1 maggio a Firenze



1 MAGGIO A FIRENZE ORE 18 IN PIAZZA INDIPENDENZA
POI FESTA NEL QUARTIERE COSMOPOLITA DI SAN LORENZO

REDDITO PER TUTT@

Reclama Reddito: una parola d’ordine che ha attraversato le città europee ed ha restituito il 1 maggio come momento vivo e non vuota celebrazione. Le May Day parade in questi anni hanno affermato il molteplice universo della precarietà sociale e lavorativa: la precarizzazione collega le nuove realtà del lavoro (a tempo determinato, in affitto, intermittente, a chiamata, a progetto, venditori di conoscenza) a quelle classiche le cui garanzie (posto fisso, tfr, pensione) vengono mandate in frantumi dall’ondata liberista.

Che il centrosinistra, rifondato, non cambi la situazione è del tutto evidente.

I processi di precarizzazione del lavoro si incrociano con la condizione dei migranti e producono la subordinazione assoluta dei diritti di cittadinanza al mercato: il migrante si trova a rischio di clandestinità alla fine di ogni contratto di lavoro. Una condizione perpetua di ricatto. La disoccupazione, l’interruzione del rapporto di lavoro, una casa inadeguata, significano la revoca, o il mancato rinnovo, del permesso di soggiorno. Si aprono allora le porte dei CPT per il “trattenimento” ai fini del rimpatrio forzato. I CPT trasformano il “trattenimento” in prigionia all’interno di veri e propri campi di concentramento. I CPT sono lager dove vengono rinchiusi, fatto peraltro illegale, minori. I CPT impediscono ai detenuti ogni possibilità di usufruire di tutela legale, compresa l’impossibilità di presentare domande per la richiesta di asilo. I CPT non vanno "superati", ma chiusi. Senza se e senza ma, subito.

Dall’Africa, dall’Asia, dai paesi dell’est l’esercito del lavoro è invisibile ma produce la ricchezza dell’Europa ricevendo in cambio paghe da fame e sopraffazioni. Di fronte a questa realtà non ci sono comunità etniche, nazionalità d’origine da difendere. Sulla pelle dei migranti si sperimentano le forme di controllo e di dominio che riguarderanno tutt@. Il lavoro precario impedisce di trovare casa, di programmare il futuro, di poter essere cittadini regolari.

Oggi l’intera società è messa al lavoro. La precarietà è il paradigma dell’epoca in cui viviamo, investe la totalità della vita (dal reddito alla casa, dalla salute al sapere). Non è un destino dei singoli è un destino comune. Per questo va rovesciata: da incubo individuale a spazio pubblico, dalle mille vertenze in cui oggi è frammentato a movimento che mette in comune la lotta allo sfruttamento. Le lotte parigine contro il CPE, gli indocumentados di Los Angeles, le decine di migliaia di migranti e precari scesi in piazza in Italia dimostrano questa possibilità.

Non c’è più il posto fisso: prendiamo reddito; non c’è più risparmio occupiamo case, imponiamo tariffe sociali. Il sapere serve per scrivere righe nei curriculum per lavori a pochi euro l’ora, diventa anello della catena del biopotere? Liberiamolo, utilizziamolo come cooperazione autonoma per cambiare il segno allo sviluppo urbanistico, per la messa in comune dei beni, dello spazio e del tempo.

COME FARE TUTTO QUESTO

Con patti di solidarietà e mutuo soccorso fra chi lotta contro le nocività sociali nei diversi territori e contro la guerra.

Con la costruzione di una rete autonoma metropolitana che condivida metodo di azione, conoscenza (inchiesta), comunicazione (agire comunicativo).

MOVIMENTO DI LOTTA PER LA CASA /rete IWW Firenze

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