agire solidale: Eco Himal, solidarieta' ad alta quota



Luogo: Tibet
Tema: agire solidale: Eco Himal, solidarieta' ad alta quota
Data 7/11/2001
Fonte MISNA (inserita da Enrico Casale ©) (POPOLI)

La solidarietà è di casa in montagna. La difficoltà di vivere in condizioni
ambientali difficili e spesso estreme, oltre alla necessità di dividere
risorse naturali scarsissime, ha favorito nei secoli rapporti di mutua
assistenza e di aiuto reciproco fra la gente che vive in montagna. Un
atteggiamento che non è mai venuto meno. Eco Himal è uno degli eredi di
questa tradizione di solidarietà fra gente di montagna. In questo caso tra
alpinisti europei e tibetani. Il progetto è ambizioso: aiutare il Tibet
creando infrastrutture indispensabili per garantire un futuro migliore alla
popolazione. Un’impresa complicata: si lavora ad altezze elevate, in
condizioni climatiche e ambientali difficili. E in un contesto politico e
burocratico non sempre favorevole alla solidarietà delle organizzazioni
straniere. "Siamo un po’ pazzi, lo ammetto - dice scherzando Maria Antonia
Sironi, geologa, ‘anima’ con Patrizia Broggi dell'associazione. "Ci siamo
imbarcati in un progetto ambizioso trascinati dalla passione per la montagna
e dall’amore per la sua gente. È una sfida impegnativa. Ma noi siamo
alpinisti. Ci piacciono le sfide difficili". Eco Himal inizia a lavorare a
metà degli anni Novanta nelle valli del Makalu in Nepal. Realizza mulini ad
acqua, piccoli acquedotti, scuole. Si tratta di microprogetti realizzati su
richiesta delle autorità o delle comunità locali. "In Nepal - spiega Maria
Antonia Sironi - operano moltissime organizzazioni non governative
occidentali e asiatiche. Diversa invece è la situazione in Tibet dove
lavorano poche organizzazioni, e la bassa densità della popolazione, rende i
servizi essenziali carenti. Per questo motivo abbiamo scelto di operare
prioritariamente in alcune zone particolarmente disagiate del Tibet". E qui
Eco Himal lavora soprattutto su due fronti: l’istruzione e la sanità. Per
aiutare i bambini ha costruito (o ricostruito) alcune scuole in alcune zone
isolate. Oltre a farsi carico dei lavori di costruzione, assiste anche i
piccoli studenti inviando materiale didattico e sobbarcandosi alcuni
interventi straordinari e spesso fornendo loro pecore o yak che assicurano
un sicuro mezzo di sostentamento. Sotto il profilo sanitario-medico, Eco
Himal sostiene due ospedali: uno a Gutsho a 4.500 metri di quota sulla
direttrice Lhasa-Kathmandu e, l’altro, a Tshome a 4.800 metri d’altezza nel
piccolo centro amministrativo di Chang Thang. Il denaro necessario alle
iniziative viene raccolto dai soci (tutti volontari che si sobbarcano le
spese di gestione) attraverso cicli di conferenze, mostre fotografiche,
pubblicazioni di libri e incontri. "Non mancano donatori privati - osserva
Maria Antonia Sironi -. Recentemente ci è capitato il caso di un donatore
che si era appena sposato. Come regalo di nozze aveva chiesto che venissero
fatte donazioni alla nostra associazione da usare per l’acquisto di
medicinali. Tra i nostri benefattori ci sono alcune sezioni del Club Alpino
Italiano, la Società Alpinisti Trentini e molte scuole. Alcune di esse hanno
addirittura adottato i nostri progetti coprendone parte dei costi". Ogni
progetto è realizzato facendo capo a un responsabile locale con il quale i
responsabili di Eco Himal verificano periodicamente l’andamento dei lavori.
Progetti nuovi? "Stiamo pensando a creare piccoli ambulatori e un impianto a
pannelli solari presso l’ospedale di Tshome, attualmente privo di corrente.
Per il momento sono solo idee, ma speriamo di riuscire a realizzarle entro
breve".