Nuer versus Dinka: conflitto, etnicizzazione, aiuti umanitari



www.gfbv.it/3dossier/africa/nuer-dinka.html

Da qualche giorno e' online il lavoro di Mariagrazia Gioiosa dal titolo:
"Nuer versus Dinka: conflitto, etnicizzazione, aiuti umanitari". Si tratta di un documento molto interessante sulle ragioni di uno dei tanti conflitti anomali della regione costruiti ad arte e utilizzati per i diversi interessi in gioco nell'area. Alleghiamo una parte dell'introduzione. Il documento intero e' consultabile in www.gfbv.it/3dossier/africa/nuer-dinka.html.
Saluti
Associazione per i popoli minacciati



Sudan significa "terra dei neri" ma la composizione del paese è molto più varia di quanto questa definizione lasci intuire. È il paese più vasto dell'Africa: copre un territorio grande come l'intera Europa occidentale, circa otto volte l'Italia, con una popolazione di quasi trenta milioni di persone che parlano lingue differenti. È teatro del più lungo conflitto civile del continente africano: per oltre mezzo secolo è stato attraversato da guerre che hanno causato almeno due milioni di morti e sofferenze per carestie, povertà e malattie. Il Sudan rappresenta il caso più lampante della condizione di molti altri stati del continente africano, in cui, la situazione estremamente fragile delle politiche interne ha condotto l'intero paese ad essere vittima delle mire delle forze esterne e del suo stesso centro di potere, il governo di Khartoum. Ritengo che il caso sudanese esprima, in linee generali, la grave condizione in cui versano moltissimi altri stati africani.

Innanzitutto, occorre chiedersi cosa ci sia alla base di questi lunghi anni di guerre che riguardano non solo un Nord e un Sud, ma anche una molteplicità di gruppi al loro interno, e quali siano i fattori che hanno influito nella creazione della complessità sudanese. In primo luogo, penso che sia importante evidenziare il ruolo svolto dalle potenze coloniali; sottomesso per mezzo secolo ai britannici, il paese ha subito l'imposizione di confini: frontiere decise a tavolino hanno stabilito dei confini che hanno diviso gruppi affini o hanno riunito popolazioni che nulla avevano in comune. Per molti anni, ad esempio, molti sud sudanesi si sono spostati, e, attraversando il confine, hanno trovato nel paese vicino familiari e parenti, che erano stati divisi dai colonialisti. In Darfur, la popolazione africana della regione è fuggita, in seguito agli attacchi delle milizie e, oltrepassando il confine, ha trovato rifugio in Ciad, presso clan appartenenti ai loro stessi gruppi tribali.

In altre parole, la potenza coloniale britannica ha creato uno stato, unendo in un solo paese arbitrariamente popoli e persone di lingua araba e lingue africane, senza tenere in considerazione il diritto partecipativo della popolazione. In un unico territorio, seppur molto vasto, si sono trovati uniti universi culturali completamente differenti. La frammentazione e l'eterogeneità etnica, derivata a seguito a queste arbitrarietà delle delimitazioni territoriali, è stata spesso semplificata come causa di conflitto, ma questa è un'interpretazione troppo semplicistica e pertanto fuorviante. Non è la diversità che crea scontri e guerre, ma come tale diversità è stata rappresentata e gestita: essa è stata utilizzata da Khartoum per cercare di dividere e di monopolizzare i differenti gruppi, e i conflitti locali sono stati sfruttati dal governo a proprio vantaggio. Il sistema di governo sudanese non ha mai permesso che le diversità potessero realizzarsi e manifestarsi all'interno del paese; ha sempre tentato di reprimere e di soffocare le differenti realtà; non è mai stata intenzione dei governanti lasciare spazio a chi metteva in discussione i confini territoriali e il sistema regionale che si basava su di essi. La questione rilevante riguarda il fatto che il governo del Sudan non è mai riuscito a gestire la complessità del mosaico etnico, linguistico, culturale e religioso delle diverse popolazioni presenti; questo ha causato il sorgere di rivendicazioni identitarie e di scontri decennali che ancora sconvolgono il paese e che stentano a trovare una soluzione.

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