La 'pace' di Israele



Sharon rilascia una intervista dichiarandosi pronto a dolorose concessioni (la rimozione degli 
insediamenti colonici illegali) pur di ottenere la pace. Nel frattempo cerca di "legalizzare" 
alcuni gruppi di colonie e continua il massacro di civili nei territori occupati. E pone le 
condizioni  di Israele per la RoadMap della Casa Bianca: 15 emendamenti che di fatto annullano 
ogni possibilita´ di pace.

UNO. PACIFISTI COLPITI DA ISRAELE
DUE. Israele: gli Usa con noi sulla Roadmap 
TRE. Da Qalqilyia
QUATTRO. Appunti dalla Palestina - aggiornamenti e testimonianze  e proiezione del video: 
Bandestina (MILANO, 17 aprile)
CINQUE. Nasce Amal Bambini per la pace onlus 
SEI. L'impossibile simmetria - Libro 
SETTE. Importante iniziativa a Milano: Per non dimenticare il massacro di Jenin

UNO. ATTIVISTI ISM E GIPP COLPITI DALL'ESERCITO DEL DEMOCRATICO STATO DI ISRAELE
E dopo l'omicidio di Rachel:

Tom Hurndall, 22 anni, inglese, colpito il 10 aprile mentre proteggeva un bambino a Rafah.
Colpito alla testa da un proiettile dell'IDF, e' in coma.
Brian Avery, 23 anni, statunitense, colpito il 5 aprile a Jenin dai militari israeliani, al 
momento si trova all'ospedale di Haifa e dovra' sottoporsi a numerosi interventi al viso.
http://www.palsolidarity.org
http://www.palestinemonitor.org

DUE. Israele: gli Usa con noi sulla Roadmap 
Ok alla 'pace' di Sharon. Ma ieri 4 risoluzioni Onu condannano Tel Aviv (anche sul Golan). Sei 
morti nei Territori (il Manifesto)
http://www.ilmanifesto.it/oggi/art30.html

TRE. Da Qalqilyia
Riceviamo da roberto del gruppo di assopace in palestina:

Stamane sono arrivato a Qalqilyia, sono circa le dieci
di un normale giono lavorativo, un' orario in cui le
strade di questa citta', esattamente sulla linea di
"confine" ed una volta fiorente punto di scambio e
commercio tra Israele e Palestina, dovrebbero esere
piene di gente invece sono quasi deserte, pochissima
gente in giro, molti negozi chiusi, quelli aperti
desolatamente vuoti, la gente sembra svanita. Que
ne
del muro della vergogna voluto dal governo Sharon.
Quando raggiungera' la fase finale il muro della
vergoigna avra' completamente isolato Qalqilya da
Israele e in gran parte dei villaggi del comprensorio
che a questa citta' fanno riferimento. Infatti il muro
della vergogna o dell' Apartheid, alto 8 metri
costruito in cemento armato fiancheggera' tutto il
perimetro della citta' lasciando possibile una sola
uscita, che naturalmente e' e sara' controllata
dall'esercito israeliano. Quarantamila persone persone
gia' vivono e vivranno in futuro dentro un recinto,
tenuti alla catena come animali dalla piu grande
democrazia del Medio Oriente. 
La gente da queste parti prima della guerra contro l'
Iraq si aspettava che Israele prendendo spunto da
questa guerra ponesse in atto il cosidetto "transfer"
la pulizia entica dei palestinesi da alcune aree
dentro la Palestina abitate illegalmente dai coloni
israeliani, adesso i palestinesi sono arrivati alla
conclusione che Israele, tramite la costruzione di
questo muro che fa' a pezzettini i Territori
Palestinesi, voglia per evitare proteste dall' esterno
forzare la gente ad abbandonare volontariamente certe
zone vicino ad Israele rendendo impossibile lo
svolgimento di una vita normale. Ad esempio rendendo
impossibile agli agricoltori andare a coltivare la
propria terra che si trova al di la' del muro,
rendendo impossibilo vendere i propri prodotti al
mercato di Qalqilya, oppure beneficiare dei servizi
comunali, beneficiare delle cure mediche o solamente
fare un salto nel paese vicino per visitare parenti o
amici
In definitiva come un amico palestinese mi ha detto:
"Israele sta' progettando il nostro futuro".

