Re: Europa e Islam, la generazione degli estremisti



Solo due considerazioni al volo, discutere con Magdi Allam e' un modo davvero sgradevole i perdere tempo.

a) Il fatto che gli immigrati di seconda generazione siano più visceralmente legati alla loro cultura di origine non dipende dalla "natura aggressiva dell Islam" ma è un fenomeno sociale presente in molti comunità espatriate. Caso classico quello delle comunità sikh canadesi che si sono inventate una "patria sikh" da liberare, il Khalistan, che neppure chi lo abita aveva mai considerato tale. Chi volesse approfondire può leggere Modernità in polvere di A. Appadurai.

b) Sarei curioso di vedere che succede se le risposte le ordiniamo per condizione sociale invece che per età.

Saluti
Gio

2007/1/31, tiziano cardosi < tcardosi at indire.it>:
Ecco una indagine statistica e sociologica che si presenta asettica e
documentata. In realtà è solo strumento per indurre paura nei kuffar
come noi e farli diventare prima degli impauriti, poi dei radicali
antiislamici razzisti.
A me farebbe paura anche una ricerca tra gli "occidentali": razzismo,
islamofobia che ha sostituito l'avversione per gli Ebrei, inneggiamenti
alla battaglia di Lepanto. Tutto un armamentario che pareva relegato
nelle rappresentazione dei pupi, diventa "opinione pubblica".
Invece di indurre paura per il diverso, perché non cominciamo a
domandarci l'origine di queste rivalità? E a chiederci a chi giova?
Certamente né ai cittadini "occidentali", né ai migranti dal medio oriente.
Questa la pensavo una lista di informazione e di discussione in vista di
risolverli i conflitti, non di scatenarli.
Inoltre mi spiace aver perso tempo prezioso nel leggere questo
mattoncino e di farvelo perdere leggendo questo mio messaggio.
Non so chi c'è dietro questa "scienza per l'uomo", ma mi pare ci sia
poca scienza e poco uomo.

