Sudan: secondo arresto in due giorni per Medici senza frontiere



fonte L'Unità on line

Come era successo al collega il giorno prima, è stato preso dalle autorità sudanesi e trasportato verso la capitale. Vincent Hoedt, coordinatore regionale dell'organizzazione non governativa "Medici senza frontiere" che opera a Nyala, la capitale del Darfur, nel Sudan occidentale, è stato fermato e portato a Khartum. Ancora una volta sono stati gli stessi medici dell'organizzazione a darne, come già avevano fatto nel caso di Paul Foreman, arrestato lunedì e poi rilasciato su cauzione. L'agenzia di stampa missionaria MISNA ha poi rilanciato la notizia, precisando che non è chiaro il motivo dell'arresto e si aspetta di avere chiarimenti dal governo. Ma con ogni probabilità il governo di Khartum è fortemente contrariato per la pubblicazione l'8 marzo scorso del rapporto "Lo schiacciante peso degli stupri: violenza sessuale nel Darfur". Si tratta di un report curato da Msf nel quale alcuni medici hanno testimoniato di almeno 500 casi di stupri etnici avvenuti nell'arco dei quattro mesi precedenti nella travagliata zona del Darfur. La regione tra l'altro vive dal febbraio del 2003 una situazione di grave instabilità e di violenze, a causa di scontri etnici fomentati anche per arrivare a controllare le ingenti risorse di petrolio che possiede. Nella serata di lunedì si era risolto il caso del responsabile Msf in Sudan, Paul Foreman, arrestato a Khartoum dopo essersi rifiutato di fornire alle autorità locali informazioni sulle persone che avevano testimoniato su stupri in massa compiuti nel Darfur e le prove sostenute da certificati medici. Lui stesso aveva annunciato che sarebbe stato liberato su cauzone e così è stato. Tra l'altro lo stesso ministro della Giustizia sudanese, Mohamed Farid, lo aveva anticipato alla stampa. Foreman ha raccontato all'agenzia Reuters di essere stato portato in una stazione di polizia e di aver parlato con le autorità. Il ministro aveva precisato che l'arresto era stato deciso dal procuratore generale dopo aver consultato la Commissione aiuti umanitari, un organo governativo che si occupa dei rapporti con ong e agenzie internazionali che operano nel paese. Secondo la legge sudanese Msf avrebbe dovuto consultare la Commissione prima di pubblicare alcun rapporto.

Appresa la notizia Jan Egeland, sottosegretario generale dell'Onu per gli Affari umanitari da New York aveva espresso preoccupazione per l'arresto di Foreman e sollecitato le autorità sudanesi a rilasciarlo immediatamente. Egeland aveva definito «incontestabile» la questione degli abusi sessuali nel Darfur, elogiando il «lavoro di Msf nel curare le vittime di stupri e violenze sessuali, e di rivelare i crimini terribili che vengono commessi, è stato esemplare».