QUATTRO. Appunti dalla Palestina 
La Banda degli Ottoni a Scoppio 
CGIL, Emergency e Action for Peace 

invitano a partecipare ad: 

Appunti dalla Palestina 
aggiornamenti e testimonianze 
e proiezione del video: Bandestina 

Giovedi' 17 aprile, h 21.30
Camera del lavoro di Milano
Corso di Porta Vittoria, 45 - Milano
saran
Roberto Giudici(Fiom-Cgil) e Barbara de Tommasi(action
for peace)
- un rappresentante dei Centri Rousseau, per
presentare i progetti nel campo profughi di Shu'fat,
situato a 5 km a nord di Gerusalemme. 
-Appunti fotografici dalla Palestina di Isabella
Balena, Gabrio Mucchi Bruna Orlandi, Walter Zaffaroni 

Nel marzo 2001, la Banda degli Ottoni a Scoppio ha
partecipato, con una piccola formazione, alla carovana
di osservatori internazionali promossa da Action for
Peace. Il gruppo di piu' di trecento internazionali ha
compiuto azioni di interposizione, di monitoraggio, di
supporto alla popolazione palestinese e alle
organizzazioni pacifiste israeliane, in un momento di
estrema crisi dallo scoppio della seconda intifada.
Una settimana circondati dalla guerra, come un cerchio
che si stringeva sempre piu' intorno a noi e con il
rumore delle bombe che copriva il suono delle nostre
trombe.
Oggi piu' che mai siamo convinti che la pace in quelle
terre si raggiunga solo col riconoscimento immediato
dello stato palestinese.

Questa serata ha lo scopo di fornire aggiornamenti da
una terra di conflitto, di soprusi e violazioni
permanenti, trascurata dagli organi di "Informazione",
che puntano tutti i loro teleobbiettivi verso i piu'
roboanti e spettacolari focolai di guerra
"preventiva", ovvero permanente, ieri in Afganistan,
oggi in Iraq, domani in uno qualsiasi a scelta dei
paesi "canaglia".

Ha lo scopo di portare le esperienze dirette a
contatto con la popolazione palestinese, e con i
movimenti pacifisti israeliani.

E' un invito a recarsi nei territori occupati per
eliminare l'isolamento e per portare idee di vita e
pace, caldamente rivolto soprattutto a coloro che per
professione, passione e attitudine si muovono in
ambiti artistici e culturali nelle loro accezioni piu'
ampie.

MAI Piu' SHOAH, MAI Piu' SHARON!

 
CINQUE. Nasce Amal Bambini per la pace onlus 
Il 14 aprile, a Milano, ore 21, via Cadamosto 5, nei locali Acli, e' stata presentata 
l´associazione Amal Bambini 


Chi siamo
L´associazione Amal-Bambini per la pace Onlus nasce dalla sensibilita' di un gruppo di persone 
verso i bambini palestinesi e le loro condizioni socio-educative, decisamente peggiorate come 
conseguenza della rioccupazione della Cisgiordania da parte dell´esercito israeliano. Per 
aiutare i bambini a venire a contatto con valori diversi dall´odio e dalla contrapposizione, 
quali la fiducia e il rispetto, intendiamo promuovere progetti educativi rivolti ai bambini 
palestinesi e alle loro famiglie che siano basati sulla fiducia nel valore della vita e nel 
valore dell´essere umano per se stesso, alla base di una cultura di pace. La decisione di 
occuparci della Palestina e' stata presa nella convinzione che, del mutamento nelle prospettive 
educative e relazionali all´interno della societa' palestinese a cui la nostra associazione 
contribuira', potra' beneficiare anche la societa' israeliana. 

Cosa intendiamo fare
Il nostro intervento si articolera' secondo le seguenti modalita':
1.	Sostegno a distanza alle famiglie e singoli.
2.	La realizzazione di progetti educativi coordinati con le strutture e il personale 
educativo locale.
3.	La creazione in Italia di una rete di competenze in grado di appoggiare i progetti e di 
fare riferimento come punto di informazione.
4.	L´impegno a trascorrere un periodo in Palestina per una esperienza diretta di 
volontariato.

