attack