Iiran : pronti i piani di attacco usa



Iran, pronto il piano di attacco Usa - PAOLO MASTROLILLI
NEW YORK - I raid americani contro l'Iran comincerebbero prendendo
di mira gli impianti nucleari di Natanz, Isfahan, Arak e Bushehr.
Poi però si allargherebbero a tutte le infrastrutture militari, come
le basi aeree, navali e missilistiche, e i centri di comando e
controllo. I bombardieri invisibili B2 scaricherebbero i loro
ordigni "bunker-busting", per distruggere anche gli edifici più
protetti tipo il sito di Natanz, che si trova a 25 metri di
profondità sotto la terra. I "grilletti" per scatenare i raid
potrebbero essere due: la conferma che Teheran sta costruendo armi
atomiche, e gravi attentati contro le truppe americane in Iraq,
riconducibili alla responsabilità della Repubblica Islamica. Questa,
secondo la tv britannica Bbc, è l'ultima versione dei piani di
attacco degli Stati Uniti contro l'Iran, pubblicati proprio alla
vigilia del ritorno della crisi nucleare sul tavolo del Consiglio di
Sicurezza dell'Onu. Il portavoce del Pentagono Bryan Whitman ha
subito liquidato la notizia come «ridicola», ma in realtà sarebbe
sorprendente se i militari americani non avessero opzioni sempre
pronte per quella zona del mondo. Infatti da diversi anni esistono
almeno tre piani operativi, l'Oplan 1019, 1002 e 1004, che
riguardano la regione. Nell'attuale clima di tensione è ovvio che il
Pentagono aggiorni le proprie strategie, altrimenti non avrebbe
avuto senso mandare la portaerei Stennis ad affiancare la Eisenhower
nel Golfo Persico. Ciò che conta davvero, però, è il segnale
politico lanciato da tutte queste indiscrezioni. Ieri il negoziatore
nucleare iraniano, Larijani, ha incontrato a Vienna il direttore
dell'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica, ElBaradei, per
discutere la situazione. Il 23 dicembre scorso il Consiglio di
Sicurezza dell'Onu aveva approvato sanzioni contro Teheran, dandole
sessanta giorni di tempo per sospendere l'arricchimento dell'uranio
e cominciare a trattare. L'ultimatum scade oggi e nelle prossime
ore, non più tardi di venerdì, ElBaradei dovrà presentare un
rapporto al Palazzo di Vetro sulle risposte della Repubblica
Islamica. Se sarà negativo, come al momento pare inevitabile, al
Consiglio comincerà il processo per imporre all'Iran sanzioni ancora
più onerose. ElBaradei ha preparato il vertice dando un'intervista
al Financial Times, in cui ha detto che Teheran potrebbe cominciare
la produzione industriale di uranio arricchito nel giro di sei mesi
o un anno. Quindi ha precisato che da ciò non segue la capacità
immediata di costruire la bomba, distante ancora cinque o dieci
anni. In sostanza il capo dell'Aiea ha voluto fare pressione sulla
Repubblica Islamica, affinché negozi sul serio, ma ha pure avvertito
la comunità internazionale che c'è tempo per discutere, perché il
pericolo non è imminente. Il presidente Ahmadinejad ha risposto che
il suo governo è disposto a trattare, ma su basi paritetiche. Quindi
ha aggiunto di essere pronto a fermare le attività nucleari, a patto
che anche i suoi interlocutori facciano lo stesso. Il portavoce
della Casa Bianca, Tony Snow, ha replicato con una domanda: «Credete
davvero che sia una proposta seria?». Dunque la pressione sale, in
due direzioni: la prima, per spingere l'Iran a seguire il modello
nordcoreano e negoziare una via d'uscita diplomatica alla crisi; la
seconda, per convincere gli altri membri del Consiglio di Sicurezza
a preparare sanzioni più dure in caso di risposte negative. Fonti
diplomatiche di Roma all'Onu dicono che un sondaggio formale da
parte degli americani sulle nuove sanzioni non è ancora iniziato, ma
è chiaro che si andrà presto in questa direzione. Mentre lavora sul
piano diplomatico, però, Washington vuole tenere sul tavolo anche la
pistola carica della minaccia militare, che potrebbe usare in ogni
momento se scattasse uno dei due "grilletti".

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Sent: Thursday, February 22, 2007 12:57 AM
Subject: [dopoprodi] iran pronti i piani di attacco usa