Scienza per l'Uomo ha scritto:
> */La ricerca pubblicata dal «Daily Telegraph». Religione, politica e
> società: quasi il 40% preferisce la sharia alle leggi britanniche/* */
>
> corriere.it/*
> *Europa e Islam, la generazione degli estremisti*
> I giovani figli di immigrati che vivono in Gran Bretagna sono più
> radicali dei loro padri. Il 74% vuole il velo per le donne, il 46%
> approva la poligamia. E il 7% ammira Al Qaeda
>
>
> *Più sono britannici e più diventano estremisti islamici*. E' questo
> il «paradosso del multiculturalismo » che emerge dallo studio dal
> significativo titolo «Vivere separati insieme» del centro Policy
> Exchange di Londra.
> *Nel senso che proprio il modello sociale* basato sulla
> «valorizzazione delle differenze», ha partorito giovani cittadini di
> fede musulmana, sia convertiti sia figli o nipoti di immigrati, che
> aspirano sempre più a trasformare la Gran Bretagna in uno Stato
> islamico sottomesso alla sharia, la legge coranica. L'orientamento
> generale è la crescita del riferimento all'islam sul piano religioso,
> ideologico e identitario. Tra i 1003 musulmani interpellati nel
> periodo tra luglio 2006 e gennaio 2007 (il sondaggio è reperibile nel
> sito www.policyexchange. org.uk), ben l'86% afferma che «la mia
> religione è la cosa più importante della mia vita». Il 49% dice di
> assolvere a tutte e cinque le preghiere quotidiane prescritte dal
> Corano, così come il 22% dice di pregare almeno una o tre volte al
> giorno, mentre solo il 5% confessa di non pregare affatto.
> *Ebbene è in questo contesto che il 37% dei giovani musulmani*, tra i
> 16 e i 24 anni, preferirebbe la sharia alla legge britannica, una
> percentuale che si va manmano assottigliando con l'aumento dell'età,
> fino a ridursi al 17% per gli adulti dai 55 anni in su. Riferendoci
> sempre a queste due fasce d'età, coloro che affermano che «il
> musulmano può avere quattro mogli, mentre alla musulmana è consentito
> solo un marito», sono rispettivamente il 46% e il 18%. Quelli che
> ritengono che il musulmano non può convertirsi a un'altra religione e
> che qualora lo facesse deve essere condannato a morte, sono
> rispettivamente il 31% e il 19%. Ma i più giovani e i più adulti sono
> sostanzialmente d'accordo, con il 61% e il 50%, nel considerare che
> l'omosessualità sia sbagliata e debba essere dichiarata fuorilegge.
> *La tendenza autoritaria, maschilista e misogina* è ulteriormente
> confermata dal fatto che ben il 74% dei musulmani tra i 16 e i 24 anni
> ritiene che le donne debbano portare il velo, contro il 28% degli
> ultracinquantacinquenni. Sul piano ideologico e politico, il 58% dei
> musulmani britannici interpellati è convinto che «molti dei problemi
> del mondo contemporaneo sono il risultato dell'atteggiamento arrogante
> dell'Occidente». E nell'unica domanda che affronta specificatamente la
> questione del terrorismo islamico, il 7% dichiara di «ammirare le
> organizzazioni come Al Qaeda che sono pronte a combattere l'Occidente».
> *Questo sondaggio trova riscontro nel documentario* trasmesso
> recentemente da Channel Four, dal titolo «Moschea sotto copertura»,
> che illustra le farneticazioni dei predicatori nelle principali
> moschee britanniche. A cominciare dallo sheikh Khalid Yassin, un
> convertito alla fede wahhabita acquisita in Arabia Saudita, che in un
> dvd reperibile nella moschea di Regent's Park, la principale di Londra
> gestita sempre dai sauditi, afferma: «Noi musulmani abbiamo l'ordine
> di fare il lavaggio di cervello, perché i non musulmani sono dei
> deviati mentali».
> *Il predicatore dal nome di battaglia Abu Osama*, della «Green Lane
> Mosque» di Birmingham, è un esplicito apologeta dell'odio e del
> terrore: «Nessuno ama i kuffar (i miscredenti). Noi amiamo solo i
> musulmani e odiamo i kuffar. Osama bin Laden è meglio di un migliaio
> di Tony Blair, perché è un musulmano». Per kuffar si intendono
> principalmente i cristiani e gli ebrei che, secondo questi
> predicatori, devono essere sterminati. C'è chi, come il predicatore
> Mian della Uk Islamic Mission, chiama la democrazia «kuffrocracy »,
> ossia il regime degli infedeli che deve essere liquidato per
> instaurare lo Stato islamico.
> *Come meravigliarsi che questa libertà* di trasformare le persone in
> robot della morte abbia finito per produrre i quattro kamikaze che si
> sono fatti esplodere nel centro di Londra il 7 luglio 2005 e i due
> kamikaze autori dell'attentato suicida a Tel Aviv il 30 aprile 2003,
> tutti cittadini britannici? Considerando questo insieme, si comprende
> come i kamikaze britannici non sono una scheggia impazzita, bensì la
> punta dell'iceberg del fallimento di un modello sociale che ha finito
> per consentire la creazione di ghetti etnici-confessionali-identitari
> che si sentono in conflitto con lo Stato britannico.
> *Ecco perché, a mio avviso giustamente, nelle sue conclusioni*, lo
> studio del Policy Exchange afferma che «abbiamo bisogno di operare
> insieme per sviluppare un rinnovato senso di appartenenza a una
> collettività che affermi la nostra identità britannica condivisa e i
> valori dell'Occidente». Il problema è dunque la perdita dell'identità
> nazionale e la diffusione di un'ideologia, il multiculturalismo, che
> ha fatto venir meno i valori unificanti della società. Dovremmo
> imparare dagli errori che gli stessi britannici denunciano. Ma ahimè
> in Italia è fin troppo folto l'esercito degli infatuati del
> multiculturalismo tra coloro che hanno le redini del potere.
> Magdi Allam
> 30 gennaio 2007
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