Per contattarci: 
via e-mail amal_onlus at yahoo.it
oppure Lia Quartapelle (resp. comunicazioni) tel. 0229402662 cell. 3405425644
via Eustachi 25 Milano. 

SEI. L'impossibile simmetria  
E' disponibile il libro 
L'impossibile simmetria 
Palestina e Israele dentro la guerra infinita
a cura di Sergio Cararo 

La Palestina dentro la guerra infinita. Il Medio Oriente al centro della crisi. I campi 
profughi in Libano: l'altra faccia dell'Intifada. La concezione messianica della guerra. 
L'ipocrisia dell'equidistanza e la trappola dell'antisemitismo. Le ambiguita' impossibili 
dell'Unione Europea verso Israele e Pales
rgogna e l'orgoglio. 
140 pagine con documenti, interviste e interventi di: 
Mohammed Al Masri, Bassam Saleh, George Habbash, Ahmed Saadat, Salah Salah, Al Moussawi, Noam 
Chomsky, Gideon Livy, Mauro Casadio, Angelo Dell'Orsi, Joseph Halevi, Ury Avnery, Uri Davis, 
Norman Filkestein, Mario Soares, Stefano Chiarini, Green Left Review 

Quaderni di Contropiano" per la rete dei comunisti 
(per richieste e prenotazioni: cpiano at tiscali.it , tel.06-4293512) 
http://www.contropiano.org oppure scrivere o telefonare a:
Radio Citta' Aperta: segreteria at radiocittaperta.it; tel.06-4393512

SETTE. Per non dimenticare il massacro di Jenin

Dal 7 aprile a Milano una mostra del reporter Gerace, fra i primi a
entrare nel campo profughi palestinese dopo lo "Scudo di difesa"

Jenin - Bambini che giocano con i proiettili di un carro armato, un
pezzo di mattone che affiora dal terreno vicino a un bulldozzer
sorvegliato da un soldato. Sono alcuni dei venti scatti che il
fotoreporter milanese Vince Paolo Gerace espone nella mostra
fotografica presso la libreria Feltrinelli in programma in Piazza
Piemonte a Milano dal 7 aprile al 4 maggio.

A un anno dal lancio dell'operazione militare "Scudo di difesa "
lanciata dal governo israeliano per colpire i Palestinesi situati a
Jenin, Gerace vuole dare il suo contributo informativo alla
descrizione di una delle pagine piu' drammatiche di una delle guerre
mai dichiarate e piu' sanguinarie del globo. "Sono stato uno dei primi
a entrare nel campo profughi palestinese di Jenin insieme ad altri
colleghi il 13 aprile, quando nessuno ci era mai entrato. Questa
mostra e' una selezione di quello che abbiamo trovato e che ci ha
fatto dubitare molto sulla veridicita' delle tesi sostenute dalle
fonti ufficiali ".

Secondo il governo di Sharon le decine di carri armati e di mezzi
blindati che hanno occupato le citta' della Cisgiordania fra il 29
marzo e il 2 aprile hanno provocato circa cinquecento morti, alcuni
dei quali travolti nel crollo delle case abbattute dai bull
i un premio
dell'Organizzazione Mondiale della Sanita' per il reportage nei
territori occupati) ha girato per il campo profughi armato di
curiosita' e macchina fotografica per documentare gli orrori
indicibili che poche fonti ufficiali hanno documentato, nella maggior
parte dei casi smorzandone i contenuti.

"Da solo ho contato qualcosa come 70 morti in un fazzoletto di terra,
per cui dubito fortemente che ci siano stati solo cinquecento
vittime. N on ci siamo trovati di fronte a una seconda Auschiwtz,
anche se lo spettacolo che ci siamo trovati di fronte non si puo'
commentare. E' certo che questo vuole essere un contributo alla lotta
per la cessazione delle ostilita'".

Gerace conosce bene la realta' del conflitto israelo-palestinese
poiche' ha trascorso sei mesi degli ultimi tre anni nelle strade della
Palestina immortalando la quotidianita' negata di due popoli lacerati
da un conflitto mai dichiarato.
http://al-awda.org