Forza e soprattutto coraggio



Forza e soprattutto coraggio

 

Finalmente è nato il governo dell’Unione che, bisogna ammetterlo, è stata molto rapido nella sua formazione, nonostante i tempi tecnici necessari per eleggere il Capo dello Stato e per ovviare alle conseguenze di una sciagurata legge elettorale che ha prodotto inevitabili esigenze di rappresentatività nel governo da parte dei partiti della coalizione e delle proprie correnti interne.

Esigenze che sono state scambiate erroneamente per fame di poltrone da chi non capisce o finge di non capire che la politica è soprattutto rappresentanza di interessi e aspettative della propria base elettorale.

 

E il corpo elettorale dell’Unione si aspetta molto da questo governo, e cioè che da oggi in avanti si muova e agisca come una squadra affiatata in cui tutti i giocatori diano il massimo per ottenere la vittoria e non giochino ognuno per conto proprio.

Ci si aspetta quindi che il programma con cui ci si è presentati venga rispettato ma forse questo non basta.

Certamente serietà, serenità, moderazione sono fattori importanti ma l’aggiunta di innovazione, modernità e coraggio nell’agire renderebbe il quadro più completo e al passo con i tempi.

 

Quindi il nuovo governo dovrebbe riflettere anche su alcune questioni che non rientrano specificatamente nel programma, e mi riferisco alla garanzia di dignità e diritti per tutte le coppie di persone, alla non discriminazione degli orientamenti sessuali, al coraggio politico di scontentare gli alti vertici del Vaticano, che dovrebbe essere guardato anche nella sua veste di Stato straniero che ingerisce negli affari interni di uno Stato sovrano e laico e non solo nella sua veste spiccatamente religiosa.

 

Il nuovo governo dovrebbe riflettere anche sul senso che hanno oggi altre missioni militari oltre a quella in Iraq, e penso soprattutto all’Afghanistan dove negli ultimi tempi gli scontri si stanno sempre più intensificando e i gruppi guerriglieri sono sempre più sofisticati ed efficaci nelle loro azioni, ricalcando nei modi quelle dei gruppi ribelli iracheni.

 

L’idea di militarizzazione dell’assistenza umanitaria sta creando effetti devastanti e una pericolosa confusione nelle popolazioni locali beneficiarie degli aiuti.

Mi auguro che il nuovo governo rifletta attentamente su ciò e sul fatto che queste situazioni stanno producendo il protrarsi potenzialmente infinito di queste missioni, senza un avvicinamento della luce in fondo al tunnel sia per chi è stato inviato lì sia soprattutto per le popolazioni locali.

Quindi la politica estera dovrebbe essere affrontata con molta determinazione, iniziativa e coraggio cercando di essere protagonisti in sede UE e ONU, più che in sede NATO.

 

Anche in campo economico è richiesto un grande coraggio che potrà provocare dei malcontenti in  chi non vuole perdere determinati privilegi. In Italia siamo da sempre oppressi dalla mancanza di concorrenza, di competitività, da una serie di ordini professionali chiusi a riccio. Il governo deve intervenire con determinazione per aprire tutte queste porte serrate a doppia mandata e per ridare forza a quell’etica del bene pubblico che negli ultimi anni è stata completamente calpestata.

 

Lo stesso coraggio è necessario nelle politiche del lavoro e in quelle sociali, soprattutto per quanto riguarda l’abbattimento della precarietà presente nella vita di moltissimi cittadini e di quel cocktail devastante composto da illegalità delle sostanze stupefacenti e criminalità organizzata; bisogna spezzare questo perverso matrimonio che ha reso potentissime le varie mafie e ha rovinato la vita a molti semplici consumatori.

 

In conclusione, il lavoro che attende questo governo è immane, ma operando con unità, forza e coraggio politico innovativo può essere affrontato efficacemente. Se invece il governo opererà a ranghi sparsi, con timidezza e sudditanza psicologica otterrà solo un suicidio politico che pagherà tutto il Paese.

 

Enrico Sabatino